Mediterraneo d’Ottobre

Ah, Mediterraneo di sogno,

freddo scettro

di grigio sul cuore,

profumo di pioggia

su un pianoforte nero,

di mani e gomitoli,

sciarpe perdute

e strade lucide in pietra lavica.

Ah  Mediterraneo di sogno,

fiaba di vetro

e finestre corrose,

sole in disuso,

ombre di date calde

e mani di donna sulla mia vergogna

lasciata di vento

sulla sabbia bagnata.


Pioggia sulla Bolognina

Stinte e distratte

si disperdono

le ore della pioggia.

In rivoli vanno,

mistiche e scalze

nelle luci chiuse

dei cortili e dei calamai.

Oggi va così:

le ore si annoiano

e si inzuppano,

cercano riposo altrove,

laddove furono

i miei ricordi assolati,

tra i refoli alzati dai ciclisti

nelle domeniche

dei viottoli lastricati.

E intanto girano smarriti i minuti,

anonimi sui vinili graffiati,

arresi alla cadenza ferruginosa delle grondaie,

silenziosi come gli addii sui pontili.


Speranza

Voglio tornare alle mie ali,

al basso percorso del mio sangue

e delle mie unghie musicali;

voglio tornare a misurare le distanze che covo dentro,

scavare solchi d’impeto e d’ossigeno;

Restare sulle palpebre degli altri

quando giunge un saluto di partenza.

Voglio tornare…tornare…tornare,

come un urlo di cortile,

come un’esplosione di grano.

Tornare allo scirocco di quelle pagine

delle tre del pomeriggio,

alle statue ossidate nelle città frequenti,

tornare all’odore dei cassetti che aspettano nelle ore inoperose,

al silenzio freddo del vino chiuso nelle cantine immaginate,

agli occhi antichi dei bimbi sui davanzali bagnati…

… a Dio…