Briciole
Briciole di vita
come gocce di rugiada
su erba riarsa.
Rubate, carpite, colte al volo
e presto dissolte
al sorgere del sole.
Sogni cullati
nel profondo dell’anima,
accarezzati e custoditi
come perle in un’ostrica.
Briciole effimere,
fuggenti.
Sogni…
ma vividi
più di concrete realtà,
avvolgenti,
esaltanti,
struggenti.
Rifugio nel sogno
Tristezza…
La mente vaga
tra mille cure.
Provata da delusioni e frustrazioni,
l’anima stanca
cerca faticosamente rifugio
nel sogno,
avvolto in una coltre
di nebbia lattiginosa,
sbiadito ed evanescente.
Tenace, cerca di liberarlo
dalla cortina che lo vela.
Lo ravviva, lo ricrea, lo accarezza
e vi si adagia come su
un morbido prato verde,
scaldato da un sole tiepido
vivificatore.
La vita
Un soffio…
Un soffio effimero…
Un alito tiepido su teneri germogli
su timidi, minuscoli, variopinti miracoli
di una natura appena desta.
Una folata di caldo vento
su gemme già dischiuse
su rigogliosi virgulti e dispiegati petali
orgogliosi della propria prorompente bellezza.
Un freddo malinconico turbinìo
di foglie non più verdi
di petali non più freschi
in un grigio scenario
solcato da deboli raggi.
Deboli eppure ancora capaci
di magistrali pennellate,
come guizzi nervosi
tenuti a bada da soffici nubi
foriere di piogge ristoratrici.
Un gelido soffio
su una natura scheletrita
e spenta,
su paesaggi solcati dal tempo
e canuti,
su silenzi
carichi di ricordi e di storia.
Un alito effimero…
Un soffio…
La vita.
Nostalgia
Nostalgia
di una terra lontana,
di malinconiche notti di primavera,
struggenti di solitudine speranzosa,
del profumo di pomelie e di zagara,
di note portate dal vento,
di silenziosi tetti sfiorati
dalle bianche dita di una luna compagna,
unica spettatrice degli sguardi di una bimba,
anelante ad un futuro di donna,
del suo timido accarezzare sogni e progetti
indistinti e indeterminati,
ma avvolti nel medesimo
splendente ed impalpabile manto.
Malinconia che si ripete…
ma senza il tepore di quelle notti.
Dietro i vetri appannati
uno sguardo di donna smarrito
corre con un brivido su un viale bagnato.
Pioggia e grigiore,
aria priva di effluvi consolatori,
nemmeno il sano odore di terra bagnata,
di aria purificata e purificatrice.
Ogni cosa priva di colore, di calore, di attrattiva.
Malinconia che cresce
rafforzata da ricordi sopiti, ma ancora vivi. .
Sensazione di incapacità di sperare, di volere.
Disperata voglia di reagire.
Fuggire…
Da chi? Da cosa? Per dove? Perché?
Scrosci di pioggia incessante
Silenzio…
Cessato lo scrosciare della pioggia?
Auto tardive attraversano l’asfalto bagnato…
Si rasserena il cielo?
Scrosci, ancora scrosci di una pioggia
incessante, insistente, violenta.
La notte è ancora più cupa,
la cortina di gocce fitte
sbiadisce i contorni dei palazzi,
dilava strade e tetti
sferzandoli, impietosa, con sottili liquide fruste.
Cade incessante l’acqua purificatrice.
La terra, prima riarsa, beve avidamente
mai sazia.
Sull’asfalto fiumi impazziti
senza argini né meta
invadono e travolgono, paurosi,
prigionieri ribelli in cerca di una breccia.
Insonne c’è chi osserva dietro i vetri appannati,
stupito come un bimbo innocente ed ignaro.
E gli scrosci continuano, alternandosi
a silenzi minacciosi,
mentre dense nuvole nere,
percorse da zigzaganti bagliori,
invadono il cielo plumbeo
premonitrici di ulteriori rovesci, ormai eccessivi
anche per una terra arida e assetata,
rischiosi per quartieri mal predisposti
da uomini imprevidenti e irresponsabili
che rendono dannosi
anche i beni più utili e preziosi.
