Molo est del mondo

D’un tratto s’acquieta la tempesta
il ritorno dell’aria, fresca,
in questa notte d’estate.

Ogni goccia che scende dalla foglia
s’infrange al suolo
dividendosi in frammenti più piccoli
quasi fossero lacrime.

Seduto sul molo ad est del mondo
guardo il mare e ti ricordo.

I tuoi gesti le tue espressioni
la tua voglia di vivere e le tue emozioni
che adesso sento addosso,
posso toccare con mano.
Sento il tuo respiro nell’aria muoversi
leggero come il volo di un gabbiano.

Manchi a questa terra e queste case,
nelle strade,
in ogni giornata in ogni sua fase.
Manchi e fai male
e ogni volta piove.
Tuoni fulmini lampi
e la tempesta non si placa dentro me.
Ogni lacrima che scende è pioggia,
goccia che s’infrange al suolo,
un colpo allo stomaco
un dolore unico.

Poi la foglia cade
e arriva l’autunno
con il vento che picchia
sempre più forte
sino all’inverno.
Qui ci si gela, dentro,
fino all’anima
un dolore eterno
che passa colpisce e fugge via
lasciandoti addosso null’altro
che una brezza di malinconia.
Leggera,
soave che non te ne accorgi,
con quella finta speranza
con quel perché non torni.

Piove, silenzioso, in eterno
e certi giorni da ogni parte
tutto sembra immenso.

A volte torno
sul molo est del mondo,
guardo le onde del mare
e ti ricordo.
Tu vieni e vai come loro
appari e scompari
senza dire una parola.

Allora chiudo gli occhi
e ascolto il rumore del mare,
il suo eco,
con la pioggia
che comincia a cadere.

Saranno forse le lacrime
a farmi capire che ci sei.
Non parlare,
t’ho sentito nell’aria,
adesso è tempo di andare.


Passerai di qui

Passerai di qui
solo ancora una volta
con le stelle danzanti nel cielo.
Passerai di qui
perché hai lasciato qualcosa in sospeso,
hai lasciato qualcosa che si chiama vuoto.
Passerai di qui
per riprenderti quello che è tuo,
per dire che ci sei,
che non sei andato via mai.
Passerai di qui
lungo l’autostrada della vita
forse dando un passaggio a qualcuno.
Passerai di qui
per vedere se le cose sono andate
come tu avresti voluto,
se tutto è al suo posto,
se nessuno ti ha dimenticato,
se ti hanno riconosciuto.
Passerai di qui
nonostante faccia freddo,
nonostante nevichi,
nonostante sia inverno.
Passerai di qui
questa e tutte le notti che verranno,
nei cuori di quelli che ti hanno dentro.
Passerai di qui
per vedere se siamo cresciuti
se siamo cambiati.
Passerai di qui,
solo ancora una volta,
lungo le rive del mio cuore,
dentro i miei sogni,
dentro il dolore.
Cambierai ciò che è sbagliato,
tornerai perché è giusto,
perché non era il momento di andare,
perché forse troppo presto.
Passerai di qui
ancora mille e mille volte,
perché l’amore che ci unisce
è eterno.
Muore la vita
si lascia il mondo,
ma chi ti ama è sempre presente,
in ogni tuo sogno.


Ci sei ancora

Lontano, molto lontano ti rivedrò,
rivedrò il tuo viso e aspetterò con ansia la tua mano tesa.
Rivedo ancora quei giorni in me,
da far paura, orribili,
giorni in cui non vorresti esser mai nato.

Ma io ero lì e ti ho visto.
Dormivi beato,
chissà forse tra gli angeli,
quelli che mi hanno riferito la tua partenza.
Il grande giorno era arrivato
ed io non ho fatto neanche in tempo a salutarti,
a chiederti se ti servisse qualcosa.

Forse avevi bisogno di me ed io di te
o forse non avrei retto la scena del saluto finale,
dell’adesso sei tu l’uomo di casa,
dell’abbi cura delle mie due donne,
quella che hai amato più della mia vita,
che mi ha permesso di conoscerti
e di capire quant’ero fortunato.
Quella sangue del tuo sangue,
che ha sofferto ma è stata forte
che ha pianto ed ha asciugato le lacrime altrui
anche senza saperlo.

Quante lacrime versate,
quanto male dopo la tua partenza
ma tu dovevi andare
e purtroppo quel treno passa una volta sola
con un’unica destinazione.

Ti auguro buon viaggio,
di quelli che non hai mai fatto,
verso luoghi dove l’uomo sa quel che vuole,
il male non esiste,
la notte è come il giorno,
il bianco va con il nero
ed il nero con il bianco.

Ed ogni volta che verrò a salutarti
tu non voltarti e continua a dormire.
Mi basterà guardarti e capire che ci sei ancora.
Mi siederò sulla tua tomba e vedrò questo
e come in un sogno sarò felice,
anche solo per un attimo,
prima che il grigiore ritorni intorno.

Quel giorno però,
quella farfalla si è posata vicino a me,
ho capito che non dormivi
ti sei accorto della mia presenza.
e ti sei voltato, ti sei fatto vivo.

Già, le farfalle sono nate leggere e fragili
ma capaci di reggere il peso dell’anima anche per solo un attimo,
giusto il tempo di un saluto.