Raccolta “Bagliori”
Parigi
Parigi
cosa mi hai fatto?
mi hai stregato!
quando sono venuta da te
mi hai accolto
come se mi avessi
da sempre conosciuta!
mi hai trattata
come una tua figlia
mi hai stretto
e mi hai coccolata
come fa una vera madre
ed ora mi manchi
come una persona
di cui si è innamorati
vorrei rivederti
sentire il tuo cuore battere
assieme al mio, all’unisono
ed ascoltare le svariate musiche
che tu incanti
nelle tue artistiche strade
ancor di più
vorrei viverti
e donarti anche io
nell’eternità
la mia anima.
All’associazione di volontariato Il Faro onlus
Faro
Quando senti il buio
nella tua anima
c’è sempre il faro
che con la sua luce
illumina la tua strada
basta abbandonarsi
e seguirlo,
perché lui non ti lascia mai.
capita spesso perdersi
ed essere confusi
non si sa cosa fare
e dove andare,
tutto sembra inutile
e senza senso
eppure questa luce c’è
questo puntino lontano
che si vede, a volte, all’orizzonte
ci guida nei momenti difficili
è come una stella, sta là,
brilla più che mai
riflettendosi negli occhi
di chi sa guardarla.
Gli indici incatenati
Lui stende il suo indice
verso di lei
lei stende il suo indice
verso di lui
si agganciano
e restano incatenati
per un lungo attimo
poi spontaneamente
si sganciano
per donare all’altro
la libertà di vivere.
Alla mia affettuosa famiglia
Le sciarpe
Tutti noi
c’eravamo avvolti
nelle calorose sciarpe
nessuno di noi
la toglieva
perché ciascuno
ne sentiva l’immenso piacere.
Il mio destino
Il mio destino è
come la nota musicale
Sol
è un destino solitario
che cerca di gustare
e percepire, anche se sola
il mondo tutto
mi resta complicato
condividere
mi resta invece facile
vivere ogni cosa
assieme alla musica
e alla vita stessa
sento la voce dell’universo
e quella del violino
strumento a me caro
chiamarmi e dirmi
non sei sola
sei in vita
ascolta il battito del tuo cuore
la musica che hai dentro
ti accompagna
ritmicamente
non sei sola
il mio destino è
come la nota musicale
sol.
Le donne
Le donne donano
amore incondizionato
sono tutte madri
dell’intero mondo
anche quelle che non hanno figli
spesso soffrono
per colpa di uomini
non evoluti, aggressivi, violenti
molte volte
le donne ingoiano il dolore
portandoselo dentro
soltanto per amore.
Estraneità
Sento di non appartenere più
a nessun luogo
mi sento ovunque
e da nessuna parte
semplicemente
sono diventata
quella che sono
mi sono liberata
dei legami
delle gabbie mentali
che mi sono state imposte
mi sento finalmente
me stessa
libera e sola
ormai non appartengo più
a niente e a nessuno
vivo pienamente
la mia estraneità.
L’organista
Mi chiamo Nicole sono una studentessa italiana, laureanda in Dams (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo), ho quasi venticinque anni ed abito a Roma. Sono appassionata di musica e suono il violino da diversi anni. Stamattina è successo un fatto molto strano… Sono andata al centro di Roma per acquistare il biglietto di un concerto del violinista Uto Ughi. Dopo aver preso il biglietto, andando verso piazza del Popolo, mi è venuta voglia di visitare le due chiese gemelle che si affacciano sulla piazza. La prima, dove c’è la Madonna dei Miracoli, ho sentito il bisogno di accendere una candela in ricordo di mia madre, molto credente, scomparsa qualche anno fà. La seconda chiesa viene detta anche chiesa degli Artisti mi ha colpito molto. Mentre ero a guardare una mostra di quadri all’interno di questa chiesa, sento il suono di un organo. Mi avvicino per vedere meglio chi suonasse e riesco a scorgere solo un ragazzo di spalle. Mi sono impressionata appena l’ho visto! Ho subito pensato che potesse essere lui, il ragazzo che mi aveva fatto innamorare. Infatti, indossava una camicia bianca di lino come, a volte, lui usa portare. Cercavo con uno sguardo attento di osservare bene la fisionomia di questo ragazzo. A vederlo da dietro era incredibile la somiglianza, anche la sua postura e come si muoveva sembrava proprio lui. Mi sono allora messa seduta, in attesa di un movimento, un gesto o un qualcosa che mi facesse capire meglio chi fosse realmente. Purtroppo nessun segnale mi veniva dato. Mi ero talmente innervosita nell’attesa di scorgere il suo viso che ho deciso di avvicinarmi il più possibile a lui. Intanto il ragazzo continuava a suonare beatamente. Ad un certo punto, vedo che lui si volta per un istante, ma io sbadatamente, proprio in quel momento, mi ero distratta e non ho potuto incontrare il suo sguardo. Ci sono rimasta così male che sono tornata a sedermi tra i banchi, attendendo sempre qualche segnale. Ma nulla, il dubbio mi rimaneva. Le sue spalle rimanevano immobili. Lui non si voltava, perché era molto concentrato nel suo esercizio musicale. Non riuscivo a stare ad aspettare un qualcosa che mi avrebbe poi deluso. Allora sono uscita fuori e mi sono andata a comprare le sigarette. Mi sono seduta su un muretto della piazza ed ho fumato per non pensare più a quella scena. Invece poi, finita la mia sigaretta, non ce l’ho fatta. Sono rientrata nella chiesa per vedere se il ragazzo c’era ancora. Mi sono avvicinata dove c’era l’organo, ma lo sgabello era vuoto, non c’era nessuno. Si, lui era andato via. Allora, mi sono chiesta: “E’ stato tutto un sogno o è stata la mia mente a creare questo organista?”.
