TRISTEZZA…

Bastone in bilico, quasi sospeso,
che giaci curvo,
solitario, indifeso…

dove tu poggiavi sereno il piede,
su teneri fili d’erba gentile,
ora l’asfalto divora anche i sentieri,

solitari giacigli,
orfani di lucciole e lanterne,
riparano viandanti arresi…

qualcuno c’era, ora non c’è più,
venti accovacciati tra canneti,
spingono stoppie fuggiasche,

vele bianche, all’orizzonte,
svaniscono lentamente,
come ali di farfalle…

s’accendono al tramonto
tristi scintille,
come deboli fiammelle di lontane stelle…
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(Mario Di Mauro)


AZZURRO MARE

…c’è un sentiero
verso il mare,
sempre ricco di farfalle in volo…

il cielo tutte le mattine con le mani
intinge un po’ d’azzurro,
nei fondali.

Il posto è silenzioso,
profuma di ginestre e sale,
come fosse spumante speciale,

anche il falco di mare,
proveniente da rotte costiere,
riposa sulle onde prima di ripartire…

È il luogo dove i gabbiani, quando piove,
formano ombrelli con le ali…
per proteggere i marinai,

all’alba, se chiudi gli occhi,
par di sentire il bisbiglio
tra l’aurora e l’orizzonte,

e la brezza delle onde,
rubare un po’ d’amore
dalla bocca degli amanti…
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(Mario Di Mauro)


PREGHIERA

Ho visto un barbone
cantare un blues con la voce di un angelo,

ho pensato fosse Dio
vestito da mendicante.

Ho visto un gabbiano ferito
volare verso il paradiso,

procedeva a stento,
non so se è arrivato…

Ho visto un cucciolo abbandonato
e ho avvertito dolori lancinanti al cuore…

Ho anche visto pitturare con la bocca
e camminare con le mani,

soldati compiere il loro dovere
senza più tornare,

madri ascoltare il respiro
dei figli lontani,

nel fruscio dei venti
e piangere in silenzio…
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(Mario Di Mauro)


 

IL POMODORO

 

Ti prego,

non voglio niente,

 

dammi solo un po’ 

d’acqua,

 

accarezza 

ogni tanto la terra…

 

e togli l’erbaccia 

dai miei piedi…

 

m’assedia, 

m’aggredisce…

 

io voglio 

solo vivere,

 

gioire per compiacere,

prima di morire…

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(Mario Di Mauro)


 

NOTTE…

 

La lucciola 

mi fece entrare nel suo mondo,

 

stavano ballando 

un valzer lento…

 

a lume 

di candela…

 

Ho invitato 

l’ape regina,

 

non vi dico 

com’è finita…

 

fuori c’era 

una carrozza…

 

siamo partiti 

ammirando le stelle

 

e le bocche 

impiastricciate di miele…

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(Mario Di Mauro)


 

RUMORE DEL MARE

 

Il rumore del mare,

è un mormorio sottovoce 

 

come l’avanzata 

dei soldati al fronte…    

 

Lui ci mette il canto 

e l’uomo il dolore, 

 

come il dimenar frenetico 

del pescatore,

 

e le ferite degli scogli 

che affrontano le tempeste più violente…

 

come il pianto dei delfini,

indifesi fanciulli del mare,

 

imbrigliati tra le reti 

nei fondali,

 

strisciante, come la lotta perenne,

tra il sale e la schiuma ribelle,

 

silenzioso, come un padre,

carezzare all’alba i primi raggi di luce,

 

e le tenebre salutare 

nell’ora dell’addio…

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(Mario Di Mauro)