Agata Maria Motta 2 - Poesie

Ricordi

Ricordi
sbiaditi
annacquati
nelle pozzanghere
putride
del rancore

la banderuola
del tempo
gira
impazzita
torna
un passato
duro
da dimenticare

vorrei afferrare
il bandolo
della matassa
ma tutto
si confonde

i pensieri
si accavallano
le immagini
del tempo
felice
si assottigliano
tornano
flebili
i contorni
del volto
amato-odiato
desiderato
disprezzato
baciato
rimpianto

vorrei fermare
l’attimo
fuggente
ma tutto
scorre via
lungo il letto
bagnato
del fiume
del tempo

 

 

 

Incontro

Quando
ci incontreremo
sul treno
dei ricordi,
la sabbia
del deserto
avrà inghiottito
il nostro
segreto.

Fischia
il vento
e confonde
sconquassandoli
i pensieri
lunghi
di nostalgie
impossibili.

L’attimo
presente
scoppia
di vita
vissuta
mentre
il ricordo
tristemente
evapora
in mille
bolle
trasparenti

 

 

 

Pomeriggio al porto

Mare
e cielo
confusi
nella calotta
iridata
dell’orizzonte

Il tuo volto
triste
si colora
pian piano
di un sorriso

Gli occhi
spenti
tornano
luminosi,
le mani
cercano
ansanti
frugano
nel ventre
caldo
mentre
le braccia
stringono
fino allo spasimo
i fianchi
larghi
pronti
a sussultare
d’amore

 

 

 

Radici

Invano
cerco
nel passato
che si scolora

Invano
frugo
nei pensieri
ondeggianti

Invano
interrogo
la mia anima
di carta

Ogni volta
non trovo
che radici
di pezza

 

 

Uomini squallidi

Mani
di serpenti
tentacolari
cercano
appigli
di comodo

Menzogne
putride
infarcite
d’amore

Volti
lividi
di invidia
celata

Parole
vuote
come
lame
sottili
luccicanti
al sole
di luglio

 

 

 

Attesa

Attesa
di vederti

La casa
inondata
di luce
gioia
di ritrovarti

All’improvviso
l’esplosione

Sono
parole
convulse
gridi
taglienti

La mano
che si alza

E ancora
l’incalzare
delle domande
inutili

Affondi
la tua lama
ben affilata
nelle ferite
della mia vita

Ricatti

Tutto
si consuma
nel breve
volgere
di un tramonto

Seduta
sulla panca
grigia
assisto
impotente
alla fine
di tutto

 

 

 

Split

Dedalo
Di vie
Pregne
Di storia

Voci
Suoni
Rumori
Di un passato
Lontano

La voce
Del ragazzo
Triste
Mi arriva
Al cuore
Giunge
Da un passato
Indecifrabile

 

 

 

E se…

E se
in una notte
d’estate
accadesse
di trovare
il filo di Arianna

E se
potessi dire
a me stessa
di essere arrivata
alla sorgente
della vita

E se
potessi comprendere
il mistero
che sta
dietro l’angolo
della strada

E se
potessi togliere
il velo
alle apparenze
ingannatrici

E se
potessi gridare
il mio desiderio
rattrappito
per il lungo
silenzio

Forse
m’ingannerei
e
ti ingannerei
piccola
anima solitaria.

Siamo
naufraghi
impietriti
dagli occhi
di vetro

Disfatti
dall’impari
lotta
giungiamo
esausti
sulle spiagge
assolate.

 

 

 

In attesa…(in attesa del volo per Verona)

La calma inquieta
dell’attesa
pervade
questo mattino
di luce gialla
che abbaglia
in questo mezzogiorno
della vita.

Cerchi
le ombre scure
addensate
sulla riva
del passato,
frughi
negli anfratti profondi,
trovi
segreti inenarrabili
di albe grigiastre.

Il sole
che balugina
dalla fessura
fa risplendere
i colori
vividi
sulla tavolozza
dimenticata,
essiccata
dal vento caldo
del Sud.

 

 

 

A Camaldoli in un giorno di primavera

Qui
dove il tempo dell’effimero
perde
la consistenza dell’essere stato,
qui
dove ogni cosa transeunte
assume
il sapore dell’Eterno,
qui
dove labilità e stabilità
danzano
dentro un cerchio senza confine,
qui
vita e morte si intrecciano
nella luce abbagliante
di un’alba
color cremisi.

E’ qui che mi voglio fermare.