Una Parabola Moderna: ” Un Padre aveva tre Figli…”

Un padre aveva tre figli.
Il primo, Giacobbe, aveva 50 anni.
Il secondo, Cristiano, aveva 30 anni.
Il terzo, Mohammed, aveva 18 anni.

I due figli maggiori, Giacobbe e Cristiano, disapprovavano il comportamento del figlio più piccolo.
Infatti Mohammed, come quasi ogni adolescente, era ribelle e spesso violento.
Essi desideravano che il Padre intervenisse, per costringerlo a diventare giusto e saggio come loro.

Ma il Padre li rimproverò, dicendo:
– “” Voi adesso non ricordate, ma anche voi, a 18 anni, vi siete comportati così!”
Ma essi ripresero:
– ” Ma Padre, lui può imparare molto dalla nostra esperienza, ora che abbiamo l’uno 50 anni e l’altro 30 anni”.

-” Figli miei” – riprese il Padre – ” anch’io, allora, tentai di trasmettervi la mia esperienza…
Ma, prima l’uno e poi l’altro, mi diceste che le mie idee ormai erano superate e che desideravate sperimentare nuove strade.
Solo dopo moltissimo tempo avete capito, sulla vostra pelle, ciò che io vi ripetevo da tanti anni e che voi avevate giudicato ormai senza valore”.

“Quando io vi predicavo la Mitezza… voi usavate la violenza.
“Quando vi parlavo di Amore… voi avete coltivato l’odio nel vostro cuore.
“Quando vi supplicavo di essere Misericordiosi… voi mi giudicavate debole e vile.”

– “” Ma Padre, noi adesso abbiamo capito !!!
Adesso viviamo secondo la tua parola con tutta la nostra buona volontà…
Perchè non possiamo evitare che il nostro fratello più piccolo ripeta i nostri medesimi errori?”

– ” Figli miei, io amo tutti voi tre più della mia stessa vita…
Quante volte avrei voluto evitarvi tanti dolori, errori e delusioni…
Ma a nulla sono valse le mie parole e la mia preghiera.
Voi avete fatto le vostre esperienze…

Tu, Giacobbe, adesso che hai 50 anni, sei mite, amorevole e misericordioso…
E tu, Cristiano, che hai 30 anni, hai anche tu maturato queste qualità, ma puoi ancora migliorarle.
Ma questo vostro fratello, che è nato tanto tempo dopo di voi…
Adesso deve attraversare lo stesso vostro calvario, per poter capire.

Perciò, abbiate la fede e il coraggio di aspettare, soffrendo e temendo per lui e con lui…
Così come anche io ho fatto con voi, e farò per lui.
Sarà un cammino doloroso, terribile, spesso disperato e senza alcuna pietà e perdono…
Ma, a poco a poco, anche il vostro fratello Mohammed giungerà alle vostre stesse conclusioni…
E capirà il valore dei miei e dei vostri insegnamenti…

Scoprirà. come un bimbo che viene alla luce, che nulla ha più valore della Mitezza, dell’Amore e della Misericordia…
Scoprirà, attraverso le sue e le nostre lacrime, che nulla ha più valore del suo… del vostro… del Nostro Umile Cuore di carne.”
(dedicato al Popolo dell’ISIS).


LA MIA DESOLATA.

” TUTTO E’ COMPIUTO…”

LE TUE PAROLE.
E IL FREDDO E’ SCESO SU DI TE
SUL TUO VISO,
FIGLIO,
DIO MIO.

IL TUO CORPO E’ QUI,
FREDDO E INERTE…
E TUTTE LE LACRIME CHE POSSO VERSARE,
E TUTTO IL DOLORE CHE POSSO AMARE,
NON PUO’ DONARE UN BRICIOLO DI VITA
NE’ SANARE LA TUA PIU’ PICCOLA FERITA.

“TUTTO E’ COMPIUTO…”

LA TERRA
UN DESERTO PER ME
PERCHE’ OGNI PIU’ ESILE FILO D’ERBA
ERA PER TE.
OGNI RESPIRO E AFFANNO E GIOIA
ERA PER TE.
E ORA…

IL TUO CORPO E’ QUI,
FREDDO E INERTE…
E TUTTE LE LACRIME CHE POSSO VERSARE,
E TUTTO IL DOLORE CHE POSSO AMARE,
NON PUO’ RIDARE LA VITA
A TE,
CHE SEI LA VITA,
FIGLIO,
DIO MIO.


Lo spazio di una poesia.

C’è sempre spazio per nuove poesie,
per nuovi voli della mente,
per pensieri appena nati
tra le mille storie della gente.
Storie di uomini diventano versi
e stornelli sconosciuti
salgono dolcemente alle finestre
dai begli occhi incantati.
Con antiche fisarmoniche,
chitarre e violini pizzicati
e i tamburelli felici
di menestrelli stonati.

C’è sempre spazio per nuovi poeti
bambini senza età
che prendono per il naso
il tempo e la realtà
per tenere ben stretti
con ingenui stratagemmi
ricordi, amori, sogni,
desideri, gioie e dilemmi
tra giochi di parole
e lacrime lucenti
che bagnano le tue bugie
e i miei piccoli tormenti.
Ti aspetto, amico mio,
come mare tiepido
in cui potrai nuotare,
come morbida coperta
che ti avvolge e dà calore,
come rifugio di montagna
sicuro e pieno di tepore.
Vieni presto, amico mio,
non indugiare.
Non lasciar che il nostro tempo passi veloce.
Forse tante poesie resteranno
Ma leggerle a te non potrò più con la mia voce.