La cascata grande
(ad Isola del Liri città della Musica – gemellata con New Orleanks – USA)
Il mio nome è Gaia, sono una ragazza di ventuno anni ed amo molto la natura. Vivo in una piccola città in provincia di Frosinone. Oggi è una giornata di sole d’agosto. Esco di casa e cammino piano piano, gustandomi l’aria fresca del mattino. Nel frattempo, ascolto una dolce musica, è l’acqua che scorre della cascata grande del mio paese. Mi avvicino verso il ponte, arrivata di fronte la cascata, mi fermo per ammirarla. È come se fosse un quadro naturalistico appena dipinto. Accanto c’è un particolare castello medievale-rinascimentale. Osservando con attenzione, riesco a scorgere un arcobaleno che con il suo arco, sembra farle da cornice, donandole vitalità con i suoi sette colori. Questa cascata grande è alta ventisette metri; si trova ad Isola del Liri in Ciociaria. La particolarità della cascata grande è quella di essere l’unica al mondo a precipitare in un centro abitato. Ah, quanto è meravigliosa la natura!
Magico pomeriggio
Qualche anno fà, a Roma, dopo aver trascorso una mattinata a casa, nel pomeriggio sono voluta uscire, senza però una meta precisa – racconta Giselle – una studentessa universitaria di Lettere e Filosofia di ventitré anni. Mi sono ritrovata alla stazione Termini, in un negozio che vende libri e cd musicali. Ho comprato il cd Magic di Bruce Springsteen, sono una sua fan. Ho pensato che oggi dovevo fare proprio questo, ma ancora non lo sapevo. La risposta poi, l’ho letta tra i libri, “se non trovi una guida o degni compagni di viaggio, va solo, piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli”. Mi sono appuntata questa frase sul mio blocchetto e poi sono andata verso il Vaticano e Castel Sant’Angelo. E mentre mi stavo avvicinando al Castello, pensavo tra me : “mi piacerebbe visitare il Castello, per gustarmi, da lassù, il bellissimo panorama”. Il sole illuminava tremendamente ogni bellezza del luogo. Ho finito di pensarlo che ero accanto al portone del Castello, ed ho letto il cartello “oggi entrata gratuita”. Non ci potevo credere! Non volevo spendere altri soldi, dato che avevo già comprato il cd. Non mi sono fatta sfuggire questa incredibile occasione e sono entrata. Prima sono andata accanto al bar e da quel punto, che vista panoramica! Sono rimasta imbambolata per alcuni secondi… non pensavo proprio che oggi potevo rifarmi gli occhi con tanta bellezza. Riuscivo a vedere quasi tutta Roma! Il Vaticano immenso ed incantevole. “Quanto è grandioso l’uomo, quando riesce ad esprimersi attraverso l’arte così magnificamente!” mi dicevo. Diventa si, un Dio. “O quanto mi rincuora l’arte e lo spettacolo della sua bellezza! ” continuavo tra me e me. Poi salita al piano superiore, ho visitato una mostra di costumi d’opera lirica. C’erano le opere di Giacomo Puccini, gli abiti della Tosca, la Bohème, Madame Batterfly. Ho anche visitato il museo delle armi. Oh, quante belle spade c’erano! Ne avrei impugnata una e sarei uscita con la spada per dire: “Ho un’arma, state attenti voi che volete attaccarmi, so e posso difendermi!”. Proseguendo la visita, mi sono trovata sull’enorme terrazza dove sulla sommità c’è la statua dell’Arcangelo Michele. Si narra secondo la leggenda che l’opera sia stata eseguita per ricordare la visione di Papa Gregorio Magno in occasione della fine della pestilenza del 590 a Roma. L’Arcangelo tiene con forza la spada nella mano destra e il fodero nella mano sinistra, nell’atto di rinfoderarla proprio per significare la fine della peste. Anche se a me l’Arcangelo Michele è sembrato guardingo e pronto all’attacco nel momento di necessità. Questa statua mi ha dato energia, quella che oggi a me serviva. Mi ha anche donato speranza ed ho colto tutto ciò come un segnale che spesso la vita ci manda per continuare a lottare, per andare fino in fondo in ogni cosa che viviamo, ma soprattutto di meravigliarci sempre di tutta la bellezza che ci circonda.