Alessia Risso - Poesie e Racconti

Amore

 

La luna questa sera,

mi parla di un sogno che si avvera,

averti tra le mie braccia,

e sentire l’aria che mi sfiora la faccia,

mentre tu mi parli di amore,

batte forte il mio cuore.

Nessuna aurora è paragonabile a te,

nessun tramonto riesce ad emozionarmi ugualmente,

tu sei il raggio di sole,

che irradia la vita mia,

con te spariscono le nuvole,

sprigioni solo poesia.

Tu che dai senso al mio esistere,

ogni giorno mi fai rinascere,

lodato sia l’averti accanto,

io ti amo e tanto.



Che senso ha vivere

 

Che senso ha vivere,

se manca l’aria e la voce per esprimere,

parole che servono a richiamare,

l’attenzione verso un cuore che ha bisogno di amare.

Che senso ha continuare a lottare,

se non c’è chi ti possa ascoltare,

lenendo tutte le tue pene,

e facendo, nuovamente, scorrere vita tra le tue vene.

 


Mi sento rinascere

 

Mi sento rinascere,

quando ti ho accanto,

Mi sento invadere,

dall’ebrezza di un dolce canto.

Mille e più angeli cantano in coro,

ed io sono qua che come sempre ti imploro.

Fammi entrare nel tuo cuore,

vedrai che io per te avrò in serbo solo tanto amore.

Tutto intorno avrà più senso,

tutto intorno avrà quel profumo intenso,

di un giorno di primavera,

tra alberi fioriti e il sole alto in cielo fino a tarda sera.

Tu vedrai che io ti abbraccerò,

e nel profondo del mio essere io ti porterò.


Cammino

 

Cammino tra visi pallidi e false strette di mano,

sento un bisogno dentro che diventa sempre più malsano,

di essere presa di scatto e portata via,

lontano, lontano, da questa assurda vita mia.

A riscoprire il piacere di essere me stessa,

circondandomi di vera poesia,

e di gioia che in me è da troppo tempo repressa,

lontano, lontano,  da questa infinita malinconia.


Favole

Favole, sono solo tante belle favole,

queste tue continue parole,

le sento oramai da ore ed ore,

ed io vorrei solo uscire,

sentire l’odore,

di qualcosa di vero che mi sappia ricucire,

le ferite che porto ancora in petto,

ed io te l’ho già detto,

non voglio sentire soltanto il tuo monologo straziante,

voglio vivere di pace e di un amore sincero e non così distante.

Sono secoli che non ci parliamo con sincerità,

sono anni che io vedo in te solo tanta vanità,

perché il tempo passato insieme ha sciupato ogni cosa,

ed io mi sento ormai frusta come un appassita rosa.


Un bimbo

 

Occhi grandi e spalancati,

incuriositi di tutto da quando sono nati.

Guance paffute ed un sorriso spontaneo,

dona la sua piccola mano anche ad un estraneo.

Con il suo fare a volte un po’ incerto,

il suo piccolo cuore sembra essere allo scoperto.

Sincerità e quell’assenza di malizia,

lo fa apparire tenero e privo di pigrizia,

corre alla scoperta di un mondo per lui nuovo,

corre ed io per lui già provo,

amore incondizionato,

per il suo essere un bimbo adorato,

che sia per lui dolce il destino,

io, intanto, lo tengo stretto al mio cuoricino.


Apparenza

 

C’è uno strato sottile tra ciò che appare e ciò che è,

c’è un piccolo vuoto che è dentro di me,

questo strano bisogno di apparenza,

questo strano senso di costante mancanza,

di qualsiasi cosa che possa colmare,

il mio bisogno di essere e di poter assomigliare,

al mio Io interiore,

quello che poi è sempre alla ricerca di Amore,

apparire o essere veramente ciò che noi siamo,

questo perché di tutto noi facciamo,

per non mostrare ciò che dentro ci tormenta,

ciò che veramente ci spaventa,

è mostrarci per la nostra vera essenza,

questo è ciò che comporta la parola apparenza.

Dal mio libro “Le nostre paure in poesia” pubblicato tramite la Youcanprint nel 2015:


La vita, questa sconosciuta

 

Ci pare di voler vedere,

di voler ancora credere,

che a tutto c’è una spiegazione,

di ciò ne vogliamo la convinzione,

ma non riusciamo che a domandarci,

e nel farlo a stressarci,

come saranno i giorni futuri?

i tempi saranno meno duri?

