CONVERSAZIONE CON PROUST

Biglietti consegnati a mano da Gabrielle, confidente e amica

Caro Marcel, ti invio questo biglietto scritto nella penombra della mia camera ( gli occhi, come

sai, non sopportano la luce) perché avverto una strana inquietudine: tu mi nascondi qualcosa…

Sei forse di nuovo febbricitante? Non ti preoccupare troppo, è la primavera, il sangue sembra

impazzito e ribolle come il vino ai suoi esordi, io chiamo questo accadimento “ enfasi del sangue”,

una definizione che certo ti piacerà. Ti autorizzo a usarla nei tuoi prossimi scritti…

Devotamente, la tua Marie Parigi, 22 settembre 1897

Cara Marie, tu hai veramente un sesto senso. Sono a letto, nella mia camera senza suoni, e il

sudore mi avvolge come un sudario… strana assonanza, non è vero? La tosse è secca e insistente

ma il respiro è normale. Ti aspetto con ansia, ti prego però di non cucinare in casa mia. L’odore del

cibo mi dà la nausea. Porta uno dei tuoi manicaretti già confezionato e racchiuso in una di quelle

meravigliose scatole su cui incolli le poesie che scrivi per me, meglio, per la mia Anima.

Scatole poetiche…le conservo tutte, a volte le leggo ad alta voce come un teatro. Attendo un’altra

sorpresa: poesie, del buon cibo e quel tuo profumo alla violetta che sfiora tutto ciò che tocchi.

Non cambiarlo mai, ti prego, fa parte della mia vita.

A presto, tuo Marcel. Parigi , 24 settembre 1897

Caro Marcel, chissà se questi nostri biglietti andranno perduti o qualcuno un giorno li troverà.

Quando introducesti nel tuo “questionario” la domanda :- Chi è per voi una donna di genio?-

E rispondesti per primo a te stesso:-E’ una donna geniale che però conduce un’esistenza del tutto

normale…- sapevo che pensavi a me, ai miei scritti, al mio teatro. Un amico mi ha confidato che

hai tracciato una novella sui bordi bianchi di un numero della rivista “ La Vie contemporaine et

Revue parisienne réunies” e che ora la stai cercando. Io so chi ce l’ha, il nostro amico Robert

De Flers e farò di tutto per fartela riavere: è del primo marzo del 1896 e la tua novella è

“L’Indifferente”, non è vero?

Con affetto, tua Marie Parigi 1 ottobre 1897

Cara Marie, cerca di venire presto, ho molte cose da dirti, grazie per l’interessamento, veramente

la mia novella si chiama “L’Indifferente”, ma credevo che la sede della Rivista fosse in Rue Boissy

d’Anglas, invece si trova, fin dalla fondazione al numero 8 della Rue de la Chaussée- d’Antin.

Ho inaugurato una vestaglia di velluto color rubino che esalta il mio pallore e ti piacerà.

Ti aspetto, tuo Marcel Parigi 3 ottobre 1897

Caro Marcel, sto arrivando, Gabrielle mi precede di qualche ora, ma cosa penserà di me ? Una

vecchia signora e un giovane scrittore…cosa avranno di tanto importante da dirsi? Non sa che

sono in segreto la tua consulente di moda. I personaggi delle Novelle che tu scrivi indossano

abiti suggeriti da me e dalla mia passione per il teatro. Prepara la tavola sui toni del giallo perché

arriverò da te con una scatola speciale e un manicaretto semplice ma straordinario.

Ho “ rubato” questa volta una citazione a La Bruyère: – On guérit comme on se console: on

n’a pas dans le coeur de quoi toujours pleurer et toujours aimer.-

Si guarisce dall’amore così come ci si consola dai dolori: nel cuore non c’è di che piangere

sempre e amare sempre.

Ti invio anche la ricetta di una mia insalata speciale: “ Ananas e tartufi” perché tu possa

apprezzarla meglio quando la gusterai:

Ho tagliato l’ananas a fette sottili dopo avere tolto la parte centrale. Ho pulito i tartufi e li

affettati finemente, poi , in una coppa di cristallo ho alternato le fette di ananas con uno strato

di tartufi… dovranno macerare per un’ora, infine aggiungerò l’ingrediente segreto che tu

dovrai indovinare. Non sarà facile questa volta… A prestissimo.

Tua Marie Parigi 5 ottobre 1897

Maria Pia Moschini

Nota:

i fatti sono immaginari, ma le date e i riferimenti sono storicamente accertati.

Questo strano epistolario di cui mi sono resa autrice, fa riferimento alla

passione di Proust per la Poesia, il Teatro, la Cucina, la Moda… il tutto con grande

garbo e ironia, sempre grata a ciò che il grande Marcel ci ha donato

nel tempo: la sua Anima.


Cioccolata

Il maitre chocolatier lesse il referto con una calma assoluta: il suo io segreto sapeva.

Pochi mesi di vita. Due, tre? La cucina cambiò tonalità come se gli acciai sfavillanti,

i marmi candidi venissero avvolti da un pulviscolo oscuro. Nella mente i pensieri

cominciarono a vorticare , velocissimi. Doveva essere un addio speciale, memorabile.

Il giorno seguente chiese al suo aiutante, che aveva designato come successore, di

costruire su di lui una maschera funebre di cioccolato. Non fu una cosa semplice ma

con i dovuti accorgimenti l’esperimento riuscì. Il segreto doveva rimanere assoluto…

la maschera fu riprodotta in cento esemplari … la condizione era che i partecipanti al

funerale dovessero indossarla durante la cerimonia d’addio. Perché la parte interna non

si squagliasse era stata foderata con una sostanza isolante , una sorta di resina resistente

al calore intrisa di un ingrediente misterioso.

Dopo circa un mese l’evento ebbe luogo fra la costernazione generale. Al funerale

gli invitati apposero la maschera sui loro volti abbastanza divertiti anche se in preda a una

specie di sconcerto. La scena, ripresa da una televisione locale, apparve suggestiva,

originalissima. Presto però gli ospiti cominciarono ad accasciarsi silenziosamente. Non fu

una semplice perdita di conoscenza: la resina conteneva un veleno potentissimo che a contatto

con la pelle diveniva letale. Il maitre chocolatier soffriva di solitudine , il suo terrore era quello

di affrontare l’ultimo viaggio senza i suoi adepti. Tutti insieme ancora una volta in un grande

sogno collettivo. Fondente, naturalmente.

Maria Pia Moschini


Il silenzio delle statue

Da accessi temporali, l’anima segreta

rimuove il gesto statico,

si compone, nel cielo purificato

dal vento, il frammento di luce.

Musica inaccessibile a traduzioni

acustiche, imperfetta voce

fra le rigide pieghe di vesti

altolocate.

LORO vigilano sui passi cristallini,

mentre il sonaglio del pettirosso

tinge l’alloro di vibrazioni azzurre.

Nel silenzio la risposta circolare,

percorso che nel sacro giardino

costruisce il bersaglio

e lo declina.

Maria Pia Moschini, Giardino di Boboli, ottobre 2011