Intrusione

Un merlo in volo

un lembo di cielo.

L’orizzonte spezzato

al mio sguardo limitato

Tra i pensieri a tela di ragno

passa un fascio di luce:

è la mia scuola, il mio lavoro!

Percorro ampi corridoi, ampie finestre

riflessi di luce

visioni di bimbi, di risa chiassose,

inalo la vita in quei banchi di scuola!

Sola, ascolto l’eco dei miei passi.

Socchiudo piano la magica entrata

al mio lavoro, alla porta della vita.

Il gioco della psiche: INTRUSIONE-SVUOTAMENTO

mi pervade di inquietudine.

Ristretta in uno spazio, tacita e greve

affondo nel vuoto, nel nulla.

la tua disfatta è la sua vittoria.

Esisterà una formula che annulli questa schiavitù?

All’ultimo raggio che rimane, al tramonto

vedi lo spazio che ti resta,

il confine della tua esistenza, le cose perdute!

Speri di mutare la visione

che riassume l’orizzonte avaramente.

Un tempo c’era la forza di andare a lavorare

in quell’affannoso correre

in quel vivere sognando.

Nell’aria respiro i germogli di primavera.

In un fremito di vita

mi riprendo il cielo, riconquisto il mio spazio,

il mio lavoro, la mia libertà

 

in un mondo che vive.

Resto ancora un po’

a proteggere gli ultimi albori

della mia identità di essere


 

Diciottesimo

Danzando

su un tappeto di ninfee

percorri

il lento scorrere

di un corso d’acqua.

Illusioni.

Riflessi di luce.

Volare nel vento

tra il verde della valle.

Idillio di vita

bella, dolce, tenera

nella tua primavera.

Debole nel piangere,

fragile nel cuore,

tenace nel carattere.

Limpidi, presenti

i tuoi grandi occhi neri

alla metamorfosi del tempo.

Rimani sempre

nella tua identità.

E’ nata una stella.

Gioia, Luce

nella mia strada

orgoglio di Essere.


 

Banalità

Disfatta sul letto

pigra, mi affaccio

ad un’alba nuova.

Ce la farò?

Non so più cosa dirmi:

ho risolto in silenzio

la morale infingarda di un essere

incapace di vivere,

stravolta dalla serie meccanica di atti incongrui

BANALI

pesti di delusione

Fragile la mia vita,

di cristallo il mio essere irrisolto,

fingo di essere

tra tanti ufi affogati nella nebbia.

Un’ illusione naufraga

raccolta nel buio,

in un urlo, segugio d’autenticità

SFIDA

i morti in piedi che continuano a vivere

SFIDA

una città che segue sorda

l’ombra dell’abitudine mediocre

come morale.

Attesa, speranza

di un’anima profuga

ma vera, autentica.