AYLAN
Mentre tu sei in barca a guardare il sole
anch’io sono in barca, ma in un vano motore.
Lo stesso mare ci bagna, ma per me diventa lagna.
Tu vivi in paradiso, a me si spezza il sorriso
perché l’acqua sale e vorrei non affogare.
Le urla dei bagnanti esprimono felicità,
ma noi siamo tanti e affoghiamo per la libertà.
Pensavo fossimo fratelli, ma noi siamo solo fardelli.
Mio padre e mia madre non hanno le tue strade.
Tu sorridi e prendi il sole, mentre qui è tutto orrore.
La stessa acqua ci bagna, ma per me è lagna.
Piango e mi dibatto, le mani han perso il tatto.
Tu resti sulla battigia, mentre la mia vita diviene grigia,
prima di diventar nera e perdermi nell’atmosfera.
Dal mare al paradiso, in un ultimo sorriso
perché stringo l’ultima mano che ha un cuore siriano.
È la mia amica bella che muore come stella,
aperta sì, nel mare, prima di affogare
nel silenzio di un viaggio che diviene miraggio.
Ma tanto a te cosa importa, sono io ad esser morta.
L’ATTESA DELL’AUTUNNO
Orgogliose nuvole, compagne di luna crescente,
vestite di rosa vermiglio, salutano l’ardente estate…
La pioggia appena caduta
ha risvegliato l’odore del ramingo rosmarino e
il sapore della menta accompagna il dolce incedere del limone…
Non lacrime ma pensieri e ricordi
si mescolano in quest’ultimo scorcio di luce…
Solitari sono i poeti all’imbrunire
e le loro menti danzano sulle malinconiche vite,
come ballerine gitane…
Il tempo ormai andato è triste compagno degli anziani…
Ora non resta che sperare che i sogni
delle loro giovanili passioni
possano rivivere nel futuro dei loro nipoti…
Nulla è più come un tempo perché
il tempo pur perpetuandosi all’infinito,
non muta, ma l’uomo,
nel suo piccolo viaggio, lo percepisce diverso…
Placata l’anima al ristoro del dolce odore di terra bagnata,
il volo interrompe il suo corso…
La luce saluta il giorno e l’amore aspetta di esser vissuto
dai giovani amanti, convinti che il loro abbraccio non sia
il ripetersi di un gesto millenario,
ma il primo atto di una nuova esistenza…
Il canto si placa, la voce del silenzio si fa ninna nanna
e tutto resta uguale nella sua diversità…
Sospiri, bisbigli, carezze e il profumato odore delle lavanda
accompagnano il divenire dei sogni…
L’EMOZIONE DEI MULINI DI NEVE
Come musica di un addio, sono i tuoi silenzi…
Le ferite dell’anima e i ricordi di lucerne a olio,
accompagnano i mie fantasmi…
distanza di sogni, profumo di lacrime
trasportate dal vento, come mulini al tramonto
vorticano le parole dei libri…
Viaggi di memorie sul soave strisciare dell’attesa
che come malinconiche note
accompagnano il profondo desiderio…
Fragile, il misterioso universo vigila, con i primi bagliori,
le nostalgie dei dolci bisbigli…
Come violini gitani, le lacrime di addio
bagnano le radici degli alberi,
ultime sentinelle delle nostre malinconie…
Il caotico ordine del mio intelletto
dà voce agli ideali di amore,
alle sospiranti carezze della nostra fragile opera,
di baci e passione…
Immagini di mani e sorrisi all’intima luce di un fuoco,
voce delle mirabili stelle,
compagna del lontano trascorrere degli intimi brividi,
croce e gloria della romantica melodia
dell’ultimo saluto…
FRAMMENTI DI TEMPO
Silenziosi sospiri, come di freddi pensieri di te.
Sconosciuti odori, fumo di caffè bollente.
L’invisibile intreccio di dubbi
protegge il segreto delle nostre carezze
e la gialla fiamma delle candele
confonde le paure delle domande.
