Solitario attimo

Infiniti istanti d’osservazione dell’ambiente circostante, attimi riflessivi costanti

della propria essenza, rimuginazioni perenni del proprio vissuto e dei propri

obbiettivi, lotte continue con i demoni della mente, coltivazione accurata del

proprio ego, variopinti sogni, severe autocritiche, profondi sentimenti repressi.

Da questo, il tempo del Solitario, è composto.


Pioggia

Sotto la pioggia, medito.

Sotto la pioggia, mi rinnovo.

Sotto la pioggia, esterno negatività.

Sotto la pioggia, rido.

Sotto la pioggia, escludo la mente.

Sotto la pioggia, sento il mondo.

Sotto la pioggia, vivo me stesso.

Sotto la pioggia.

Sono un’anima universale, sono una stella nel vasto firmamento, una luce nel

“grande buio”.

Un tutt’uno col mio elemento, sono un uomo della pioggia!


 

Ukulele in sonata (ricordo di Rino Gaetano)

L’ukulele giaceva sui sedili posteriori di quella grigia 343 svedese. Solitario,

con una vibrata nota in suono, come se da un vento spirituale fosse pizzicato.

Un certo Renzo nella sua ballata prediceva un destino nefasto, una

traumatica fine, un tumultuoso inizio. L’ideale di quell’eccentrico musicante

parlava per lui, predicava una verità scomoda, urlava un sogno

irraggiungibile. Quella libertà che con amara malinconia, assaporar più non

potrà. Dal cielo blu, una voce come un mantra recitava, “Nun te reggae più”

dal vento sospinto, in armonia riecheggiava.