Alessandra Rea - Poesie e Racconti

Raccolta “Bagliori”

Parigi

 

Parigi

cosa mi hai fatto?

mi hai stregato!

quando sono venuta da te

mi hai accolto

come se mi avessi

da sempre conosciuta!

mi hai trattata

come una tua figlia

mi hai stretto

e mi hai coccolata 

come fa una vera madre

ed ora mi manchi

come una persona

di cui si è innamorati

vorrei rivederti 

sentire il tuo cuore battere

assieme al mio, all’unisono 

ed ascoltare le svariate musiche 

che tu incanti

nelle tue artistiche strade 

ancor di più 

vorrei viverti

e donarti anche io

nell’eternità 

la mia anima.

 

All’associazione di volontariato Il Faro onlus



Faro

 

Quando senti il buio

nella tua anima

c’è sempre il faro

che con la sua luce

illumina la tua strada 

basta abbandonarsi

e seguirlo,

perché lui non ti lascia mai.

capita spesso perdersi

ed essere confusi

non si sa cosa fare

e dove andare,

tutto sembra inutile 

e senza senso

eppure questa luce c’è 

questo puntino lontano 

che si vede, a volte, all’orizzonte 

ci guida nei momenti difficili 

è come una stella, sta là,

brilla più che mai

riflettendosi negli occhi

di chi sa guardarla.


 

Gli indici incatenati 

 

Lui stende il suo indice

verso di lei

lei stende il suo indice

verso di lui

si agganciano

e restano incatenati 

per un lungo attimo

poi spontaneamente 

si sganciano

per donare all’altro 

la libertà di vivere.

 

Alla mia affettuosa famiglia


 

Le sciarpe

 

Tutti noi

c’eravamo avvolti

nelle calorose sciarpe

nessuno di noi

la toglieva

perché ciascuno

ne sentiva l’immenso piacere.


 

Il mio destino

 

Il mio destino è

come la nota musicale 

Sol

è un destino solitario

che cerca di gustare

e percepire, anche se sola

il mondo tutto 

mi resta complicato 

condividere 

mi resta invece facile

vivere ogni cosa

assieme alla musica

e alla vita stessa

sento la voce dell’universo 

e quella del violino

strumento a me caro

chiamarmi e dirmi

non sei sola

sei in vita

ascolta il battito del tuo cuore 

la musica che hai dentro 

ti accompagna 

ritmicamente 

non sei sola

il mio destino è

come la nota musicale

sol.


 

Le donne

 

Le donne donano

amore incondizionato

sono tutte madri 

dell’intero mondo

anche quelle che non hanno figli

spesso soffrono

per colpa di uomini

non evoluti, aggressivi, violenti

molte volte

le donne ingoiano il dolore

portandoselo dentro

soltanto per amore.


 

Estraneità

 

Sento di non appartenere più 

a nessun luogo

mi sento ovunque

e da nessuna parte 

semplicemente 

sono diventata

quella che sono

mi sono liberata

dei legami

delle gabbie mentali 

che mi sono state imposte

mi sento finalmente 

me stessa

libera e sola

ormai non appartengo più 

a niente e a nessuno 

vivo pienamente 

la mia estraneità.



L’organista

 

Mi chiamo Nicole sono una studentessa italiana, laureanda in Dams (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo), ho quasi venticinque anni ed abito a Roma. Sono appassionata di musica e suono il violino da diversi anni. Stamattina è successo un fatto molto strano… Sono andata al centro di Roma per acquistare il biglietto di un concerto del violinista Uto Ughi. Dopo aver preso il biglietto, andando verso piazza del Popolo, mi è venuta voglia di visitare le due chiese gemelle che si affacciano sulla piazza. La prima, dove c’è la Madonna dei Miracoli, ho sentito il bisogno di accendere una candela in ricordo di mia madre, molto credente, scomparsa qualche anno fà. La seconda chiesa viene detta anche chiesa degli Artisti mi ha colpito molto. Mentre ero a guardare una mostra di quadri all’interno di questa chiesa, sento il suono di un organo. Mi avvicino per vedere meglio chi suonasse e riesco a scorgere solo un ragazzo di spalle. Mi sono impressionata appena l’ho visto! Ho subito pensato che potesse essere lui, il ragazzo che mi aveva fatto innamorare. Infatti, indossava una camicia bianca di lino come, a volte, lui usa portare. Cercavo con uno sguardo attento di osservare bene la fisionomia di questo ragazzo. A vederlo da dietro era incredibile la somiglianza, anche la sua postura e come si muoveva sembrava proprio lui. Mi sono allora messa seduta, in attesa di un movimento, un gesto o un qualcosa che mi facesse capire meglio chi fosse realmente. Purtroppo nessun segnale mi veniva dato. Mi ero talmente innervosita nell’attesa di scorgere il suo viso che ho deciso di avvicinarmi  il più  possibile a lui. Intanto il ragazzo continuava a suonare beatamente. Ad un certo punto, vedo che lui si volta per un istante, ma io sbadatamente, proprio in quel momento, mi ero distratta e non ho potuto incontrare il suo sguardo. Ci sono rimasta così male che sono tornata a sedermi tra i banchi, attendendo sempre qualche segnale. Ma nulla, il dubbio mi rimaneva. Le sue spalle rimanevano immobili. Lui non si voltava, perché era molto concentrato nel suo esercizio musicale. Non riuscivo a stare ad aspettare un qualcosa che mi avrebbe poi deluso. Allora sono uscita fuori e mi sono andata a comprare le sigarette. Mi sono seduta su un muretto della piazza ed ho fumato per non pensare più a quella scena. Invece poi, finita la mia sigaretta, non ce l’ho fatta. Sono rientrata nella chiesa per vedere se il ragazzo c’era ancora. Mi sono avvicinata dove c’era l’organo, ma lo sgabello era vuoto, non c’era nessuno. Si, lui era andato via. Allora, mi sono chiesta: “E’ stato tutto un sogno o è stata la mia mente a creare questo organista?”.