Come immobili istantanee, i ricordi dei risvegli all’alba
sono lucide allucinazioni di vite passate.
La pallida luce del giorno non scalda l’anima la risveglio,
né il placido letto di legno
scioglie il ghiaccio delle notturne lacrime.
La visibile paura del mondo
confessa il desiderio del tuo profumo.
E il rosso abito pendente
è specchio dell’ultima note, delle due ore del tuo ritorno,
sguardo intimo sulla finestra di festose notti di pioggia.
Il bagliore dei solitari passi
è compagno dei mie pensieri verso casa,
nell’attesa di tornare all’intimo dialogo
con la stellata anima
nel mio sereno dubbio.
IL SILENZIO DELL’ANIMA
Raggi di luce nel silenzio dell’anima.
Rami che danzano al vento e pensieri che ondeggiano solitari.
Ricordi di un tempo che sembra lontano,
ma che è soltanto ieri, soltanto qualche attimo fa.
Non nervose tensioni, ma sorrisi,
non lacrime, ma rugiada scintillante, di corpi e passione.
Lenzuola e fremiti,
sogni e carezze,
hanno lasciato spazio al dure vivere di una lontananza.
Il tempo scorre senza ritrovarsi,
l’anima fugge sempre più lontana,
verso un orizzonte buio,
dove il sole non accende più un cuore
né riscalda più un corpo,
ma si eclissa… sperando che un dio lo riaccenda,
sognando che un dio lo riscaldi di nuovo,
rinvigorendo con un ultimo afflato
la mai sopita speranza!
RIVERBERI DI ORIENTE
Sabbia e salici, aloe e vento,
sospiri e paure nel dolce fluire dell’acqua,
nel rasserenante ricordo del passato.
La luce della pioggia sottile
e il riverbero dell’ombra delle candele…
oniriche immagini di oscurità.
I dolci voli dei gabbiani, nel rosso tramonto estivo,
sono compagni delle inebrianti passioni.
Respiri e lacrime di rimpianti e ricordi,
di incontri e preghiere,
mentre le ore salutano il giorno
e il sole si confonde con l’ultima onda.
Vento e suoni, odore di cobalto…
e noi anime smarrite, disperdiamo le voci
nel soffio dell’eternità.
NOVEMBRE PARIGINO
Un silenzio surreale oggi sembra essere normale.
Un boato e un’esplosione carichi di tensione,
la vita che scorreva fino a ieri sera.
Ma ora ci son pianti, non siam più giganti.
Memorie di frammenti, lacrime e sgomenti.
Scorrono veloci gli ultimi attimi atroci
fra chi si preparava a viver la serata,
con coccole ed emozioni, ad ascoltar canzoni.
Tutto è ora spezzato, all’aria tutto è andato.
Non c’è più un futuro ma un presente duro
fatto di furore, di sangue e di terrore,
di odio raziale e di violenza generale.
Oggi siamo tutti francesi… ma anche libanesi.
Siamo tutti siriani, ma anche italiani.
Non è il colore della pelle a dividerci sotto le stelle,
ma fanatismo e religione a creare opposizione.
Eppure c’è un solo Dio che è il tuo, il nostro, il mio
che chiede solo amore e noi seminiam terrore
con una bomba in Iran o con uno sparo al Bataclan.
Siamo tutti Charlie, fin quando siamo qui,
ma siam tutti Aylan quando anneghiam.
Non ci sono verità è questa la realtà.
Non c’è sincerità né in chi uccide,
né in chi sorride
ai morti sì lontani perché sono pakistani.
È uno strano mondo che gira sempre in tondo
e così fra un mese ritorniamo a odiare un francese
o forse un maliano perché ha un cuore africano.
Non è la terra strana ma la gente che si rintana
nel proprio egoismo e in ogni forma di razzismo.
Fermiamoci a pensare anziché sparare,
fermiamoci a pregare anziché gridare
perché di sangue e terrore è pieno il nostro cuore.