LA VOCE DELLA PIOGGIA

Il sentiero dei castagni

lungo il crinale dell’alto colle

seminascosto stava

nell’incorporeo biancore della nebbia

che assimilavo come elemento mio

e assai m’agevolava

nel guardarmi dentro.

Camminavo inebriandomi

col profumo sparso intorno

di selve e di rugiada

quando

prese ad ammiccarsi il ticchettare della pioggia.

Piovve ovunque:

sopra

sotto

dentro

fuori

ma la trasparenza dell’acqua non lavava via

anzi

portava

completava

narrava.

Come se qualcosa del mio spirito

fosse scivolato dentro

quella chiara liquidità

così sentivo la mia essenza

sintonizzarsi con la pioggia

che narrava il suo vissuto.

(Anche a Masaru Emoto*

raccontano emozioni

i cristalli di ghiaccio

ma in quella frazione di spazio-tempo

per qualche strana alchimia

recepii anch’io

la consapevolezza dell’acqua

che scendeva narrante).

Vidi dunque il ricordo nelle gocce:

si posavano intorno

mi bagnavano il capo

mi rigavano il volto.

Vidi dunque il ricordo nelle gocce

che furono nuvole

ancor prima vapore

ancor prima:

acqua di nuovo!

Vidi dunque il ricordo dell’acqua

che piovuta su guerre lontane

carezzò il pianto di madri straziate

di orfani erranti

di feriti lasciati morire nei loro lamenti…

Vidi dunque il ricordo dell’acqua

che sangue grondante aveva lavato

dopo un altro insensato massacro:

la mattanza di tremuli agnelli

ed altre impaurite creature…

Vidi dunque il ricordo dell’acqua

che irrigando colture e frutteti

s’andò mischiando a diserbanti

a pesticidi

e ad altre sostanze avvelenanti…

che poi ci faranno ammalare

zittiscono le primavere

quando pure si son persi

delle rondini i garriti

(quei prilli gioiosi e sonori

lieti canti nell’aria già mite e serena).

Di questo turbamento

l’acqua

m’aveva dato percezione

quando presso l’Eremo giunsi

trovandoci riparo.

Non so per quanto sostai

seduta a terra

sotto quel loggiato

mentre una consapevolezza nuova

mi brillava dentro al cuore:

le cose del mondo restano scritte

e nell’acqua non solo!

Oltre il tempo

una memoria indelebile

conserva ogni emozione

di gioia

o tormento.

*(Masaru Emoto è lo scienziato giapponese che ha studiato

attraverso la cristallizzazione dell’acqua

la possibilità di interferire con la stessa

e la sua capacità di memoria.)


VENEZIA

Nello spazio della memoria

a volte

riaffiora Venezia!

Città sospesa sul mare.

Di nuovo la scorgo

seminascosta

nel pulviscolo d’oro

che in quell’alba lontana

l’avvolgeva:

meraviglia astratta

statica

incantata!

Venezia:

era solo il tonfo

del remo sull’acqua.

Venezia:

melodia di violini

seduti al Florian

fra i merletti e l’argento

nei mattini di sole.

Venezia d’ inquietudini vaghe

mirando del Giorgione

“ La Tempesta ”!

Venezia:

poesia d’ orazioni

sussurrate

nella penombra di S. Alvise.

Venezia:

fantasia di gondole

e di fughe a Torcello

sotto le stelle d’agosto.

Venezia dei Dogi

e dei ricordi d’oriente.

Venezia dei rientri

(quasi furtivi)

al Danieli…

sì,

quel nostro scalpiccio

tra le calli silenti

tenendoci stretti

quando ormai alta

era la notte!


CRISTALLI E MEMORIE

Oggi

la neve

che ci ha sorpreso sul Giovo

ha dolcemente liberato

in me

il ricordo

dei Natali dell’infanzia:

quelli

delle noci tinte d’oro

appese a rami

verdissimi d’abete,

degli slittini di legno

fra selve intense

di muschi e resine,

dei luccichii d’argento

e della neve bianchissima,

dei pettirossi e delle briciole di pane

sul davanzale della finestra

oltre i vetri chiusi

dietro le tendine a tinte vivaci,

dei biscotti di burro

e delle candele accese

a sera

sull’abete messo in angolo

in cucina.

