PORTO SICURO

Tu guarda nei miei occhi, e puoi scoprire
l’oceano di paure che è celato
dentro uno sguardo grigio e abituato
a fendere lo spazio per sfuggire.
Aiutami a trovare nel mio guscio
la riga di una crepa, affinché possa
provare a smantellare la mia grossa
corazza, per avviarmi verso l’uscio.
Raduno le mie forze, non mi arrendo,
non voglio ritrovarmi a un punto morto.
Contraggo le mie membra a un sovrumano,
immane sforzo, e tu dammi la mano,
io sto per attraccare al fido porto
che sempre mi rincuora, sorridendo.


 

 

ACQUA

Sei pura, chiara e limpida al mio sguardo,
sei nettare che calma la mia sete.
Il tuo fluire riempie di ore liete
la mia giornata ed ogni mio traguardo.
Sei fonte della vita in ogni luogo,
se manchi non esiste soluzione.
Sei meta di ogni viaggio, ed occasione
per rendere leggero e lieve il giogo.
Costituisci parte del mio pianto,
in te tutto comincia ed ha una fine,
ma spesso testimone sei di morte.
Dei disperati arbitri la sorte,
sei spesso usata a guisa di confine,
e questo, per nessuno può esser vanto.


 

 

PAURA DELLA GIOIA

Mi trovo senza sosta a camminare,
salendo sopra un monte impervio e ritto;
e, stanco, col respiro mio trafitto,
a un passo dalla cima rinunciare.
Mi manca quel coraggio per finire,
per dare senso ad ogni mia fatica,
per non dare ristoro ad un’amica
che si chiama apatia, e che sa irretire.
Io mi avventuro sempre in grossi viaggi,
con entusiasmo scalo tutti i massi,
ma con grande paura del traguardo.
Sfiorata la magia, scende lo sguardo,
e, abulico, ritorno sui miei passi,
scambiando la mia gioia per miraggi.


 

 

SOTTO LA TUA CROCE

Cercando un segno della Tua Presenza,

io mi ritrovo sotto la Tua Croce.

Tu leggi in cuor ciò ch’io non dico a voce,

dell’anima Tu sai trovar l’essenza.

 

Io fisso Te morente, ed ecco un fremito,

che sgorga dal Tuo Sguardo dolce e puro…

La Croce Tua ci salva dall’oscuro

mortal peccato, e sempre ascolta il gemito

 

di questa terra che non vuol capire

che solo Tu, Signore, hai Vita Eterna,

e sol seguendo Te vinta è la morte.

 

Per Te voglio gridare chiaro e forte

che sei dei passi miei lume e lucerna,

che AMORE è sola legge da seguire.


AMORE E RAGIONE

Destatosi improvvisamente solo,

l’amore si rivolse alla ragione:

“Sorella”, chiese a lei, “dammi occasione

di prendere il tuo posto”, e spiccò il volo.

 

Per quanto la ragione possedesse

assai ragion da vendere e buon gusto,

decise che conceder fosse giusto,

le facoltà che amor voluto avesse.

 

“Ricordati che, mentre hai i miei poteri,

io non potrò più agire in tua presenza,

per questo fa’ ciò che vuoi e torna presto”.

 

Soltanto che l’amor fu molto lesto:

rubò tutti i poteri, e in emergenza

lasciò ragione, e ne occupò i pensieri.


FINE

Trovarsi con le spalle contro il muro,

travolti da una morsa soffocante,

e ingurgitare attoniti il pesante

boccone amaro, e il sole è ancora scuro…

 

La nave non è più arrivata in porto,

e la tempesta ha vinto, ormai è deciso…

Utopico è sperare nel tuo viso,

mentre il mio fiato adesso è triste e corto.