Oh questa vita, questa sconosciuta,

che lei sia la benvenuta,

anche se molto ci spaventa,

ma la nostra anima sembra assai contenta,

nel sapere che l’esistere ci appartiene,

vaghiamo nello spazio come più ci conviene,

senza chiedere altro che vivere intensamente,

anche se la paura dell’ignoto è di certo costante,

viviamo solamente,

chiedendo che la luna non sia calante,

affinché ci sia una notte più serena,

e che di non sapere ne valga la pena.



Dal mio libro “Il funghetto con l’ombrello. Racconto illustrato per bambini” pubblicato con la Youcanprint nel 2018

C’era una volta in un bosco assai lontano, un piccolo funghetto con l’ombrello, che amava il cibo sano, e diceva che il sorriso di un bimbo è proprio bello. Questo funghetto però era assai particolare, a lui non piaceva proprio parlare, tutto solo sempre se ne stava, con il suo ombrello che lui diceva che fortuna assai portava. Il suo ombrello mai lasciava, sempre con lui lo teneva, giorno e notte ed anche con il sole, pure quando a primavera spuntavano le viole. Un giorno, però, mentre solo soletto camminava, nel bosco sentì una vocina che con grazia implorava, non riuscendo a capire da dove essa venisse, con voce interrogativa egli disse, “chi sei e da dove implori”, e ancora il funghetto “io non ti vedo tra questi mille alberi e fiori”.  E la vocina, si fece più vicina, comparve tra le foglie sparse tra l’erba fresca, un piccolo gnomo dall’aria triste che tendeva le sue braccia verso una pesca. Il piccolo gnomo il funghetto implorava, da giorni, oramai, egli frutta non mangiava, “ti prego, strano funghetto con l’ombrello, aiutami a portare alla mia tana, questa pesca dall’aria assai buona e sana, e io ti ricompenserò, tutto ciò che vuoi io realizzerò”. Ma il funghetto non ne voleva sapere, il suo ombrello per terra non lo voleva abbandonare, perché per poter lo gnomo aiutare, di entrambe le mani avrebbe avuto il bisogno di adoperare. Lo gnomo guardandolo perplesso, gli disse “oh strano funghetto io te lo confesso”, anche io ero proprio come te, mi portavo dietro costantemente, la mia tazza da tè preferita, e mai nella vita, avrei voluto abbandonarla,  finché un giorno ho dovuto lasciarla”, ed ancora il piccolo gnomo “lo dovuta lasciare ad un gnomo negoziante, che di cose ne aveva già tante, ma per poter fare la vita mia, ho dovuto scegliermi una nuova via, ora mi diletto solo più a mangiare sano, pensando alla salute e a fare amicizia con ogni buon gnomo, perché scoprirai che non è bello essere solo, e che un buon amico può essere un bel dono, aiutami ti prego e vedrai, che mai solo tu resterai”. Queste parole lasciarono il funghetto un po’ pensieroso, “si del mio ombrello sono assai geloso, ma forse e’ anche bello poter aiutare, e se poi un amico posso trovare, il mio ombrello lo potrò anche condividere con qualcuno, anche perché è vero che star soli non piace a nessuno. Ora, piccolo gnomo, io ti aiuterò, ma voglio da te una cosa però, un desiderio mi devi realizzare,  io vorrei vivere sano e poter un giorno incontrare, tante persone che mi vogliano un gran bene, che siano miei amici e non solo quando gli conviene, vorrei poi che i miei genitori siano sempre di me orgogliosi, che io faccia sereni i loro riposi, vorrei vedere tanti bambini sorridere, e la loro vita serenamente vivere, vorrei, infine, che tutti siano felici, conoscenti e i miei futuri amici”. Il piccolo gnomo lo osserva con tenerezza, poi sul suo piede gli fa una carezza, “ti posso realizzare il tuo desiderio solo in parte, di trovarti un amico ne ho io l’arte, ma nella vita dovrai imparare, che se amore vorrai avere a volte te lo dovrai saper guadagnare, dovrai amare prima tu se vorrai avere attorno, tanti amici che ti rallegrino ogni giorno, dovrai imparare il rispetto, e ciò che non ho ancora detto, dovrai essere meno geloso,  ed anche meno di te orgoglioso, solo così potrai aprire davvero il tuo cuore, ricevendo, così, solo tanto amore. Infine, continuò lo gnomo “devi essere più buono aiutando chi ha bisogno, non pensando solo a realizzare un tuo sogno, ma pensando al bene di tutti, amici e parenti, solo così li farai davvero contenti, poi se ti vorrai bene, spariranno tutte le tue pene, intorno a te splenderà il sole, e ritorneranno a fiorire le viole”. Di una cosa è certa, il funghetto con l’ombrello quel giorno aveva fatto una bella scoperta, ad aiutare chi ha bisogno, ti regala un nuovo amico come in un sogno, così decise di trasportare quel frutto di nome pesca nella tana dello gnomo tanto saggio, e giurò a se stesso di avere sempre coraggio, di donare amore a sazietà, per poter avere la possibilità, di avere tanti cari amici attorno, e da allora il suo ombrello con gli altri condivise ogni giorno”. Morale della storiella, breve ma tanto bella, un amico il funghetto l’aveva trovato, il piccolo gnomo dalla solitudine l’aveva salvato, ma per far ciò il suo ombrello il funghetto aveva dovuto lasciare,  ed aprire il suo cuore per poter incontrare, tanti amici con cui condividere ogni cosa, perché la condivisione rende la vita davvero meravigliosa.  

