NOTTE D’ESTATE

In questa notte di silenzio, lo sguardo sale verso lo straripante fiume di stelle che mi sovrasta.In questo incontro tra cielo e terra uno spicchio di luna sembra invitarmi all’ascolto di antiche leggende di terre lontane,dove spiagge lambite da acque cristalline si alternano a paesaggi verdeggianti sovrastati da picchi innevati che si stagliano alteri, quasi a sfidare l’immensità azzurra che li abbraccia. Ed i profumi di questa notte salgono penetranti,svegliando passate nostalgie di ricordi infantili,quando una bimba con le trecce rincorreva lucciole tra i vicoli bui,per rapirne il magico luccichio;oppure si arrampicava sugli alberi per afferrare le nuvole che tra i rami correvano rapide.Ma, là dove il ricordo si fa ancora più forte,rivedo,tta i variopinti gerani,una tenera adolescente innamorata della vita e dei chiari di luna, dei tramonti infuocati e delle aurore sul mare…Per tanto tempo ho temuto che nulla fosse rimasto di quella timida,ma caparbia adolescente;nulla dei suoi sogni ,della sua tenerezza, dello stupore verso il bello,del suo desiderio di vivere in pienezza. Troppe volte più in là negli anni ho dovuto soffrire il distacco da quei valori a cui avevo affidato la mia anima. Poi,ad un certo punto della mia vita,in una notte d’estate come questa,quando finalmente i rumori del mondo tacevano e il vento spingeva dalla vallata il morbido profumo di ginestre,ho capito che,pur tra l’indifferenza e le cattiverie del mondo,valori come la libertà, la bontà,la solidarietà,la speranza…sono ancora rintracciabili nel cuore dell’uomo. In fondo la vita non mi aveva strappato via le cose in cui avevo sempre creduto,ma semplicemente esse erano rimaste dentro di me,offuscate per tanto tempo dalla durezza ed indifferenza del mondo. Ed ora che sono avanti  con gli anni, se chiudo gli occhi,ogni volta riscopro un altro ricordo che credevo aver perso e ciò mi aiuta a continuare a credere e, se occorre, a lottare per tutto ciò che di bello e di buono si può realizzare. E se mi capita di guardare là,in quel punto lontano,tra cielo e terra,rivedo lo stesso spicchio di luna che m’invita ad amare.


UN MOMENTO DI RIFLESSIONE TRA GLI SCOGLI E GLI SPRUZZI DEL MARE…

dedicato ai miei figli Italo e Antonio e al nipotino Pietro che hanno arricchito la mia vita.

Una vela bianca là dove lo sguardo può arrivare;l’acqua crespa del mare al mattino,dove un raggio di sole,ancora timido, si tuffa…Ma ecco l’aurora con i colori inebrianti:dal rosso all’arancio,dal rosa al fucsia,dall’indaco al verde smeraldo e tutto l’orizzonte sembra esplodere in un incendio che pare esploderti dentro,per la bellezza che ne deriva…Un altro giorno comincia e,come se la natura non volesse a lungo privarti di tale bellezza,ripete il miracolo di colori al tramonto;come se il giorno che nasce e poi muore volesse lasciarti dentro una traccia e farti scoprire che le cose più belle spesso si trovano parecchio più in là di ciò che puoi toccare con mano.Devi necessariamente allora alzare lo sguardo perché,soltanto quando riesci a guardare al di là del tangibile,puoi elevare la tua anima e cogliere la vera essenza dell’esistere,che è anche capacità di guardarsi dentro.Riesci così a scoprire che in fondo al nostro essere fragile e vulnerabile si cela la possibilità per ognuno di andare oltre le miserie quotidiane,oltre l’indifferenza e la rabbia del mondo,oltre i rancori e le brutture dei cuori.Perché dentro di noi un seme piantato, già all’origine dei tempi,resiste agli attacchi del mondo,alle intemperie che sconvolgono l’animo. Resiste a patto che tu ricordi dialimentarne la forza,per permettergli non di vivere,ecco l’assurdo,ma consentirgli di morire,per far nascere ogni volta l’uomo nuovo che già é in te.Perché tutto ciò?Forse perché “a niente giova all’uomo guadagnare il modo intero,se poi perde la sua anima…”.Forse questo vuol dire morire “a se stesso”. Vuol dire far sprigionare dal nostro essere di uomini troppe volte mediocri la vera entità di “esseri miranti all’essenziale”che ci viene solo da Lui che ci ha voluti a Sua immagine. E’ forse troppo semplicistico se il pensiero va a quel bozzolo poco gradevole a vedersi,ma da cui a distanza di breve tempo,l’elegante ed intrepida farfalla si sprigiona?Ecco, è questa l’idea dell’uomo nuovo che si spoglia da tutto ciò che l’opprime,lo soffoca e non certamente per sfuggire ai problemi,ma per affrontarli con una nuova e tenace vitalità.Forse allora c’è ancora una speranza,anche quando ti sembra tutto perso e inutile,anche quando tutto intorno a te sembra dirti che non ne vale la pena.Invece io credo che sempre ne valga la pena,quando si tratta di riscattare la persona come” soggetto di valori” pronta a rinnovarsi:”Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo.” Forse il segreto é tutto qui.

Ma ora torniamo alla nostra estate, al nostro mare che inaspettatamente mi ha portata a queste riflessioni. Ecco dall’azzurro planare all’improvviso un gabbiano:un tuffo a capo fitto nell’acqua chiara ed altrettanto velocemente si solleva.Ancora una volta è riuscito ad afferrare la preda ed a librarsi nell’azzurro del cielo.Spesso mi chiedo:”E se potessi anch’io volare e librarmi nella volta celeste? Poi penso che in fondo anche noi ogni tanto mettiamo le ali:quando riusciamo ad elevarci per sfuggire alla monotonia ed al grigiore di un sistema che ci vuole piatti e silenziosi,perché così facili prede:E’ vero, c’è anche chi tenta di tarparci le ali,ma, se anche fosse,chi crede che lo spirito che ciascuno di noi custodisce si possa imprigionare? Io non lo credo e ciò mi rende entusiasta e nello stesso tempo mi consola.