Ti… prolunghi
Ti…
pro-lun-ghi
esitazione greca
meditata terragna
travaglio di maggio
letto filo di fiume
incatenata
schiava già autunnale
sogno di sempre
mi traspari
fonte liquida
sorridere segreto
senza limite
azzurra roccia
anima del mondo
Maria inquieta
terra infinita
carezza del sole
mano assetata
amata incerta
confuso mormorio
chiusa
stella mistero
voglia stanchezza
velo che danza
sempre
danza ignota
dio o demonio
tu re-si-ste-rai
anima mai ferma
all’e-si-ste-re
degli astri.
Canto degli amori insorti
E’ l’idea che sopraggiunge
mi assalta
il vento contro
al sole distante
segue l’ora del ritorno
procede per quadri
e segni sulla pelle
come canto sofferto
l’amore degli insorti
i pensieri
ribelli
assorti.
La luna e la pietra
(Una sera, davanti a una scultura di Pinuccio Sciola)
Si apre mezza
la luna
scende la luce
chimica
come grandine sui graniti
verticali vertiginosi
appare la pietra solida
solcata striata
violata vellutata
o come foglia d’oro
lamina che scintilla
sprigiona i soffi vorticosi
degli ultimi martiri
universo ipnotico
fra il vento lungo
di maestrale e freddo
quel muro bianco siderale
dolente
racconta di sangue
innocenze e carne viva
la bocca si chiude
e lacrima
lo stomaco pietrifica
si apre mezza
la luna.