Autunno

 

Il ballerin futuro all’accudir del tempo,

vagar si volle nell’aleggiar contempo.

Irradiato è dal venir del calor solare,

che l’estasi divina supplicò di volere amare.

Vaneggia il viver di una gemma oscura,

all’intensificar del vento dolor procura.

La vita acquistar volle al suo languire,

al desio di dormire e non soffrire.

Danzan le foglie al soffiare intenso,

che al venir giù ondeggian col suo consenso.

Autunno fu chiamato dal dio dell’era,

per rinfrescar la via dal calor si spera.

Il suon del vivere della natura,

pian piano acquieta la loro coltura.

Il tramontar del lor fiorire,

giunta vi fu l’ora del dormire.

E nell’inseguir il tempo del domani,

sperar possiamo come esseri umani.


La famiglia

 

Giubilati furon nel crear la vita,

giubilati furon nel donar l’amore.

Il dipartir che fu a loro ambita,

inseminar vollero la via del sentore.

La famiglia s’intonò al ritmo supremo,

nel germogliar la vita nel mondo estremo.

Il fluttuar al viver d’incanto,

risvegliar si vollero al munir tanto.

Gremito fu il nascere del lor desio,

che ancor d’oggi pargoletti al sol venio.

Opera divina è l’esistere della famiglia,

che amor di vita ti esorta come una figlia.

E se illuminar la mente del lor venir che fu,

irradiati siam da coloro che vivon lassù.


 

La speranza

 

Il tramontar del tempo è giunto all’imbrunire,

che il viver del domani è sempre da predire.

Speranza fu chiamata il venir del fu,

per garantir pace e serenità allor quaggiù.

Omo che garante fosti dall’essere supremo,

affossar dovrai lo strazio del dolor che demo.

Il sorriso capeggiar dovrai all’essere vivente,

per illuminar la via del cuore e della mente.

Credere dovrai nell’era del domani

e poni fiducia e gioia nelle mani.

E se il viver tuo è adorato di speranza,

irradiato sei dalla vita che avanza.