Rubi nei miei occhi

Rubi nei miei occhi il silenzio.

Ladra d’Amore.

Vacilla il mio cuore ai tuoi

pensieri

un’imo di storie vissute

si sovrappone al presente,

ne suppongo la fine,

sguardi annaffiati di sole

si sovrappongono ai lati scoperti

e torna fuggente il sorriso

su labbra increspate

e vive di rosso purpureo.


 

Sarà del dolore

Sarà del dolore che ho evitato

che io provo sollievo

o del pensiero di non averlo provato?

E’ lì il dolore e viene comunque,

dobbiamo solo prenderne atto.

Vorremmo uscirne come torme

di gabbiani al cupo suono di una nave

e come gabbiani disperdere l’intenso

gorgo nell’immensità del mare

per poi mai più ritrovarsi

o rimanere emendati da una cicatrice

o rimanere scolpiti nel ricordo,

tenue riminescenza di più gravi

antefatti. E come L’Amore possa

in tutto questo avere un ruolo

chiedetelo all’anima, non al corpo!

Una lacrima trafigge il tuo viso

ma è un gesto d’Amore che tracima

dai pensieri, assurdo star lì a

guardare una lacrima di felicità.

Complice io di te, del nostro

essere uno. Rubi nel mio cuore

il sapore di te.


 

Sarà come un addio

Sarà come un addio

quest’autunno acquiescente,

questo staccarsi di foglie

che sanno di cuore appena liso,

di mente sconvolta come piccioli

di foglie aggredite dal vento

e strappate all’Amore.

Gridasti! Un suono sordo sgorgò

dalla tua bocca, come l’impeto del

vento tra i rami. Voltasti le spalle

come chi chiude la porta senza

rimedio e sospinta dal vento

ti sentisti più leggera, oltrepassata

dal vento bianco nel corpo, nel cuore

nell’anima. Il freddo dell’inverno

non fu pari al freddo del tuo cuore.


 

Florence

Florence era il nome del suo profumo
e lo ricordavo persino nei miei sogni.

La nudità dei tuoi occhi di camelia
impazziva i miei di profonda meraviglia
e si frangevano le aure in un amplesso
cognitivo come d’angeli estasiati.

Rincorrevo i tuoi occhi nella mia
illogicità.
Slegavano i lacci del mio cuore
le tue conturbanti occhiate.

Il prezioso gioco della passione
– come fiume sotto la tempesta –
invadeva le notti devastando le ore
del riposo. Eri ossessione o Amore?


 

Eri prima di te.

 

Eri prima di te
del tuo essere scolpita
ne ho raccolto i resti di
di pietra dura e li ho conservati
polvere di te come polvere di cometa.
Sul mio corpo sei (in mille tue sfaccettature)
ed un sentimento si forma tra le mie
braccia avide che ti stringono
nelle tue cose da cui tu vieni
e forse non godo della tua
perfezione, ma godo, oh se godo,
delle tue mancanze.
E sei mia come io volevo
e sei mia perché ti sento
e sei mia, anch’io polvere di una
cometa passata troppo in fretta,
nell’eternità dei sensi.


 

Sintomi di te

Sintomi di te
d’un amore regresso
d’un canto di viole
di un’ orda di ciclamini
di parole mai dette ma comprese
oh se comprese! Di occhiate
– fuoco del deserto – virulente
di sensazioni inappagate
ruoli non conformi o non detti
precise metafore di amori
incisi sul bronzo della pelle
scolpiti sintomi di te
appagano la mia dolente
illusione di mari incompresi
dalle onde fluttuanti in un
andirivieni in un andirivieni
scandito dal rumore della sabbia
così inconsueta sei in me.