SETE DI GIUSTIZIA

E sento la rabbia del mondo
farsi spazio
e combattere contro l’utopia
di un Dio bambino che parla
di pace e di giustizia.
Non vedo pace né giustizia
nelle mani tese di chi ha fame
mentre l’arroganza dei potenti
banchetta
e lancia i dadi per decidere
la loro sorte.
E gli uomini li chiamano
numeri
per non vedere lo sguardo
di chi è costretto a dare sassi
ai propri figli
contro ogni logica di bene
e discutono e ragionano
beandosi delle loro
elucubrazioni cerebrali
per avere l’orpello della vittoria
con cui ornare i loro abiti
perfetti
che siano i fanti a cadere
e non i re
e della sofferenza dei poveri
si fanno corona
nelle loro gozzoviglie.


DALLA PARTE DI EVA

Ti hanno calpestata
donna
che dai primordi
porti sulle spalle
il peso
di una inverosimile
colpa
e raccogli nel grembo
le lacrime di una umanità
immensa.
Vedo i segni sul tuo corpo
e nella tua anima
segni di sottomissione
imposta
da chi ti è figlio.
Grembo e culla
del tuo persecutore
tu che non ti ribelli
e porti il peso di colpe
assegnate
alza la testa e sovverti
l’ordine.
Alza la testa e scuoti
dalle tue spalle
il giogo.
Che tuo è il potere
di servire la vita. .
Chi sarà dalla tua parte
se non te stessa.
Punta il dito
non ci sono colpe
ma silenzi
quei complici silenzi
mascherati
perché tutto appaia
perché nulla cambi.


IL RISCATTO DEI POETI

Che i poeti sollevino il loro vessilli
e si battano il petto
ché ancora si strappa
il velo del tempio
e si fa scuro su tutta la terra
per gli abomini commessi.
Novelli profeti combattano
con la parola
la loro battaglia di giustizia
che a questo sono chiamati.
Ché troppi sono i gioghi
che l’uomo non perda la speranza.
Escano dai caldi salotti
brandiscano le parole come spade.
Paladini di giustizia urlino
contro l’arroganza dei potenti.
Le loro voci siano il senno
di una umanità impazzita.
Siano le parole a riscattarli
per il loro silenzio
perché non sia il sangue
a spegnere i roghi.