Ai Confini Della Poesia (di Maurizio Trapasso)

Parlo dalle ariste del mio nome.
Dall’anima
della luce-poesia.
Da quel grido
tatuato a fuoco nelle costole
della mia voce.

Vibro sul filo del lampo,
nell’ululato di cetra di un vento
accarezzato
per lascive dita
di silenzio.

Mi dondolo
nell’angolo inverso
alle radici della mia ragione
e interrogo
all’oriente della mia ombra,
il suo fantasma duttile.

Soliloquio assurdo di pietra

Non ci sono risposte
bensì intuizioni,
pronomi imbalsamati,
verbi languidi,
enigmi.

E apro la proibizione
del pianto
nelle regioni secche della dimenticanza,
mordo le labbra del dolore e sogno
fino ad estrarre
con unghie future
il cuore ebbro
dell’uccello che canta
ancora sui rami profondi
della poesia.


Diagramma poetico (di Maurizio Trapasso)

Affilato il silenzio
ferisce l’utopia.

Si dissangua
negli spazi delle mie dita;
nella pausa clandestina,
che completa un diagramma poetico
sullo specchio della mia routine.

Mi batte la voce a quel sono del fuoco allacciato
che controlla l’infinito ondulare della mia anima,
procurando la ricevuta dei miei uccelli
e suo trillare nelle mie parole.

Inestinguibile fragranza
che si fa eco rutilante
dell’invisibile istante dello sguardo.


Fiotto Di Aria ( di Maurizio Trapasso)

Mi germogli dal sangue,
dall’abisso del mio specchio,
profusa,
enigmatica,
come un fiotto di aria
che transita il mio silenzio.

Inciti con avido impulso,
alle mie labbra col tuo verbo.

Rialzi la lucentezza della mia fronte
con sereno tatto
e pianti simboli nel mio polso,
insistente,
con trasparente lirismo,
fino a segnare la tua mistica Luna
nel mio universo.

La mia chiave si apre al tuo riflesso
e sostengo il tuo sguardo
sepolto nella mia voce
dall’origine della mia anima.

La melodia della tua anfora
sbocca tra le mie mani di oceano
e dal bagno di rossore esalo
profumati concerti.