Poesie
“Menti, lo so che menti:
lo noto da come mi guardi,
lo so perché non lo senti; 3
seppur siam stati testardi,
ora è inutile al cielo urlarlo,
oramai tornare indietro è tardi. 6
Non è possibile ripararlo:
non è come un problema,
ché se sbagli puoi rifarlo; 9
non c’è nulla che mi frena,
con me non più puoi restare,
ecco, né al mattino né alla cena”. 12
“Sai bene che di me ti puoi fidare.
Guarda, mi vedi che ti urlo:
-Ti prego, non mi abbandonare!- 15
Sai bene che di te non mi burlo,
questo l’ho rovinato già abbastanza,
questo da sola più non posso condurlo 18
avanti, questo amore che avanza,
povero cuore – da sola più non posso
cercarti e ricordarti non è abbastanza. 21
Il mio cuore è ridotto all’osso:
il mio spirito senza te è sì vuoto
che mi pare quasi di esser già nel fosso”. 24
“Menti, non è più così per me:
lo vedo quando guardo lo specchio,
che passato è il tempo che parla di te; 27
me lo sussurri nell’orecchio,
ma questa antica menzogna
mi ha reso ormai vecchio. 30
Ora vorrei portarti alla gogna:
vorrei esser io certo a farlo,
gettare il tuo corpo nella fogna; 33
né posso far a meno di guardarlo,
eppure, non è per lui che ti amo
ma per lo spirito, per lui potrei risollevarlo”. 36
“Sapevo, sapevo che non fosse vano.
Infatti ho continuato ad aspettarti:
-Ode d’amore- ancora cantavo. 39
Speravo che riuscissi a salvarti
dalle mie menzogne e affanni,
speravo che riuscissi ad amarti 42
ancora, nonostante gli inganni,
nonostante le mie tristi bugie,
nonostante siano passati gli anni. 45
Da allora mi seppellirono le mie:
ti prego, cogli e fai tue queste rime,
parole, che fan le donne non pie e rie”. 48
“Non oltre ormai posso indugiare:
non oggi, non afferrerò le tue parole,
ti lascio, me ne devo andare; 51
tenterò ancora di tener alto l’onore,
sì che anch’io nel fosso non andrò a finire
covando in segreto questo amore. 54
Questa strofa la lascio dunque aperta
poiché la nostra fine ancora non è certa”. 56
Se non mi è concesso l’amore,
credo pure che lo sia una risposta.
Di averne negata una non son memore –
quando fra le mani il mio volto prendesti, 4
desiderosa che il mio dolore cessasse;
né col guardo mi cercavi, supplicando,
così fingendo il mio me t’ignorasse
sottecchi, né soli in quella stanza stando 8
nella notte buia, mentre gli occhi altrui
su di noi eran puntati infatti,
a dir che l’amore è vero, allora io fui,
e difficile e che noi avrebbe avuto ratti. 12
Ti lasciasti una lacrima sfuggire,
allora tu, avendo il capo scosso,
per scia scese e ti facesti ferire,
e come una lama ti solcò il volto rosso. 16
Ne vidi un’altra arrivare e splendere:
parve diamante ma lama anch’essa,
non mi accorsi che non potesse fendere,
che fosse di felicità e non tristezza. 20
Ma triste pure eri, seppur eravam vicini
presto sapevamo ci saremmo separati,
già la nostalgia vedevo che la sentivi,
sì che chiedevamo se ci saremmo amati. 24
Se vi sia una risposta, non aiuta,
al sentimento e all’amore: certo, però,
quando lo si nega o rifiuta;
ecco dunque, se così, la troverò. 28
E se è l’amato che neghi, seppur lontano,
sappi che tosto dolore lo invaderà
e quelle lacrime e il parlar sarà vano
e tale agire alla rovina lo porterà. 32
E se dunque prima domandar era tanto:
“Perché non mi hai amato?”;
allora adesso con parole di pianto
ti supplico e dico: “Perché mi hai amato?”. 36