Alessandra Lombini - Poesie e Racconti

Dolce carezza

 

Dolce come una carezza

brilla di azzurro e dona pace

Dalla sua finezza prendo

appunti e me li studio.

Un abbraccio pieno di grazie.

 

Una voce importante

che ha suscitato emozioni.

Ha tracciato confini

e  un tocco di leggerezza

alla mia anima in cerca 

di coccole. 


Chiaro mistero

Il contrasto incantato 

di parole 

risveglia 

il sintomo di amare,

 

segno 

ineluttabile 

il cuore che più forte batte

che più stringe a se

parole

magiche

fatte di 

attimi,

fatte di 

strani movimenti uditi,

percezioni

imballate in una 

cassa importante

da forzare.

 

Il segreto 

con la fine 

dell’attesa

svanirà

e ne sarò

la nuvola 

messaggera

 

tu la pioggia 

che ne esce 


Baci

 

Baci

la lingua di fuoco

scelse di rubare

ma il tuono

impedì con la pioggia

di coprire il suo amore

di sogno, 

il più bello del mondo. 

 

La luna decise

di impallidire

fino a quando

la mano del cuore

non l’avesse rapita.

 

Quel giorno

non giunse mai

a capo

e la luce impazzì

per non morire.

 

Da allora,

quando il sole

esce dalle nuvole

il giorno,

la luna la notte

abbaglia col suo amore

le vite.


Anime pure

 

Su un’isola

che non appartiene ad anime

esistono incanti, 

fiori, animali

e anime

pure

 

seguendo il cuore

sono approdata

e ho pianto

per l’amore

che ho visto

 

e ho sorriso 

per il mare 

che ho sentito

dentro

 

e ho vissuto

la nota del silenzio

perfetto

per ardere di passione

 

ora

sono nulla

a confronto

del tutto


Luna

Ancora il senso

rubato

mi tiene

come un ago

infilato dopo 

tanta fatica

 

e sento

odore

di lavanda

dentro la casa

che non è mia

 

respirando

ascolto 

la luna,

mi dice

che è ora 

di andare a dormire

 

la piango

e ricordo dentro

al mio sogno

la sua luce

 

piacevole al risveglio

l’immagine 

dell’ultimo suo sguardo.


Volo

 

Vorrei poter volare

vorrei essere tanto piccola

da entrarti in una tasca

ed uscire di sorpresa

in mezzo al bosco

baciarti

e tornare

a volare più di prima


Segreti

 

Improvvisamente 

un suono respira e

ti risponde come in un sogno

 

sospira e l’incontro si 

scompone

in mille pezzi

 

raccogli i tuoi segreti

e mettili in un sacco

 

legali bene

 

e agganciali dietro l’angolo

recupera il sogno

e vivi


Luce di colore bianca

 

Luce di colore bianca

che dentro alla foresta vertiginosa 

diventa infinito incanto di energia

stupore quasi assordante la memoria

che cerca sempre di affiorare

viva

come la fragile e sicura acqua

che abbevera la terra

e le sue incomprensibili creature

ricche di magia

sensazionali prove di meraviglia

che al variar del giorno trasformano 

attimo per attimo la loro vita

ritornando a viverla

 

Luce di colore bianca 

che fuori dal cammino

segna il fuoco intimo

e scalda l’humus 

 

Luce di colore bianca

segno del sigillo rubato

al tempo che tempo non è

 

Luce di colore bianca 

cima da cui volare giù

 

Luce di colore bianca

svanita

ora accesa per te


Pensiero avvolgente

 

Se ci fosse un pensiero avvolgente

che senza distanze ti raggiungesse

ovunque

saresti vestito da me


L’incanto

Non posso aspettare 

che il tuo suono 

arrivi

 

Il suono non si aspetta 

forse l’incanto si

 

quello diverso da tutto

quello che accade 

nel vero

 

ciò che trasforma il 

risveglio in una musica

da ripensare nei momenti 

fragili, quelli che

inevitabilmente prendono

rincorrono l’anima

la visitano

la possono pure confortare

poi la ripiegano

e la fanno dimenticare

durante le ore in cui 

non vivi.


