• irrazionale fobia di incontrarti•

Siamo anime lente,Lenti ad amare,

Lenti a capire.

Mi battezzano i pioppi

Sulla via tua.

Qui attendo la vita

O che si spenga la luce

E giuro saprò

amare anche il vento.

Ma baciami ancora

Alla fermata del tram

Per un’ultima volta.

Ti lascio un cuore a uncinetto

Sul cuscino di destra.

Tu dolce, tu assente, tu sempre voluta,

Che sbocci e che uccisi

Sulla via di casa:

Soffiami via,

Consegnami al mare.

 


 

  • resta•

Io sono.

Sono il risultante di un amore acerbo e non solo.

Sono la notte e la bufera che mi consegnarono al mondo.

Sono mio padre allo specchio e mia madre nel cuore.

Sono il misticismo della prima esistenza

e la meraviglia con cui ne vidi l’essenza.

Ho sfidato la vita a tenzone

E con biro rotta ne feci una spada.

Amai troppi occhi, ne volli gli sguardi,

Ne persi le tracce o mi spinsero via.

Gettai poi sulle labbra il ricordo di poche,

ed in cambio ti diedi soltanto il terrore

Che qui in questo cerchio

In cui chiudon le ore

Noi fossimo soli nel nostro dolore.

Anima calda, carezza gentile,

Aiutami a chiuder quei piccoli fori

Nel cielo con stelle, forse con fiori…

Prova ad essere stanca, a poggiare la testa.

Io attendo ancora, da idiota o vedetta,

Un’alba più dolce, un più dolce sole,

Il tuo sguardo verde nel mio occhio migliore,

Una piccola morte,

Un poco d’amore

 


 

  • senza oggetto•

Certi giorni faccio il conto

Quel che persi o che ho rubato

Ciò che ha senso e quel che ho rotto

Ogni volta che ho provato

Parlo male se cammino

Dono more alle tue labbra

Ti cercai in ogni giardino

Son perduto e non ho mappa

Ed in marzo morirò

Sul medesimo mio lago

Come un sogno fatto spesso

Senza senso

Esagerato.

Dormo e sogno sempre forte

Resta tutto troppo intenso:

Sui gradini di Centrale

Che versavo nelle mani

Le tue immagini di sale.

Sempre libero trovavo

Il sentiero dei tuoi seni,

Ora ho sperso i miei pensieri

In bicchieri troppo pieni

È sempre stata colpa mia

Col tuo vento è tutto chiaro

Col tuo vento è quasi ovvio

Son cattivo, sono rotto.

Benedetta sola sia

La saggezza partorita

Dal mio seme, vuota e infame,

Dal tuo grembo linfa e vita.

Con le colpe non ho voglia

Di drogarmi ancora il sangue

Chiudo solo per stanotte

Col rimorso e con condanne

Manco ancora di pensiero

Bevo troppo e temo il vero

Scrivo lettere un po’ vuote

Come quello che hai lasciato

Bianco e nero come foto.

Mi hai rubato quei colori

In cui rinchiudevo il mondo,

Scriverà in cenere grigia

Oltre mille altre menzogne

Che ti amò con gentilezze

Che tornasti

Che ti ebbe

Crocifiggo il mio pensiero

Poi rinchiuderò anche te

Mia Madonna del Dolore

Mio azzurri occhi demonio;

A che serve in fondo un cuore?