Alejandra Picardo - Poesie

A MIO FIGLIO

Ehi
piccolo mio,
sono la mamma
che devi ancora avere.
Ti chiamerei
in mille modi
ma per ora
fatti solo pensare un po’.
Ogni tanto
gli altri
mi chiedono di te,
come se ti conoscessi già.
Ogni tanto
mi sento dire
che sarò brava con te,
chissà
se lo dicevano alla mia mamma
che solo un anno fa
si confessò,
mi disse

di non essere
una buona madre.
Anche se non posso guardare
i tuoi bellissimi occhietti, ugualmente
ti regalo qualche parola:
non ho avuto un infanzia felice,
ho sofferto parecchio
senza mai arrendermi.
Lo faccio perchè
un giorno
i tuoi occhietti
vorrò vederli.
Dicono di noi due
che saremo ciò che
romperà le catene della sfortuna.
Ci credo e credo
che sarai speciale,
è naturale:
ti darò ciò che non ho mai avuto,
sarai
la mia verità di amore
e se non mi andrà bene
la prometto a te.
Quando ti terrò per mano
ti insegnerò a toccare,
quando guarderò i tuoi occhi
ti insegnerò ad osservare
il più piccolo fiore del prato,
quando inizierai a parlare
ti insegnerò
il peso delle parole,
quando sentirò il tuo cuoricino
ti insegnerò ad amare
e tu a tua volta
a dare.


AMORE NERO

Vorrei averti.
Chi sarà la prossima vittima?
Mi chiedo io, che mi confondi
e non rispondi
al mio amore,
lo assorbi senza dir nulla.
Ti guardo sempre,
sorriso strabordante di tradimenti
in agguato.
Come se fosse la prima e ultima volta
che memorizzo
scie di carezze
affondati nei tuoi occhi
che chissà se ricambiano,
che la testa ti duole
per la forza con cui i miei ti urlan t’amo.
E me ne fotto dei tuoi luridi giohetti
crudele e infedele ragazzino.
Vantati,
regalati all’inferno
e sarai capace di godere comunque.
Io che ti innondo di orgasmi d’amore
quando ti sfioro…
afferri o lasci passare?
Sei un bacio lontano.


Opposta di natura
inspiegabilmente
alla forza
costretta,violenta
di questa gente
io
muoio lentamente
baciando ogni secondo che passa.
Ed è così che muoiono i deboli.
I deboli muoiono.
Per così poco.
Ed è vero che nessuno si chiederà
perchè se ne vanno.
Sai che fine fanno?
Guarda lassù.
I deboli sono sempre di passaggio,
senza perchè,
senza parole,
o li ami o muoiono.
Sono i veli candidi nel cielo di questa notte
sono le stelle
luce degli animi che gli altri
non vedranno mai.
I deboli sono i fogli accartocciati
nel censtino,
un inizio senza fine.
I deboli sono tutta la bellezza
nascosta in un angolo.
Sono gli arcobaleni dopo la pioggia
sono il raggio di sole
che si posa sul letto
quando tramonta.
I deboli
infinito e morte in un istante.
I deboli muoiono
e nessuno si chiederà mai
che fine hanno fatto.

FRAMMENTO ALL’ARDORE VENUTO MENO

Anche quella notte non riuscì a dormire.
Cominciai a dipingere con gli acquerelli su uno dei miei quadernetti,
volevano che mi unissi a loro.
Ad un tratto mi fermai
come se mi fossi dimenticata qualcosa di importante.
Chiusi tutto ed appoggiai sul comodino.
Afferrai le coperte e mi cacciai sotto
fin sopra la testa,
era la voglia di trascorrere quel poco di notte che mi resta,
all’oscuro,
come piace a me.
Mancava qualcosa.
Il silenzio annunciava qualcosa di forte,
sentivo il calore dei miei respiri,
mi rigirai con la faccia contro al muro e capii:
c’era un muro.
La mia vita era piena
piena di muri mai abbattuti,
mi costringevano a sentire il vespaio di tutte le parole non dette
mi costrigevano a sentire il ticchettio del tempo che passava.
Il muro cominciò a parlarmi
e mi disse che
il sole stava per sorgere,
così si affrettò.
Mi disse che ero sola,
guardai lo spazio
che c’era tra me e il muro
e vidi ciò che non c’era più: lui.
Quello
era il mare di ricordi accanto a me,
dormivano ovunque posassi gli occhi.
Non sento più quell’ardore,
la smetto di scrivere,
non voglio stuprare nè fogli nè parole
è meglio aspettare di nuovo quell’ardore…
solo allora saprò cosa dire.


PARTICOLARI

Io amo i particolari.
Il soffio della matita sul foglio di carta
o il ticchettio che fanno i puntini sulle i.
Guardare movimenti involontari
delle persone impegnate a parlare,
il rumore di foglie mosse dal vento,
lo sfogliare dei fogli,
l’angolo della bocca arricciato all’insù,
un raggio di sole turista dei posti nascosti,
i piccoli insetti sulle foglie,
lo scoppiettio della plastica d’imballo,
il battito del cuore di una persona che abbraccio,
le gocce sul finestrino in una giornata piovosa
che anche loro fanno a gara per essere sempre più grandi
inghiottendone altre
ed infine,
solo il vento
le risucchierà come la morte.