Poi

mi hai stretto forte

ed ho sentito

caldo

il tuo respiro:

di nuovo il Giovo.

Stava nevicando!


L’ANGELO DELLE ACQUE

Che l’Angelo fosse arrabbiato col posto
era evidente!

Perché la decadenza aleggiava ovunque
e su tutto si fissava stratificando!…

Tra le spettrali case
per i sentieri trasandati
in quelle anime aride che solo a lucrar s’affaccendavano!

Ma un riverbero di luce (incredibilmente)
stava!

E in magia di trasparenze
tutte le sorgenti elargivano beneficio

di questa terra emblema e odore
antica voce e antico pregio.

Allora
forse vi tornerà quell’Angelica Essenza!…

Lo farà in punta di piedi!
Suadente come un’amante
tra veli e sussurri
in una notte di fiori di tiglio

e sfiorando l’ Acque con anelito lieve
spezzerà l’oscuro incanto!

Avvertiremo quindi sconosciute percezioni
d’esser materia viva!

Sarà il risveglio dal lungo sonno custodito nell’oblio
e un’obliqua luce rosa ci accenderà avvolgente!

Preludio del nostro miglior tempo.

(Questo testo si riferisce ad un’ antica leggenda secondo la quale, nella notte tra il primo giovedì e il primo venerdì di marzo, un angelo scende a benedire le acque termali della mia terra, Bagni di Lucca).


PENSIERI A FIOR D’ACQUA

In un’ora crepuscolare di quel paesaggio semi-fermo
l’acqua
a tratti s’increspava
per la lieve brezza alzatasi sul far della sera
e
appena appoggiati sulle trasparenze stavano:
gigli, fiori di loto, e ninfèe.

Indugiando sull’acqua le percezioni affioravano da sole
come voci che distintamente sussurravano
a me
tutt’intorno:

è sorgente di vita
elemento della ritualità
fluido mondo fetale
culla di Venere
casa di Poseidôn
regno delle ninfe e di altri spiriti…

è legata alla luna (suo simbolo e signora)…

cambia forma, non ha forma, assume ogni forma

cambia colore, non ha colore, assume ogni colore:
turchina, di smeraldo, intensamente blu…
col luccichìo del diamante…

è femminile, flessibile, fluente
purificante, rigeneratrice, terapeutica…

elargisce sensazioni, veicola energie segrete…

assimila, deterge, interiorizza
idrata, ammorbidisce, scalda
inibisce, rinfresca, disseta
riempie, porta e porta via…

Poi quel trascendente bisbigliare continuò a sfiorarmi
offrendo ancora sacralità e poesia:

“ Verso la fine della notte
egli venne verso di loro
camminando sul mare.”
(Matteo 14.25)

“ …ma uno dei soldati
gli colpì il fianco con la lancia
e subito ne uscì sangue
e acqua. ”
(Giovanni 19.34)

“ Laudato si’, mi’ Signore,
per sor’Aqua,
la quale è multo utile
et humile et pretiosa et casta.”
(Francesco d’Assisi da “ Laudes Creaturarum ”)

Ed infine anch’io, tra me, mormorai:

l’acqua è parte di noi
è oggetto del creato
è diritto fondamentale

per questo non si può vendere
né si può comprare.


DESIDERIO

Vorrei che tu finalmente t’arrendessi
al desiderio ormai doloroso che ho di te

vorrei che il tuo corpo cedesse
a quel bisogno disperato che ho
di scoprirlo

vorrei guardare, accarezzare, esplorare
ogni centimetro della tua pelle
dove infinitamente amerei indugiare
per respirare a fondo il tuo odore
fino all’ebrezza

e per baciarti ovunque
completamente persa in quello…

vorrei abitare la sensazione
mai vissuta
ma lungamente sognata
di sentirmi dappertutto le tue mani
quindi la tua lingua

fino a vivere lo spasmo convulso
del mio mondo che s’infiamma
e si scompone dentro ai tuoi occhi

e fare appena in tempo a scorgerli
proprio nell’ultimo istante
così offuscati
dalla luce che rifulge
del piacere più vivo.