Alessandro Brullo - Poesie

VOLI D’AUTUNNO

 

Venti d’ottobre, vacilla l’ultima foglia e la farfalla sul manto ornato riposa; si allunga una folata sulla pianta spoglia, completa il manto intriso, sinuoso, intricato, in posa.

Ancora un vento d’autunno senza nome soffia affranto ai bordi di quel quadro, la farfalla lascia ad una foglia l’alone, rifugge lenta, le ali a cuore per un volo leggiadro.

E tu… vivi il tuo volo in questo intenso autunno prima che il ghiaccio sia la crepa dello specchio; dal vuoto del tuo vertice vedi la voragine fatale al cuore senz’ali di foglia e vivi…. la vertigine.


 

IL LATO SBAGLIATO DELLO SPECCHIO ( a Laurent Ani Guibanhi )

 

La gente danza, si tiene per mano, canta gira in tondo guarda il sole, maschere del tempo, civiltà lontane, amuleti sepolti vani di splendore.

C’è un lato sbagliato dello specchio, un’altra parte dello stesso cielo, una polvere lenta respiri cogli occhi, c’è un sogno oggi che non lascia soli.

Una cartella di stoffa leggera oscura all’orizzonte un grattacielo, brucia il cuore della roccia scura al confine metallico del desiderio.

Dentro il battito di tutti i tamburi, dietro il sentiero tiepido, battuto; tuona una luce sulla città intera, la corsa nello specchio, il bacio delle nuvole.

Dove un raggio di luna colorerà farfalle cascate di diamanti, vedrai; quando il sacro albero ti abbraccerà felice il ramo verso il cielo, sarai…


 

ERRARE UMANO OVEST

 

Sole, sole sfuocato inseguo la sua scia persa un un’eco lontana, tonfo della cascata più alta che ci sia.

Luce, luce offuscata disegna la mia strada presa per vagabondare, dritta, tortuosa, deserta comunque sia sbagliata..

Ad ovest dove brillano spighe bambine non si illumina più la pianura, c’è un riflesso velato d’argento giallo oro.

Terra all’imbrunire colma di inutile gloria schiava del tempo tiranno che cattura presente, destino e memoria.

Nuvole fluttuano nere in angoli di civiltà, saturi d’aria stanca vanto di uomini grandi carichi di viltà.

Ad ovest si consuma la curva del sole, un’eclissi di nuvole e fumo nasconde ogni colore.

Luna, luna fluente aloni nel tuo chiarore , pace del mio vagare, allontani dal mondo bramosie, bagliore..


 

UN SOFFIO DI POLLINE

 

Quei solchi sul volto sudore di ossa nell’ eterno di un tempo che ci scorre lento addosso, tra le bandiere silenzi contorti, quei balconi vivi ad ore in questa realtà distorta.

Ma la fatica della tua luce in questo sfinito tramonto confonderà il morire del giorno.

Quei solchi sul volto intoccabili visi, un pulsare violento di maschere sotto le divise, fuori dal tempo nel chiaroscuro le carezze del vento ad un’insolita natura.

Ritornerà il tuo sguardo e un soffio di polline contagerà le strade del mondo.

Ai non sepolti pensieri commossi senza il tempo del pianto che ci scorre lento addosso…


 

AMORI DI TERRA

 

Quando quasi tutto il cielo è cosparso ormai di nubi, ho lasciato il sembrare all’incontro fortunato delle occhiate più fugaci a spiragli di quel cielo di un azzurro tenue dissipato. L’ apparire appartiene solo ai sogni a noi più cari, al mistico di angeli, all’amore trasecolato; mal sopporto la fierezza di chi ostenta i propri averi, di chi non sa ancora perdonare.. Ho imparato ad amare foglie, bacche di mirtilli incoraggiando ogni cespuglio a profumi ombrosi; ho riposato la mia orma sullo scoglio scivoloso, il più liscio dove il passo forse oscilla. Scorgo strascichi di sciabiche, pescatori sulla riva, poi le scie delle lumache più silenti sull’asfalto, io le adagio oltre le siepi, le costringo a un grande salto scongiurando la prossima deriva.. Ho vegliato girasoli quasi arsi tesi al cielo, combattuti tra bruciare e celarsi a ciò che brilla; il ragno del pergolato si specchia nella pupilla, sbatte le ciglia ma non rinuncia alla tela. Colgo il tempo per intero quindi estinguo il mio passato frastornato da consumi, cumuli di storie vacue di chi non ha saputo amare i mirtilli, le lumache, girasoli e ragni del pergolato..


 

A’NCORA VIVA

 

Oggi guardo chi sono,

fiore di campo tra i fiori,

specchio dell’ombra curvo di memoria;

nitida nella rugiada anima che consola, culla ventosa di vita che vola.

Ho catturato il verso di due gocce d’acqua tra un raggio di sole e sono a’ncora viva, sono a’ncora viva.

Ieri una disarmante fobica di nuovi amori, a’ncora greve dietro gli scuri, quasi inghiottita dal peso, il peso delle parole poi forza vitale alla luce del sole.

Ho spiegato le mie vele alle dure radici e adesso sono.. sono a’ncora viva, sono a’ncora viva..


 

NELL’OCCHIO DEL CICLOPE ( a Ileana Boneschi )

 

Voi mi parlate di pericoli, di lutti ed altri corpi offesi ma io vivrò, aiuterò la vita sperduta in tutti i paesi.

Il fango al centro della strada è casa, è pioggia sopra il mondo, allena la fatica non aliena dalla guerra fino alla vita allo sprofondo.

Le stesse stelle luci del cammino si fanno scudo, oscuran la palude, esile il confine vita e morte restituisco la fortuna.

Apro la tenda delle nascite, le regole esistono di rado, cupi pensieri scampati scompaiono, il travaglio sa essere tornado.

La linea del fronte si avvicina, annienta il cerchio della vita, misera barca tra le sponde nemiche lama affilata tra due dita.

Le stesse stelle luci del cammino si fanno scudo, oscuran la palude, esile il confine vita e morte restituisco la fortuna…

Nativi eroi dimenticati, senza futuro ne’ paure, nell’occhio del ciclope onorano la vita, stremati regalano fortuna!


 

NEBULOSA

 

Ride una nebulosa, 

si insinua inerme, adorna,

la sfioro quando muta 

sorvola ignara la mia ombra.

Anelli, luci, strisce, 

tentacoli, segrete

affiorano dal nulla 

ma nulla scalfisce la mia quiete.

Fugge la nebulosa

evanescente vaga,

adornerà altre ombre

di oniriche impronte fatue.


 

LACRIMA TRA LE PAGINE

 

Il fiore che si eleva a spirito del tempo

vale lo scorrere intriso della lacrima

tra le pagine.


 

SPIRAGLI D’ORIZZONTE

 

Fumano fucili dai canyons,

stormi di corvi impauriti,

fuoco sui nostri guerrieri,

sangue su sporche divise.

Cadono squaw con onore

ma i soldati abbandonano il campo,

in fretta riprende il cammino 

senza alti lai ma rimpianti.

Vestiti e coperte a brandelli

nuvole basse e distanti,

piangono la nostra terra,

piangono i nostri antenati.

Ritornano giacche azzurre

quante le stelle nel cielo

oltre l’incerto degli occhi

spiragli d’orizzonte…