Agnese Ciani - Poesie

FRA TERRA E CIELO

 

Io mi innalzo
e cado,
rifulsa di vani passati
che mi uccidono all’oggi.

Fra terra e cielo
io mi scolpisco in legno
e non mi piego al vento
ma cado, piuttosto,
e muoio
e forse volerò.

Fra terra e cielo
io giganteggio sola,
assurdo titano
di una forza che non ho.

Sola,
fra terra e cielo,
io non conosco amore,
mostro di ghiaccio.

Ma una gelida pietà,
orrida e lucida
mi avvicina al mondo e me ne stacca.


CONTRO IL TEMPO

 

Squarci di cielo
vuoto
e d’occhi ombrati da un tempo frainteso.

Io posso,
posso vincerti,
Assassino,
e ciò che tu uccidesti
vive dei miei sospiri
e dei miei singhiozzi
atroci
di un giorno infernale
in questo cielo vuoto
e perso.

Io mi consumo al lume
del giorno chiaro
e la bambina
che mai non fui
brilla malsana
nei miei occhi
spenti.


 

PRIMO AMORE
(a Lui)

Amore,
forza segreta che animava
le mie braccia inerti,
è perché ti sogno
che trascino a stento
le mie gambe stanche
e non soccombo al peso
del Niente che avanza.

Amore,
unica luce a brillare
nei miei occhi spenti,
da quando non ci sei
io vedo solo
un buio eterno
e mi abbattono piccoli ostacoli
che non so evitare.

Amore,
lacrime dolci che piange
il mio cuore arso, è perché in ogni lacrima
ti rispecchi fulgido
che il mio pianto
non mi avvelena ancora
ed un sorriso,
caro miraggio,
risplende flebile
in un sogno lontano.

Amore,
ultimo cielo rimasto
ai miei giorni grigi,
calore donato
ad un fragile gelo,
io ti urlo
il mio male silente
di averti perso per sempre, Amore,
per sempre…



LES FLEURS DU MAL

 

Mi sono sorpresa a cogliere
fiori del male,
in valli incantate
e in solitari sentieri ombralucenti
che si perdono al calore del Sole.

Mi sono sorpresa a perdere
il Cielo
in sospiri
e a cantare al vento
canzoni proibite
e a recidere
fragili sogni bambini.

Mi sono sorpresa a soffrire
temuti dolori
e attendo una Voce,
nell’ombra,
e mi inebrio di fiori
del male.


 

BRIVIDI E SORRISI

(A Marco B.)

 

Sono lunghe le strade del mondo

lunghe, intricate 

e perse.

Le percorro ogni giorno,

cercandoti,

e morendo ad ogni sguardo

che non significhi te.

Sono tanto lunghe…

ed  io non t’incontro.

Dove sei,

dove si spende la tua vita 

meravigliosa,

a cui io tendo,

tutta brividi e sorrisi.

Io ti amo

Come un fiore

Il Sole,

come un gabbiano

il Cielo che lo sostiene

 

Amore, l’altra sera 

tu non sapevi il mio nome

perché sono troppo lunghe

le strade del mondo,

le strade della nostra città,

le nostre strade.

no, Amore,  io non t’incontro.


 

VITA

(A Martti)

 

Un giorno mi hai sorriso,

angelo biondo,

di un sorriso dolce e caldo,

che mi ha svelato me stessa,

linfa per il mio corpo stanco,

 carezze per la mia pelle arida,

splendore per i miei occhi cupi.

Un giorno mi hai sorriso,

angelo biondo,

un giorno che è stato una sera,

un incontro,

un secondo.

E questo attimo

rifulge chiaro nella mia memoria,

trasfigurando lo squallore in poesia.

Ma non è la vita,

non è la vita il tuo sorriso splendido,

non è la vita.

Vita è il sublime sforzo

di spiegare il non senso

con il nostro affanno.

Vita è questo cielo vuoto che opprime

E i giorni idioti che tendono al nulla

E continuare…



GIORNO CANDIDO

(A Valentina G.)

 

Candido giorno

e candida tu,

o sposa,

che incedi solenne e regale

al tuono dell’organo a canne

nei chiaroscuri della cattedrale.

Giovinezza traspare dal velo

Amore ti splende negli occhi

Bellezza li tinge di cielo.

lui è lì che ti attende all’altare

e a lui procedere piana

trepido e ansioso ti ammira,

là dove il futuro ti chiama.

