Il blackout

Non mi accorsi del temporale fino a quando ci fu un blackout elettrico. La consolle dei video giochi si spense insieme al mio buon umore. Ero in vacanza in montagna, a casa del nonno e per annoiarmi, passavo ore ed ore con il joystick in mano. Sbuffando aspettai il ritorno della luce ma, dallo scrosciare della pioggia capii che avrei dovuto attendere tanto. Seccato lanciai il joystick sul divano e raggiunsi nonno in cucina stando attento a non inciampare. Non ero mai rimasto al buio e un po’ mi faceva paura. Nonno intanto aveva recuperato una candela e dopo averla accesa, la mise al centro del tavolo fissandola con una goccia di cera fusa, su un piattino da caffè. Ci sedemmo l’uno accanto all’altro in silenzio, distanti, ognuno immerso nei propri pensieri. Guardavo la fiammella tremula che allungava le ombre quando nonno, iniziò a raccontarmi di un gioco che papà amava quando era piccino. Mi chiese se conoscevo il “Meccano”. Risposi che non avevo idea di cosa fosse. Non ne avevo mai sentito parlare. Mi disse che da qualche parte conservava una scatola con tutti i pezzi del gioco: barrette metalliche, bulloni, viti, dadi e rotelle. Mi spiegò che servivano a costruire modellini meccanici. Stava dicendo che l’indomani l’avrebbe cercata quando, così come se ne era andata, la luce tornò e illuminò la cucina. Mi dispiacque, mi alzai e spensi la luce. Rimanemmo per ore a parlare, seduti davanti alla candela accesa. Mio nonno ed io. Finalmente vicini.


Le mani partigiane

Le vedo ancora le tue mani
dalla pelle di carta velina
attraversata da fiumi
blu in piena.
Le sento ancora calde
sul mio viso che asciugano
lacrime di bambina.
Le immagino giovani, eroiche
private della libertà
da un tiranno
senza dignità.
Le tue mani, papà
parlano ancora
al mio cuore.


Respiro

Sdraiati accanto a me e
accarezzami come fa
il vento d’estate con i campi
di grano maturo.
Parlami piano
come fossi un ruscello
che scorre tra sassi
e rami spezzati.
E cullami fino a quando
mi vedi dormire
ed io farò del tuo odore
il mio ultimo respiro.