Qualche luce ancora accesa dietro sottili tende
si spegne…
Si spera nel sonno
di trovare pace e oblio.
Suoni nel silenzio
Silenzio
più eloquente di tanti insignificanti
rumori,
più assordante del rombare di mille
motori.
Silenzio senza pace e senza riposo…
Silenzio carico di inquietudini indefinibili,
di tensioni mai placate,
di indistinti desideri,
di sfocate malinconie.
Silenzio
denso di suggestioni
di suoni sommessi,
ma laceranti per un’anima fragile.
Ricordi, pensieri, emozioni
speranze, timori, sensazioni
attese, rammarichi, sofferenze.
Voglia di armonie nuove
eppure antiche,
per colmare i tuoi vuoti,
per darti nuovo vigore,
per ritrovare entusiasmi
che speri mai spenti.
Silenzio…
Conflitto interiore
Un vuoto immenso dentro di te.
Lacrime senza sapore e senza nome.
Preghiere che ti affiorano alle labbra,
disperate eppure colme di fede profonda.
Pentimenti e speranze,
dubbi e incertezze,
desideri confusi di precise scelte,
contraddizioni tra razionalità e sentimento,
tra mente e cuore,
tra realtà e ideale.
Eterno dualismo,
inestinguibile conflitto
tra le due te che ti si agitano dentro.
Ricerca di una sintesi che faccia di te
una donna
più completa, più matura, più vera.
Cenere
Sulle tue braci accese
cenere e cenere e cenere.
Si posa incessante, impalpabile,
come polvere.
Ti copre, ti soffoca
ma non ti spegne.
Una folata di vento
che sollevi la coltre
la disperda in un turbinìo
di particelle impazzite.
Un alito che ravvivi il tuo fuoco,
che ti riporti alla vita.
Riflessioni nella notte
Notte…
Consueti suoni nel silenzio…
Ticchettio regolare segna il tempo che scorre.
Fuori calma e fruscii di auto tardive sull’asfalto.
Voci lontane indistinte sottolineano
la tua solitudine.
Morfeo tarda ad accoglierti,
la mente si perde confusa
in mille interrogativi
in infiniti, da sempre ricorrenti,
perché.
Grovigli di pensieri
si intrecciano fra mente e cuore
paralizzando decisioni e azioni.
Antiche grate,
precorritrici di un futuro senza ali,
riaffiorano alla mente.
Effluvi di primavera,
ormai spenti,
ti riportano ad un’età bambina,
quando le lacrime avevano sapore di speranza
e i sogni il senso di concreti obiettivi.
Amore filiale
Ti ho amato
quando dominavo il mondo dalle tue forti braccia,
quando sorreggevi i miei passi incerti,
quando trotterellavo al tuo fianco
per reggere il tuo passo sicuro.
Ti ho amato
quando mi guidavi conducendomi per mano,
quando mi aiutavi ad acquisire un linguaggio più ricco,
quando mi proteggevi dal mondo.
Ti ho amato
quando camminavo ormai sicura insieme a te,
quando le nostre idee si incontravano,
quando ho imparato a dare un senso ai tuoi silenzi.
Ti ho amato
quando i miei pensieri si sono staccati dai tuoi,
quando le mie scelte mi hanno allontanato da te,
quando, già donna, ho affrontato una vita mia.
Ti ho amato
quando ti ho dato gioia, quando ti ho fatto soffrire,
quando mi hai fatto felice,
quando ho sofferto per te.
Ti ho amato
quando avevo bisogno di sentirti vicino
quando ho imparato ad affrontare da sola
i mari più tempestosi.
Ti ho amato.
Ora che tu hai bisogno di me
Ora che io sorreggo i tuoi passi incerti
Ora che il tuo mondo è fatto di ricordi
Ora che le parole si raggelano
in un silenzio non più voluto
Ora che i tuoi occhi cercano smarriti i miei
continuo ad amarti.
Per tutto ciò che mi hai insegnato
per l’amore silenzioso che mi hai dato
per quello che mi hai ispirato,
grazie! Grazie! GRAZIE!