Paola

 

Gli occhi neri di quella bimba accendevano in famiglia un senso di vivacità e accoglienza importanti. Lei si sentiva fiera di avere una famiglia e grande era la sua paura di perderla. 

In realtà non doveva temere nulla. Un giorno, mentre camminava sorridente lungo il viale di casa, disse alla nonna: “Voglio entrare in una favola familiare felice”. La nonna nel suo cuore ebbe un balzo e si commosse stringendole forte la mano. Le sussurrò all’orecchio, chinandosi non troppo: “L’avrai e starete sempre insieme felici”.

 

La vita da quel giorno trascorse a più non posso e, seguendo passo dopo passo, la bimba che diventò donna comprese la sua forza. L’amore per il compagno divenne creature e il viaggio insieme a loro una specie di visione.

“Ma se un giorno il quadro appeso dovesse cadere?”  Si domandava la mamma fiera e attenta, accanto al letto della nonna dolcemente stanca ma vigile e serena.

“Pensa a quello che la tela fa vedere, è un intreccio di fili che costruisce la storia, l’immagine che vuoi vedere . E non temere” Le rispose con un fil di voce la nonna. 

“Io a tua madre raccontavo sempre una piccola breve storia, forse se l’è dimenticata e tu l’hai cercata”.

Mentre la nonna si accingeva al ricordo di fiaba, la vivacità di quegli occhi neri di bimba si accesero nuovamente e i due corpi si avvicinarono impercettibilmente, si rivolsero uno verso l’altro come a voler meglio parlare l’uno e l’altro ascoltare.

 

Fu così che, in un pomeriggio d’autunno, ebbe inizio una nuova vita senza paura e una dolce fine.

 

La sirenetta che stava in fondo al mare si alzò improvvisamente sulla pinna ingombrante e come un fulmine in salita uscì fuori dall’acqua. Era stanca di avere intorno a sé un mare, enorme, sconfinato, senza uno sguardo verso il cielo. Ne aveva sentito parlare da un pesce palla capitato per caso in fondo al suo buco, l’ingresso della sua casa ormai quasi vuota, piena di alghe gigantesche ma con pochi sorrisi. Si era ritrovata là sotto per un incantesimo inverosimile e per anni aveva vissuto tra vere sirene, servita e riverita come fosse la loro regina. 

Un giorno però, più triste del solito, si accorse di una luce. Si accendeva e spegneva a intermittenza, pareva un faro alla rovescia. Cercò di intrufolarvisi dentro ma non riusciva. Come si avvicinava, la luce spariva. Pensò che era un segno, una specie di linguaggio, senza senso per tutti e solo per lei reale davvero. Cominciò a ricordarsi di quattro figure, prima sfocate poi via via più luminose. E più si illuminavano e più le sirene vere scomparivano.

Passarono giorni e notti, divise solo da tiepidi barlumi, e poi sfinita cadde in un sonno profondo. 

Lì rivide la casa in campagna, la siepe robusta piena di bacche, l’albero enorme con intorno un bellissimo prato. Il suo manto verde faceva da tavola. Sopra vi erano molte vivande, cestini col pane, un salame, carote tagliate a rondelle, formelle di cacio e ciotole con frittelle, miele e ciambelle, fragole e soprattutto risate. Dai visi coloriti di sua madre e suo padre usciva la gioia per le loro tre figlie. 

 

La sirenetta si rivide. Non aveva la pinna che la ingombrava ora, ma due gambe. Stava correndo veloce, era vicino al pozzo per non essere acchiappata dalle sorelle più grandi. 

Un attimo e tutto improvvisamente divenne gelo. La luce se ne andò, scomparve insieme al cielo.

