Fuochi d’artificio
D’artificio fuochi
rimbomban per palazzi.
lampi: tuoni;
lampi: schiamazzi;
disturban l’arido letargo
dell’assonnato,
accendon l’occhi, il collo
di colui c’ha piegato.
Li senti uccider il silenzio…
poi morir piano.
Segui con l’orecchie
la festa, ma
ripari l’occhi con mano.
Gioia, festa, Felicità….
Ad un tratto,
l’ombra vince
e ormai solo
ti stringe.
Ed è tutto normale.
Per un attimo
hai potuto sognare
e creder di non pensare.
Si crede d’essere
non più umani,
ma nemmeno divini.
Soli, ma anche
molto vicini.
E tutti ripensan
A una stella cara
e forse, per alcuni,
anche amara.
L’INSETTO
A volte
essere un insetto
sarebbe bello
Qualche spanna
più giù
l’umana specie
Qualche centimetro
più su
le stelle…
Potendo andar lontano
sulle ali
di un ronzio strano
Piccolo ed indifferente
seguendo l’Istinto
che non mente.
Libero dai pensieri
e dalle noie
scoprendo i cieli
delle nostre storie.
SENZA TITOLO…
Un attimo, e tutto scompare…
Un ultimo respiro, ed è il buio…
Siamo cosi impotenti
che chiamiamo sorte
fatalità e serie di eventi,
e deboli
che innanzi la morte
le nostre divengono ininfluenti
L’abbiamo persa.
Perso la speranza.
Perso le lacrime.
Perso la vita.
E c’è chi, più di noi
ha perso una figlia.
Ma continuiamo, che fa,
a dare contro al caso…
Mi raccomando, non
pensate, non
piangente, non
urlate.
Rimanete seduti!
Vi ordino di perdere…
Ora, voi mi ascolterete…
Quante volte, dovremo
ancor soffrire
su chi non h più vita
mentre il tempo ci scorre
come sabbia tra le dita?
Oggi con voce incrinata
vi annuncio:
un’altra storia è finita.
L’inverno è alle porte,
ma non vedrai il tuo
per ironia della sorte
in primavera ti dissi addio.
(Per Francesca)