La casa dei miei sogni

La casa dei miei sogni è una casa in riva al mare,
ampia, luminosa, e stracarica d’ amore.

Su in cima vi è un rosso tetto spiovente,
tutt’ attorno finestrelle di legno variopinte.

I davanzali sono ornati da splendidi fiori odorosi,
mentre in giardino vi sono due grandi e forti alberi ombrosi.

La porticina d’ ingresso è di verde colorata
E così il cancelletto da cui la casa è circondata.

Da ogni stanza si può ammirare il mare,
in ogni angolo se ne può sentir l’ odore.

La casa dei miei sogni ha tante camerette:
alcune sono grandi, altre piccolette.

Nel salone dei ricevimenti riecheggian le risate dei bambini,
quando, durante gli intrattenimenti, di divertono felici, tra giochi e pasticcini.

In cucina si preparano manicaretti straordinari:
gustosi, fantasiosi ed un po’ particolari.

In camera da letto si può dormir tranquilli,
facendo sogni allegri, sereni e sempre belli.

In Biblioteca si leggono libri interessanti,
ricchi di splendide immagini e di storie appassionanti.

Nello Studio si compongono racconti, favolette e poesie,
al suono di soffuse e delicate melodie.

Su in terrazza si può prendere il the,
accompagnato da biscotti, dolcini e bignè.

La casa dei miei sogni è sempre aperta a tutti,
che siano alti e belli, o piccoletti e brutti.

Perché non vi è differenza alcuna di razza, casta o esteriorità,
purché dal cuor di ognuno trabocchi la bontà;

che al mondo è ciò che manca più di ogni altra cosa,
mentre a casa mia, x fortuna, ve ne è a iosa;

e vi è rispetto, considerazione verso gli altri, generosità,
purezza di pensiero e d’ animo nobiltà.

Tutte quelle doti che rendono bella la gente
Non solo nell’ aspetto, ma anche interiormente.

C’è solo un problema, purtroppo molto grande:
la casa dei miei sogni non esiste realmente.

L’ ho immaginata e costruita io,
mattone su mattone, quaggiù nel cuore mio.

Mi ci rifugio spesso, quando sono triste:
quando la vita è ria e le giornate meste.

Perché talvolta la fantasia
è la miglior cura che ci sia;

e non vi è nulla di sbagliato nel rifugiarsi in essa,
se come soluzione abbiamo solo questa.

Ed è per questo che, aspettando migliorino i giorni,
socchiudo gli occhi e torno,
nella casa dei miei sogni .


Una lettera scarlatta

Quanta angoscia, quanto dolore,
può sopportare senza infrangersi in mille frammenti un cuore??

Quanto lunga può essere la strada della sofferenza,
prima che si giunga ad un bivio e si intraveda la speranza??

Quante lacrime possono venir giù da occhi logorati dalle pene,
nell’attesa che un miracolo muti finalmente le scene ??

Me lo domando spesso, nel silenzio della notte,
mentre miriadi di pensieri nella mia testa fanno a botte.

Mi domando quando gli altri smetteranno di volermi ad ogni costo cambiare:
se mai, come sono, riusciranno ad accettare.

Perché per loro sono strana, sono particolare:
la mia personalità non è del tutto normale.

Ma chi ha tracciato tra il Normale e l’ Anormale la linea di demarcazione,
non ha mai conosciuto il significato della parola “ disperazione “.

Non ha mai pensato, o forse non se ne è curato,
che tante e tante persone avrebbe danneggiato.

Che avrebbe fatto profondamente soffrire anime innocenti,
colpevoli solo di appartenere a personaggi stravaganti.

Che avrebbe impresso sul petto di ciascuno una lettera scarlatta,
affinché fosse a tutti riconoscibile una mente matta.

Ma in qualche modo chi ha tracciato quella linea posso giustificare:
non conosceva quella fetta d’ umanità,
non la poteva di sicuro amare.

Però non mi riesce proprio più di perdonare
chi non rispetta ed accetta il mio modo di fare.

Chi dice di volermi bene, ma contro di me continua ad urlare,
perché non mi avvicino ai canoni della normalità,
e come vorrebbe non riesco a diventare.

Se ami una persona, non pretendi radicalmente di cambiarla,
ma con pregi e difetti tenti di accettarla.

Se qualcosa proprio non ti va, cerchi di mediare,
ad una soluzione per entrambi congeniale tenti di arrivare.

Ma soprattutto non la ferisci dicendole che è strana, diversa, anormale:
per un animo sensibile questa è un’ offesa micidiale.

A tale conclusione sono arrivata,
dopo aver sofferto tutta la vita per non essere apprezzata;

per essermi troppe volte sentita ripetere che l’ originalità in me era un male,
che dovevo impegnarmi per diventare più normale;

per aver tentato di adeguarmi quanto più ho potuto,
per farmi accettare ed amare da chi in me non aveva mai creduto.

Adesso sono stanca di soffrire,
tutto questo dolore non riesco più a sopportare.

Sono fatta così, che posso fare:
ho provato con tutte le mi forze, ma non riesco a cambiare.

Da questo momento non cercherò più di farmi amare:
se così non sto bene a qualcuno, poco male!!

L’ amore è quanto più conta nella vita,
ma estorcelo non è la soluzione più indicata.

Con tutto il cuore, questo detto,
a questo scritto fine metto,

con la speranza, però, che quanti ho amato abbian capito,
quanto profondamente mi han ferito.

Magra consolazione ??
No : il solo modo che ho x uscire dalla disperazione.


Polvere bianca

Ho guardato i tuoi occhi stanchi,
un tempo allegri e vivaci, adesso tristi e spenti.

Ho stretto le tue mani, le ho portate al mio viso:
avrei voluto strappare a quei tuoi occhi un sorriso.

Ti ho tenuto tra le braccia, ti ho stretto forte forte :
col mio amore avrei voluto portarti via alla morte.

Quante notti ho trascorso sveglia a pregare,
sperando di vederti da un momento all’ altro ritornare.

Quante volte mi sono seduta accanto a te per parlarti:
quante promesse il mio amore è riuscito a strapparti.

Ma non riuscivi a mantenerle quelle promesse:
perdonami, mamma , devo andare;
è più forte di me, mi devo “fare” !!

E dentro sentivo un devastante dolore:
artigli d’ acciaio mi laceravano il cuore.

Ti ho condotto ovunque vi fosse una speranza:
ma nulla, purtroppo, è stato mai abbastanza.

Ho percorso le strade più impensate,
cercando soluzioni disperate.

Non ho mai voluto arrendermi e continuavo a pregare:
che Iddio ti aiutasse, che tu riuscissi a cambiare.

Perdonami, figlio mio, se non ti ho saputo aiutare:
se ho creduto che il mio immenso amore ti potesse salvare.

Ora sei qui, inerme dinanzi a me:
la tua giovane vita si è conclusa, volando via da te.

La tua anima è finalmente libera da quel veleno:
per lei, adesso, c’ è solo il sereno.

Un arcobaleno si stende ridente dietro di te:
Iddio, son sicura, ti ha accolto accanto a se’.

Penso proprio tu stia bene, ora, amore mio,
ma di una cosa non posso proprio fare a meno io:

odiare con tutte le mie forze quella maledetta Signora che è stata la tua rovina;
quella magica, mortale polvere bianca: l’ eroina.