Rivoluzione

Ho un pensiero d’infinito:

se uno schema è mai esistito

non l’ho appreso,

se determinato è spazio

non ho luogo.

Stabilita ogni questione?

Rivoluzione.


 

Vita a metà

Nell’attesa che infinita ci consuma,

siamo corpo che il respiro tiene in vita.

Cos’è vita?

Basta l’aria a questo corpo?

È dolore nelle ossa e nei pensieri

E bugiardo parla il giorno e passa lento.

Nell’attesa è notte dentro,

siamo mente in sogno, vita a metà piena.


 

Nuovi passi

Non guardarmi mentre sposto un oggetto e un altro ancora,

mentre lentamente muovo nuovi passi e la paura

che la stanza ha braccia strette al mio torace e l’aria muore.

Mentre passano le ore, gesti, musica, parole,

guarda altrove, se nel calice ho versato un altro vino,

che distrattamente , al buio, ogni incanto s’è perduto.

Tempo detta le sue leggi, tempo batte l’intenzione.

Benda gli occhi mentre cambio nome.

Marco De Vallier cinzietta.q@gmail.com

Pittore e poeta per diletto.


 

Forse

Dovrei cambiare linguaggio

forse anche personaggio.

Diventare un cavaliere

di belle maniere

vivere per corti

in stili accorti.

Oppure un avventuriero

dal libero pensiero

sempre a corte

della buona sorte.

Non un guerriero

sempre sul sentiero

del modo violento

per ogni evento.

Forse il sapientone

di ogni opinione

vissuto fra scaffali

di libri ornamentali.

Un individuo normale

con vita formale

in tutto stabile

e ben abile?

Un uomo operoso

e sempre premuroso

con modi originali

se non geniali?

Eccomi da trasformista

semplice un fantasista.


 

Lei

E lo scialle

sulle tue spalle

fatto di capelli

e lunghi appelli

corona di adivinità

refoli di vanità.

Vivi di scalpore

raggi di splendore

nelle carni sole

luce del sole

esprimono la bontà

d’armoniche volontà.

Da tempo maestri

i tuoi estri

riempiono i momenti

di tanti sentimenti

e preziosi ricami

su ogni domani.

Un continuo sospiro

vive nel respiro

nutrito dalla fragranza

della tua eleganza

petali di fiore

oltre ogni colore.


 

Traguardi

Quante facce smunte

con arie presunte

popolano di cere

mondi senza piacere.

I loro passi

persi nella prassi

ma senza effettive

alcune voglie affettive.

Curvi e lenti

quasi, quasi spenti

con negli occhi

ormai solo scarabocchi.

Pulite queste facce

senza mai parolacce

con volti contenti

sui paesaggi ridenti.

A piedi nudi

sui sassi rudi

sulle foglie secche

prive di pecche.

E quanto numerosi

questi passi premurosi

come gli sguardi

in mille traguardi.