Le sinfonie del vento

Un tempo temevo che il vento volesse rapirmi

Mi rifugiavo sotto il manto dei miei capelli

Sentivo i fischi stordire la mente

i sibili freddare il tepore del nido

le porte sbattere in segno di protesta

gli scoppiettii armare il focolare.

 

Poi …

 

Ho ascoltato gli scoppiettii musicare un’ardente sinfonia

Le porte rullare l’armonia dell’incontro

I sibili fraseggiare la mitezza di flauti in concerto

I fischi destare un nuovo ascolto

Ho lasciato pettinare il disordine delle mie paure

Ho imparato a ballare il valzer del vento.


Eternità

Sembra stendersi il tempo sulle dune

animate dalla giostra di luci e ombre

che si ferma al calar della fredda notte

 

Si tace il paesaggio dal vento scolpito

per vigilare sul sonno del tempo rapito

dalla tersa volta diamantata dalle stelle

 

La luce schiude l’uscio dell’infinito

e filtra il sogno per attraversare le vie

di dimensioni smarcanti ogni confine

 

Si perde il tempo nell’illusorio vuoto

di un vortice che si serve della morte

per riplasmare sia il tutto, sia il niente

 

E tutto s’attrae e si respinge nel caos

ordinato dalla fine di ogni principio

e dal principio partorito da ogni fine

 

Si leva lenta l’alba e riparte la giostra

Ombre e luci si alternano sulle dune

Soffia il vento …   sveglio è il tempo.


Flussi propulsivi

Impetuosa la corrente

scaraventa i massi

Spietato il vortice

tronca l’avanzata

Giacciono sul fondo

i giganti della protesta

Inciampa il suono sulle anse

bagnate dai salici in pianto

Fluttua la piena

tra le sinuose sponde

S’alza, tra le tamerici, lo stridio

di aironi solitari in volo

Sul nero manto della timida foce

la luna stende un dardo di luce

S’alza la marea

Vigorosa è l’onda.