 

Il tempo non mi è mai mancato, è vero,

la colpa del tuo viaggio è stata mia,

e struggermi non serve a darmi pace…

 

Potesse il Cielo consumar la brace

che ruvida si posa sulla via,

e rende ormai il mio cuore freddo e nero…


 

IO, BIMBO

Se qualche volta inciampo, non temere,
due coccole e mi rialzo in fretta,
ai miei capricci non devi dar retta,
a volte voglio farmi un po’ vedere.
Non dare per scontato ogni mio gesto,
e quando sbaglio dimmelo, ti prego.
Una cosa importante io ti spiego:
per crescer non esiste un tardi o un presto.
Anche se sono un bimbo, io comprendo
tutto l’amore che provi per me,
e amore è ciò che voglio regalarti!
Abbracciami, e insegnami a cercarti,
e se una volta voglio far da me,
tu lanciami un appiglio, ed io lo prendo!


L’ACROBATA

L’ora è scoccata, il tempo ormai è propizio,
puoi far vedere a tutti quanto vali.
Senza rimpianti, spiega le tue ali,
come un falco davanti a un precipizio.
Resta in attesa del plauso scrosciante,
prova a pensare alla gran meraviglia
che donerai, sol sbattendo le ciglia,
a quella gente in attesa vibrante.
Difficile obbligare la tua sete
di gloria a conformarsi alla ragione,
che t’imporrebbe certo di fermarti.
Acrobata, io cerco d’imitarti,
ma non mi trovo dentro ad un tendone,
e sotto a me io no, non ho la rete.


 

PERDUTO AMORE

Resta nel tempo, non chiede il permesso,
vive negli occhi di chi ha visto il mare,
non ha bisogno di giustificare
l’umile origine del suo insuccesso.
Scarica il cuore, balla nello stomaco,
rende incapaci di usar la ragione,
muove il tuo sguardo alla contemplazione
di un vecchio muro a cui manca l’intonaco.
Puoi sì negarlo, coprirlo di scuse
anche ubriacarlo con frasi di resa,
cucire insieme brandelli di vita.
Resta il tuo tempo a fuggir dalle dita,
a consumare la corda tua tesa,
fragile idea, che da sempre t’illuse.

 


PAROLE VANE

Sepolto da un oceano di parole,
il cuore non ha più saputo uscire.
E’ stato quasi al punto di sparire,
di rinunciare a rivedere il sole.
Ormai quasi sconfitto e senza fiato,
ha chiuso gli occhi, rassegnato e inerme,
ma, senza aver bisogno di conferme,
un vecchio suo ricordo l’ha destato.
E allora lì ha deciso di lottare,
scavare e risalire in superficie,
buttando dietro a sé parole vane.
E ciò che poi alla fine ti rimane,
rinato, come l’araba fenice,
è un forte desiderio di volare.


 

SOGNO

Non mi svegliare da questo riposo,
non disturbare il mio sogno che è in scena.
Fammi incantare da questa sirena
pronta a cullare il mio viaggio affannoso.
E come Ulisse, ma senza il suo ingegno,
io riconosco la dolce utopia,
sono sì indotto a seguirne la scia,
anche se so che poi lascerà il segno.
Vedo il sussiego di antichi ricordi,
sento la docile e odiata amarezza
riempire il sogno di lucida bruma.
E come l’onda, che termina in schiuma,
al mio risveglio è finita l’ebbrezza.
Torno al reale, son questi gli accordi!


 

PICCOLI

Non so stancarmi di quello stupore
che riempie gli occhi di tutti i bambini.
Quell’espressione da implumi pulcini,
intenti ad osservare con candore.
Così un legnetto diventa una spada,
e un piccolo gradino una montagna!
Che importa se un po’ d’acqua poi li bagna,
se sembra siano gocce di rugiada?
Le cose che ci paion complicate
altro non sono che mere sciocchezze.
I loro cuori, come dei diamanti,
ci fan capire che i veri insegnanti
non siamo noi, con le nostre grandezze,
ma loro, piccole anime fatate!