Poesie
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irrazionale fobia di incontrarti•
Siamo anime lente,Lenti ad amare,
Lenti a capire.
Mi battezzano i pioppi
Sulla via tua.
Qui attendo la vita
O che si spenga la luce
E giuro saprò
amare anche il vento.
Ma baciami ancora
Alla fermata del tram
Per un’ultima volta.
Ti lascio un cuore a uncinetto
Sul cuscino di destra.
Tu dolce, tu assente, tu sempre voluta,
Che sbocci e che uccisi
Sulla via di casa:
Soffiami via,
Consegnami al mare.
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resta•
Io sono.
Sono il risultante di un amore acerbo e non solo.
Sono la notte e la bufera che mi consegnarono al mondo.
Sono mio padre allo specchio e mia madre nel cuore.
Sono il misticismo della prima esistenza
e la meraviglia con cui ne vidi l’essenza.
Ho sfidato la vita a tenzone
E con biro rotta ne feci una spada.
Amai troppi occhi, ne volli gli sguardi,
Ne persi le tracce o mi spinsero via.
Gettai poi sulle labbra il ricordo di poche,
ed in cambio ti diedi soltanto il terrore
Che qui in questo cerchio
In cui chiudon le ore
Noi fossimo soli nel nostro dolore.
Anima calda, carezza gentile,
Aiutami a chiuder quei piccoli fori
Nel cielo con stelle, forse con fiori…
Prova ad essere stanca, a poggiare la testa.
Io attendo ancora, da idiota o vedetta,
Un’alba più dolce, un più dolce sole,
Il tuo sguardo verde nel mio occhio migliore,
Una piccola morte,
Un poco d’amore
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senza oggetto•
Certi giorni faccio il conto
Quel che persi o che ho rubato
Ciò che ha senso e quel che ho rotto
Ogni volta che ho provato
Parlo male se cammino
Dono more alle tue labbra
Ti cercai in ogni giardino
Son perduto e non ho mappa
Ed in marzo morirò
Sul medesimo mio lago
Come un sogno fatto spesso
Senza senso
Esagerato.
Dormo e sogno sempre forte
Resta tutto troppo intenso:
Sui gradini di Centrale
Che versavo nelle mani
Le tue immagini di sale.
Sempre libero trovavo
Il sentiero dei tuoi seni,
Ora ho sperso i miei pensieri
In bicchieri troppo pieni
È sempre stata colpa mia
Col tuo vento è tutto chiaro
Col tuo vento è quasi ovvio
Son cattivo, sono rotto.
Benedetta sola sia
La saggezza partorita
Dal mio seme, vuota e infame,
Dal tuo grembo linfa e vita.
Con le colpe non ho voglia
Di drogarmi ancora il sangue
Chiudo solo per stanotte
Col rimorso e con condanne
Manco ancora di pensiero
Bevo troppo e temo il vero
Scrivo lettere un po’ vuote
Come quello che hai lasciato
Bianco e nero come foto.
Mi hai rubato quei colori
In cui rinchiudevo il mondo,
Scriverà in cenere grigia
Oltre mille altre menzogne
Che ti amò con gentilezze
Che tornasti
Che ti ebbe
Crocifiggo il mio pensiero
Poi rinchiuderò anche te
Mia Madonna del Dolore
Mio azzurri occhi demonio;
A che serve in fondo un cuore?