Sirenetta si svegliò dal sonno profondo. Era sudata, lei che era sempre bagnata, come poteva essere? Fu il primo pensiero. Si rese conto del colore azzurro del cielo, l’incantesimo che l’aveva salvata era finito. Ora abbracciava di nuovo le sorelle tra mamma e papà in quel magnifico dipinto appeso.

 

Era passata più di un’ora, intensissima e felice. La nonna aveva lasciato la mano e la parola ma ora poteva andare, era sicura che la nipote piena d’amore non avrebbe più avuto paura.


Stelle

 

Un quadrato di

stelle rimane

in soffitta.

 

E’ vicino all’angolo

da cui guardo

il mio cielo.

 

E’ bello

e diverso ogni sera

perché

non sono mai

uguale al giorno

prima.

 

Sono i pensieri

costanti che

diventano

le azioni della

vita che arriva.


Anima dolce

 

Anima dolce che gioca

sul mio corpo

insegue il mio respiro

e placida al sole

torna felice

dopo il pianto del cielo.

 

Anima dolce che giace

sul grembo,

sul cuore,

sul silenzio

che unisce le menti.

 

Anima dolce che lascia

in un lampo un desiderio

nell’oscurità della notte

e nel celeste del mattino.

 

Anima mia arcobaleno infinito.


Aquiloni         

                                                                                                                              

Voleranno alti

gli aquiloni

e sembreranno

mani di Dio

Cresceranno

con amore per

noi e ci

scalderanno

quando è freddo

e ci allieteranno

quando siamo

tristi.

Le aquile si

stupiranno sempre di più

perché vedranno

un volo strano

avvicinarsi a loro

Ci sarà un abbraccio

e l’infinito

apparirà sicuro

Una meta da raggiungere

in cielo.


Naturanima

 

Quando la natura respira

sento un cammino dentro

quasi fosse l’anima con le scarpe

che sorridendo

percorre le vie che appaiono senza nemmeno

pensare

Quando il silenzio si incontra

allora si ascolta

E sembra di nascere ogni volta.


Respiro

 

L’alba è andata

via e il silenzio

si accorge di me.

Il ritratto appeso

al muro

è stato girato

per sbaglio

ma sembra un po’

strano.

La sinfonia che

percorre con magia

la stanza

si ode ancora per poco

L’albero è spoglio

ma la vita continua

Il respiro

è dentro

perfetto

La gioia che si prova

è immensa, al pensiero

di ritrovare

un amico


Sensi

 

Il fiore appena colto mi ha lasciato

senza fiato

 

mi ha permesso col pensiero di tornare

lontano

 

in quel posto stralunato

dove ti ho toccato con un dito

 

Era silenzio e il mio respiro

solo si udiva lento

tranquillo

come le calme acque

di un oceano

mai solcato


Son fiore

 

Volare semplicemente

come un fiore

appena salito col suo gambo

al cielo

e spande i colori suoi  

dalla terra

in giardino


Amore

 

Frecce silenziose

lanciate nello spazio curioso

del mio cuore

lo invadono

 

Son come fuochi di parole

che imprimono fiori sulla pelle

 

Sussurrano dolci baci

teneri abbracci di un amore

grande come una montagna

che entrano in me

come fossero mare


Soffio

 

Nuvola soffice

piena di un azzurro disteso

intenso come il tuo sguardo

quando mi vedo e sento un silenzio che respira

perfetto come un fiore che si apre

che coglie l’amore

che vive

che cresce.

 

Un soffio di avvicina

sorvola sul cuore

e vi si posa

ogni mattina.



Silenzio sonoro

 

Il silenzio era giunto

per caso e assomigliava

a un vestito bianco

quasi sgualcito.

 

Zoppicavo e il

tempo mentre

passava scandiva

il mio ritmo.

 

Strano l’effetto

sonoro prodotto.

 

Unicamente

distratto dal suono

un viandante

assonnato.