Alberto Fagarazzi - Poesie

Faville

Di questo ardente fuoco
siete le mie faville,
se nudo amoroso gioco
vedon le tue pupille;
un bearsi , spettatori,
poi in due protagonisti :
di note acute i cori…
io vivo se tu esisti.

 


 

Sottovoce

Un amore sottovoce,
nel silenzio dei nostri cuori tormentati
un amore in punta di piedi
tra pieghe delle lenzuola,
di corpi avvinghiati,
mai create;
alleggeriti dall’amore
ma appesantiti da voglie inespresse
mai sopite…amore in uno
spazio tempo che
passeggia avaro lungo i viali amari
dell’ incompiuto
con la fiamma dell’attesa
che instancabile
ripete la sua nenia,
impalpabilmente violenta.

 


 

Noi anime

Noi anime
eteree bolle di sapone,
tra i sospiri del vento,
il morire di un gioco di nuvole
noi anime
quando una risata
riga il cuore
con le mille voglie inespresse
noi anime
eternamente in bilico
nel gioco del tempo che
tutto muta
noi anime
gli occhi sbarrati
a captare il gelo al cuore
che ridiscende coprendolo
noi anime,
sole,
lungo un antro di luci accese
senza sonno.
Noi anime
quando vibra e sussulta
il mio starti lontano.
In un attimo di eternità.

 


 

Almeno stella

Diverrò letto, adagiarvisi tu possa
o vino aulente, pian mi sorseggerai;
azzurro mar con la sua onda mossa
ove cantan le tue lodi i marinai.
Oppure sceglierò di esser ruota,
a mulinar sul corpo un saliscendi,
o stella che troneggia in cielo immota
su cui almen, furtivo sguardo spendi.

 


 

Il bel piacer

Piacer non v’è più grande
di quel che gode e alletta.
Van col sospiro alterno
tra membra aggrovigliate
le agil mosse e il ritmo
di amore il tripudiar.
E in bramosia il trionfo
sempre magia ripete
il segno dell’ardore
di lui si tangerà.
Veloce alfin lo avverte
sentendo il suo salir
e il rogo ardente sbotta
gran pace a presagir.
Se lei poi lo abbisogni
sua cura sia scattar
la fiamma allontanando
da quel suadente mar.

 


 

Libellula

Libellula impazzita
tu voli sull’addome
la sensazione è come
un blocco al respirar.
Il nido tuo beato
progenitor di istinti
l’amor senza recinti
vuol presto straripar.
Perciò tolgo la luce
agli occhi vivi e attratti
aumenta mole infatti
appresso te il vibrar.
Infine apriam le porte
al ciel di quella luna
deserto senza duna
all’oasi in due arrivar.

 


 

Travolto da un ondeggio

Mentre gioco e seguo con le dita
le curve tue che al cuor non danno pace
so che in geometria della mia vita
l’area tua è ciò che più mi piace;
la bocca, e pur lo sguardo penetrante
…i dolci seni tuoi che tutto sanno…
il dolce incanto tuo seduta stante:
regina delle Veneri a mio danno.
Così senza più voglia di capire
dall’ondeggiar di un bel corpo travolto
bacio all’infinito, e senza dire
suggello quella unione.
Rosso in volto.

 


 

Vacanze

L’esploder tuo salato sullo scoglio
calore quiete al sol, che nulla adombra
lucenti perle sparse gusto e voglio
coprir col corpo tutto far da ombra.
Confuso tra altri roghi addormentati
mentre mi sfiora la tua tentazione
fatico con i sensi in me stipati
risacca udir che è una maledizione.

 


 

Novella diana

Declamo in versi o recito mia prosa
con rima assai gentil ma affranto in testa,
nell’aria c’è sapor di tuberosa
squarcio di sol che è già sapor di festa.
Sei l’occhio che guarda, il piè che corre
la melodia, sirena che mi schianta
le armi il cielo alfin deve deporre
per evitar dilanio in guerra santa.
Risveglio, ad ogni giorno cominciava
con te vicino un sogno imperituro
di eterna estate favola odorava
nell’alveo di un calore grande e puro.
Stellata, la tua pelle il buio cinge
frammenti di pianeti intorno proni
novella Diana, ruga il cuor dipinge:
concerto in cui non v’è nota che stoni.

 


 

Divano

Rimembro in vita mia
quel dolce loco
nel dove celebravasi tenzone;
fuori, la finestra aperta un poco
la gondola e il vocio di una canzone.
Divano spettator protagonista
guardarsi in volto se ne può far senza
appaga assai più a me il sentir che vista:
il suo ansimar, di lei santa cadenza.