 

Candida veste

e candidi sogni,

 sposa,

io li rammento,

in giorni lontani,

in tempi dai cuori fanciulli

che tutto tendeva al domani.

Ed ora quel tempo nell’oggi s’invera,

nell’aura di un’ora infinita,

impressa nel cuore per sempre

ch’è oggi che abbracci la vita.

Mirata da tutti non miri

nient’altro che lui che incredulo vede

Che i sogni che ha impressi nel viso

adesso divengono veri,

tu con mano leggera e un sorriso

socchiudi la porta di ieri.

 

Candidi fiori

E candido tempo,

Amica.

Lui ti abbraccia e ti prende la mano,

io sospiro,

sorrido

e un ricordo m’incanta,

passato:

ora so che del vivere mio

una pagina lunga

ho voltato.



AMORE PERDUTO

(a Massimo Gregori)

 

Ho attraversato  cieli infiniti

ed ombre d’inferno

nel mio passato,

ma oramai solo tu,

amore perduto,

senso non-senso,

puramente vita…

non altro.

Vita…e rinnego me stessa

 e mi inebrio di te.

Per te io vivo

e respiro

e mi perdo.

Il tuo nome sussurro al vento

nel tuo abbraccio io muoio

nei tuoi occhi io annego

nel tuo sorriso io fremo.

Riflessi passati

e rimpianti di cielo,

ma vivo di te,

in te

e per te.

Io che ti amo,

amore perduto,

perdutamente amore.



VIAGGIATORI DELL’ANIMA

(a Massimo Gregori)

 

Ho percorso con te

almeno un milione di strade,

mio Viaggiatore,

e mi sono perduta

contemplando paesaggi

e vagando per mondi impensati

e impregnati di te.

 

Ho vissuto con te

almeno un milione di vite,

palpitando confusa,

socchiudevo la porta del mio passato

mi uccidevo a me stessa

e sorgevo di te.

 

Ho trascorso con te

almeno un milione di anni,

secoli  sazi di occhi,

di incontri,

di abbracci,

e di bicchieri ricolmi di vuoto.

 

Son partita con te

per almeno un milione di viaggi

e guidavo veloce al tuo fianco

su autostrade infinite che portano al nulla.

Con te sorvolavo il confine del Bene e del Male

E odoravo di Vita,

umbratile mondo

di inscindibili opposti.

 

Così te ne vai,

 Viaggiatore ramingo che mai non posi,

lasciandomi in pegno 

dolcezza

e rimpianti

e una Storia,

 

Ed in mano una stella un po’ ambigua

Che in Eterno risplende

E mi parla di te.


 

NELLA TERRA DI MEZZO

(A mio marito Fabio)

 

Dove sei, dove sei,

mio unico bene,

perché non c’è aria

senza il tuo respiro,

perché non c’è luce

senza il tuo sorriso.

Io vivo qui, 

nell’eburnea torre 

della Terra di Mezzo

dove tutto è sospiro,

svanito ricordo

di un glorioso passato,

di fantasie possenti

e di futuri mancati al ricordo.

Qui, nella Terra di Mezzo

che mi trattiene e mi opprime

ed io vorrei essere altrove,

con te, mio principe dal cavallo alato

perché non vieni, perché non vieni.

Io, principessa dalla corta e canuta chioma,

imprigionata nell’eburnea torre,

a cantare con canto di sirena

la mia vita disperata.

Dove sei, Amore dei tempi di gloria,

mio rifugio ai lancinanti segreti

del mio cervello straziato.

Vorrei parlarti,

ma la mia voce è fioca,

vorrei baciarti,

ma il mio bacio è vuoto,

vorrei ascoltarti,

ma il mio cuore piange

e il suo pianto rimbomba

e copre le tenui note del tuo canto.

Dove sei, mio principe dal cavallo alato,

vienimi a prendere

e portami con te

perché io possa scappare 

da questa umbratile prigione

nella Terra di Mezzo 

e stringermi a te

e piangere e sorridere

di tutta la dolcezza 

che solo tu puoi elargire.

Dove sei,

io continuo a gridare,

dove sei,

e la speranza vien meno

da impazzire,

dove sei,

e la speranza vien meno

da morire.