Se solo sapessi,amore,ciò che ho fatto.
Quante volte a mezzanotte accendevo una sigaretta e parlavo alla luna.
Gli parlavo di te tra le stelle e sussurri d'aria tra le foglie
e sul mio viso.
Se solo sapessi quante notti là fuori ti ho aspettato
parole mai confessate, a labbra strette
impazienti dentro di capire quest'attesa
mentre aspettavano te.
Se solo sapessi che ad ogni passeggiata,spero di incontrarti
e a volte succede e a volte invece
lascio i miei occhi e una lacrima del cuore
in tutti i posti in cui ti cerco.
Se solo sapessi com'erano i miei occhi dopo i pianti
riversati sulle mie guance che non volevano saperne di essere asciugati,
sarebbe stato come buttarti via.
Se solo sapessi delle notti tra il mare di coperte e il vuoto a me accanto
quando mi rannicchiavo dentro al pensiero dei tuoi abbracci
e lo giuro,ci credevo.
Se solo sapessi che ancora vaghi tra i sentieri della mia mente senza meta
come un guardiano, come un bimbo curioso
ti accosti e osservi perchè poi vorrai far parte di tutto ciò che faccio
e quando scrivo è la delicatezza di una tua carezza
quando parlo è un tuo sorriso dispettoso
quando urlo è la tua mano che mi stringe
quando dipingo sono i tuoi baci.
Se solo sapessi quante volte mi son promessa di non riconoscere il tuo nome
ma ad ogni cenno immagina il brillio dei miei occhi,
perchè loro non son bugiardi come me, loro hanno sempre ragione e lo sanno.
Gli occhi miei piuttosto guarderanno altrove,
orgogliosi
ma in qualsiasi modo continueranno a dirti
"Se solo sapessi quanto ti ho amato." .

Che poi ogni tanto basta sorridere
che tutti hanno guai.
Di capricci anche il sole ne fa
che si stanca di brillare sempre
Ma dimmi,
la Luna che ci starebbe a fare
ogni notte
se non lo amasse così tanto
e puntualmente
da farla addormentare e riposare dolcemente?
Si dice della Luna innamorata
che il giorno in cui si innamorò
parlo del Sole all' Universo
di non aver mai visto cosa più bella
del suo raggiar di felicità
' Ma che resti tra noi' gli disse.
Da allora
non v'è amor più vero
di quel che la Luna dimostra al creato
che per amor del Sole continua di notte
a darci speranza
rendendo giustizia alla sua bellezza,
sforzandosi di brillare come il suo amato
e modesto com'è
e che il sole merita il meglio
chiama in aiuto le stelle
a cui canta dell' amore
e sfolgoranti divengono per la commozione.
La Luna può anche esitare a dir lui del suo amore,
in giorni di eclissi,
ma cosa occorre sapere dal Sole
quando lo vede tornare, ogni notte, tra le sue braccia?
Una scelta eterna di amor puro, il loro.

SOLITUDINE

La solitudine è una brutta bestia.
La solitudine non ti porta a nulla.
Non ti annoia sta-re da so-la ?
Rido.
Eppure chi fa queste domande è il primo a metterti all’angolo,
poi si chiedono perchè ho scelto la solitudine.
Sono passati tre anni, ho passato tre anni con la solitudine.
Ci piace passeggiare insieme…
finito un giro, un’altro ancora.
Mi rivolgo agli uomini di mondo
che credono di avere le risposte.
La solitudine aiuta più di tutti voi che mostrate finta empatia per il prossimo.
Ho fame di solitudine,
guarigione al dolore.
Ora sono io l’egoista (mi dicono),
meglio soli o finti?
meglio soli o arroganti?
Solo la signora Sola crede in me continuamente
sussurrandomi ogni mattina
“forza, alzati, continua a cercare”.
Questa è la mia guerra
e contro il dolore cerco me stessa.
Ognuno dentro di sè combatte una battaglia o chi addirittura una guerra,
ed è per questo che bisogna sempre essere gentili con tutti.
Cerco sicurezza nel mio nome.
cerco un sogno, un amore.
Alle volte confesso alla solitudine la mia frustrazione
allora ella indica la mia anima
che attende
e dall’intoccabile orizzonte mi sussurra:
“continua a cercare”.


VORREI ANCORA PIANGERE

Vorrei ancora piangere per una canzone.
E’ davvero così scontato provare un sentimento?
Per chi ha fatto i conti con un passato così orgoglioso ed ostinato,
i sentimenti sono ciò che perdiamo in cambio di pace.
Un equilibrio di cemento che non permette sbilanciamenti.
Un gioco sporco di cui non sono artefice.
Il passato me li strappò di mano con la convinzione che ormai sarei stata così forte da conviverci.
Un patto involontario di silenzio emotivo.
Vorrei ancora piangere per una canzone.
Non è scontato provare un sentimento
quando per una vita intera era scontato non provare nulla.
Sono orfana di sentimenti.
Non mi hanno voluta, non li conosco.
Il nulla non è depressione.
Il nulla non è tristezza.
Il nulla è nulla.
Vorrei ancora piangere per una canzone.
Benvenuti nella città di ghiaccio,
dove non si gode di suoni e parole
che distraggono dal mio ruolo di difensore.
Mi è permesso solo di scrivere quanto sia ingiusto.
Benvenuti nella città di ghiaccio,
dove puoi solo immaginare di poter piangere per una canzone.


 

Bastano solo
un paio di scarpe,
due cuori infranti
e la voglia d’amare.
Comincia così
l’evoluzione di un energia
a cui solo noi due
troveremo un nome.
Dolci parole
e paure comprensibili
si mescolano
sotto il piumone
inzuppato
dalla luce soffusa
di una fiamma
che lasci accanto al cuscino,
per farmi credere
che sia un caso delicato,
il nostro.
Lentamente svaniamo
in un sonno profondo
mentre il tempo passa
e la fiamma resta.