 

La cascata grande 

 

(ad Isola del Liri città della Musica – gemellata con New Orleanks – USA)

Il mio nome è Gaia, sono una ragazza di ventuno anni ed amo molto la natura. Vivo in una piccola città in provincia di Frosinone. Oggi è una giornata di sole d’agosto. Esco di casa e cammino piano piano, gustandomi l’aria fresca del mattino. Nel frattempo, ascolto una dolce musica, è l’acqua che scorre della cascata grande del mio paese. Mi avvicino verso il ponte, arrivata di fronte la cascata, mi fermo per ammirarla. È come se fosse un quadro naturalistico appena dipinto. Accanto c’è un particolare castello medievale-rinascimentale. Osservando con attenzione, riesco a scorgere un arcobaleno che con il suo arco, sembra farle da cornice, donandole vitalità con i suoi sette colori. Questa cascata grande è alta ventisette metri; si trova ad Isola del Liri in Ciociaria. La particolarità della cascata grande è quella di essere l’unica al mondo a precipitare in un centro abitato. Ah, quanto è meravigliosa la natura! 


 

Magico pomeriggio

 

Qualche anno fà, a Roma, dopo aver trascorso una mattinata a casa, nel pomeriggio sono voluta uscire, senza però una meta precisa – racconta Giselle – una studentessa universitaria di Lettere e Filosofia di ventitré anni. Mi sono ritrovata alla stazione Termini, in un negozio che vende libri e cd musicali. Ho comprato il cd Magic di Bruce Springsteen, sono una sua fan. Ho pensato che oggi dovevo fare proprio questo, ma ancora non lo sapevo. La risposta poi, l’ho letta tra i libri, “se non trovi una guida o degni compagni di viaggio, va solo, piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli”. Mi sono appuntata questa frase sul mio blocchetto e poi sono andata verso il Vaticano e Castel Sant’Angelo. E mentre mi stavo avvicinando al Castello, pensavo tra me : “mi piacerebbe visitare il Castello, per gustarmi, da lassù, il bellissimo panorama”. Il sole illuminava tremendamente ogni  bellezza del luogo. Ho finito di pensarlo che ero accanto al portone del Castello, ed ho letto il cartello “oggi entrata gratuita”. Non ci potevo credere! Non volevo spendere altri soldi, dato che avevo già comprato il cd. Non mi sono fatta sfuggire questa incredibile occasione e sono entrata. Prima sono andata accanto al bar e da quel punto, che vista panoramica! Sono rimasta imbambolata per alcuni secondi… non pensavo proprio che oggi potevo rifarmi gli occhi con tanta bellezza. Riuscivo a vedere quasi tutta Roma! Il Vaticano immenso ed incantevole. “Quanto è grandioso l’uomo, quando riesce ad esprimersi attraverso l’arte così magnificamente!” mi dicevo. Diventa si, un Dio. “O quanto mi rincuora l’arte e lo spettacolo della sua bellezza! ” continuavo tra me e me. Poi salita al piano superiore, ho visitato una mostra di costumi  d’opera lirica. C’erano le opere di Giacomo Puccini, gli abiti della Tosca, la Bohème, Madame Batterfly.  Ho anche visitato il museo delle armi. Oh, quante belle spade c’erano! Ne avrei impugnata una e sarei uscita con la spada per dire: “Ho un’arma, state attenti voi che volete attaccarmi, so e posso difendermi!”. Proseguendo la visita, mi sono trovata sull’enorme terrazza dove sulla sommità c’è la statua dell’Arcangelo Michele. Si narra secondo la leggenda che l’opera sia stata eseguita per ricordare la visione di Papa Gregorio Magno in occasione della fine della pestilenza del 590 a Roma.  L’Arcangelo tiene con forza la spada nella mano destra e il fodero nella mano sinistra, nell’atto di rinfoderarla proprio per significare la fine della peste. Anche se a me l’Arcangelo Michele è sembrato guardingo e pronto all’attacco nel momento di necessità. Questa statua mi ha dato energia, quella che oggi a me serviva. Mi ha anche donato speranza ed ho colto tutto ciò come un segnale che spesso la vita ci manda per continuare a lottare, per andare fino in fondo in ogni cosa che viviamo, ma soprattutto di meravigliarci sempre di tutta la bellezza che ci circonda.