 



Dal mio libro “Il piccolo micio in cerca di amore” pubblicato con la Youcanprint nel 2019

Il piccolo micio era nato, tutto solo ed affamato, tra sacchi di cibo scaduto, con nessuno che sapesse dargli il benvenuto. Tutto il giorno esso vagava, tra la gente che quasi lo ignorava, qualche sguardo e complimento, ma ogni mamma al suo bambino gli diceva “attento!”, “chissà quante pulci lui avrà, vieni via di qua!”. Il piccolo micio solo si sentiva, solo qualche vagabondo di notte lo guardava, per il resto egli solo se ne stava, e dentro di sé egli non capiva, “perché un piccolo micio come me è stato così abbandonato?, perché ad un piccolo micio come me è dovuto capitare tale triste fato?”. Il giorno va in cerca di un buon posticino, tra i vialetti, sui muri di qualche casa cerca di farsi un riposino, ma è alla notte che lui ha più paura, la notte per un piccolo micio non è poi così tanto sicura. Gli altri gatti vagabondi non sono tutti amici, non hanno tutti lo stesso buon carattere i mici, c’è chi lo tratta con gentilezza, ed un po’ di comprensione, ma c’è anche chi lo caccia via senza un apparente ragione,  e lui nel suo cuore prova solo tanta tristezza. E’ solo un po’ d’amore ciò che vorrebbe, una casa e due persone buone che lo colmino d’affetto, un bel caldo letto, ed un buon pasto ogni giorno, questo gli basterebbe. Ma tutto sporco e triste se ne va, tra le vie di una strana città, dove nessuno sembra badare,

a chi come lui è in cerca solo di qualcuno che lo sappia accudire con amore, facendolo riscaldare, in un abbraccio pieno di tanto calore. Osserva i bambini che si mangiano beati il gelato, accanto alla mamma e ad un altro piccolo neonato, che dorme tranquillo nel suo passeggino, che fortunato che è quel piccino, egli non può sapere, cosa invece deve passare tutte le sere, questo piccolo micio per potere trovare, un posto buono dove potere per un poco restare. Nessun cucciolo dovrebbe sopportare, ciò che al piccolo micio è dovuto capitare, abbandonato alla nascita in un cassonetto, spera ogni dì che arrivi il giorno assai benedetto, di quando egli potrà sentirsi sereno e sicuro, tra l’amore di persone dal cuore buono e puro, senza più dovere avere paura di botte, urla e di dovere scappare, tra ubriaconi e uomini dubbi che, a volte, si divertono a tormentare, chi come lui è fragile e solo, il piccolo micio, sovente, sogna per questo di spiccare il volo, e di trovarsi in un posto più tranquillo, dove potere essere lui il pupillo, di una famiglia che lo sappia proteggere ed apprezzare, questo dovrebbe essere per ogni cucciolo del mondo, questo desidera ogni piccolo essere vivente, questo egli desidera in fondo, che qualcuno se ne prenda cura finalmente, che lo addotti e lo accolga nella sua vita, la piccola anima di questo micetto non è stata mai capita, ed è ora che lui trovi due persone di Buon cuore, questo succede ad ogni bambino solo con l’adozione, questo è il diritto di ogni esserino in cerca di amore, perché ognuno di noi ha il diritto di una nuova opportunità, ed ogni bambino non dovrebbe crescere nell’oscurità, per questo motivo il piccolo micetto ha la speranza e la netta convinzione, che prima o poi egli riuscirà, a trovare al di là di questa triste città, una Casa dove potere per sempre restare, con qualcuno dal quale essere amato e da amare.