Alessia Piccione - Poesie

Selvaggia Serpente

 

È certo, non sono signora.

Selvaggia serpente

Seduta per terra, si scrocchia le dita

Urla se sente.

E morde e piange e ride.

Visi spenti, visi duri.

Li vedi? Li senti?

È certo, non sono signora.

Manichine sembianze di ghiaccio

Grigie e impietrite

Usano scarpe sempre nuove

Di vero serpente? Inorridite?

S’innalzano inasprite

Di avida invidia

Se messe allo specchio

Si squamano. Lei ride.

Cadono a tocchi

Su un’anima ribelle

Non le invidia. Non le invita

Non si adattano alla sua pelle

È morbida realtà esistente:

Non signora. Selvaggia

Senza scarpe: un vero serpente


 

Sete

 

Rotonda luna che ti accompagna una stella,

Leggera come danza tra l’onde

petali d’argento nel blu della notte.

Ondeggiano i riccioli

La guancia é paga di carezze

Cocciano le onde e

Spumeggiano nel mio petto

Ti sento acqua

Sono argilla rossa

Del fuoco che lento

Scende

Sono argilla, vaso

Protettore

Racchiudo corposa

I colori incandescenti

Nella pace, divina

Indifferenza

Bevo e disseto l’arsura dell’anno.


 

Bianca conchiglia

 

Bianca conchiglia

Portata via dal mare

Sei accarezzata e non sorridi più

Naufraga tra le mura

Sempre

Ricerchi Calore

Della calda sabbia

Lontana

Nel mare Sorridevi

Incessantemente

Cullata, sicura, protetta.

Ti rigiri su te stessa

Ferendoti la pelle

Inutilmente

La tua casa era calda e luminosa

Ora nel crepuscolo

Costretta

Pur amata e benedetta

Per amore costruirai per te sola una piccola alcova

Fatta di sabbia luce e calore

Nuovamente protetta

Saprai ridere ancora:

Niente più paura

Niente più timore


 

Secchi

 

Sinuosa, Solitaria

Si mischia

Soffre, Scava

Si copre

Si scopre, Si solleva

Fischia

Senza scopo, osserva.

Scruta se muta:

Vede solo polvere,

Polvere nuda

Secchi di anime

Vuote

Pieni di cenere fredda

Non brucia nemmeno l’odore

Della cicca spenta

Grigie di

Raggelato calore

Vite rinsecchite

Bruciate di grinze gonfiate

Schiamazzano inutili

Senza pudore


 

Misure

 

Strappate misure mal prese

Sognavano vane attese

Di corse e giostre proibite

Vietate da scuse infinite

E poi un sorriso e violà

Era un sogno, ma eccomi qua

A ridere delle misure

Per cui nessun metro poi vale

Vali tu col tuo animo folle

A volte ridicolo a volte ribelle


 

Sirene

 

Sirene s’ intrecciano

A squille

Sgrana l’occhio

Serra la mascella

Scariche elettriche esplodono

Sottopelle

Vanesi bisogni

Si consumano

Evanescenti lampi di affannate

Corse

Desideri di rinnovare armonie

Riaffioranti

Scoprono salvezze sommerse


 

Sorgente

 

Io sono di questa maniera

Che avvolgo con la mia passione

Che non contengo il mio fuoco:

Il calore balla nel mio sangue. Senza sosta.

Istintivo il mio corpo lo segue

In una danza che rifiuta ogni ragione

I miei sensi, immersi,

galleggiano in un nettare di profumo

Nutrimento per la mia vita,

sorgente limpida di emozioni pure.

Danzo in una ruota di piqué

Il mio sguardo cerca allo specchio il punto fisso

Deve sostenere il volteggio

Niente da fare

Un piccolo saltello e chiudo in quarta croisé

Risultato non pulito

Ho sporcato l’equilibrio


 

Scarpette

 

D’improvviso

Vi ho pensate.

Vi ho raccolte

Dal fondo del cassetto,

Con rispetto

Vi ho infilate

Confetti rosa

Di gesso e raso

Allo specchio

Vi ho danzate

Senza nastri senza protezione:

Che emozione

D’improvviso

Vi ho sfilate.

Vi ho riposte

nel fondo del cassetto,

Con rispetto


 

Vola

 

Vento tra le foglie

Mentre solitaria l’ambulanza

Vola

Fumo

Al buio Sordo della notte

Una vita si consuma

Muta

Cercando pace

Stremata e

Sola: saluta.

Capriole

Tra i giochi

Di bimbi che capriolano intorno:

Attendo

Illuminata dai raggi

Adagiata alla panchina:

Attendo

Divertita

Tra chiacchiere con occhi neri di donna:

Attendo

Esposta e nascosta

Tra le pagine

Di un libro:

Ti Attendo