Il vecchio poeta,

Lo trovi avvolto nelle falde
del suo cappello nero fumo,
dove dolci roteano i suoi sogni
il suo tabarro scuro… è un saluto…
che sa di farina di castagne.
Il suo ombroso sguardo
è luce mattutina, di chi vive la notte
e muore lentamente il giorno
come i crisantemi estivi
si sfoglia, e la sera il crepuscolare risveglio
accompagna come cibo sapido
i suoi inebrianti vini che sanno di
canapa e assenzio…
il puzzo d’amore e inchiostro
si infetta nel tenue calore, del tannico legno
scolpito nel suo tascapane
dov’è solito custodire
il suo più profondo segreto
che non è altro che cuore spruzzato
su carte antiche, mai viste
che nessuno può sentire
tranne un vecchio signore,
che infante e ingenuo
cerca in un momento magico
il movimento tenebroso delle nuvole…
cariche di pianto.


Sensi.

Odo con gioia il profumo di sterco,
l’oro di uno stagno grigio,
di ninfe sporcate di fango,
carezzo l’aria della notte
di luna nera che piove silenzi,
gusto il pane… del più misero grano,
colto da mani povere,
di sangue, e pudore,
ascolto il scivolar quieto delle foglie,
su rugiade che sanno di antico
segreto rifugio e freddo giaciglio,
e loro… appaiono… lacrime spente,
come se l’anima movesse a stento…
ed un tratto m’accorgo e mi desto,
scorrendo curioso con un dito
il posto segreto,
dove cadon le stelle…
l’estate.


L’ultima notte.

E..in lontananza,
il suono di un violino…
è come un fiore d’autunno che
lascia il suo colore
impallidito e fiero,
ed un inverno portato,
con il suo freddo…
ne intorbidisce il suono,
e inonda l’aria e..
.lascia petali e corde,
solo a chi… ha udito..il suo pesante fardello
.E ne riconosci la melodia,
lieve e dolce, come
la carezza tenera,
dell’ultima notte.