Andrea Bettini - Poesie

LICI SPARSE - MINISITO_html_c650d731b092a690

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Copertina del romanzo “Acqua sporca” di Andrea Bettini

 


 

Era passata da poco mezzanotte quando Giorgio Volta richiuse la sua MontBlanc e la ripose con cura nell’elegante portapenne in quarzo che troneggiava sulla scrivania, alzandosi, si avvicino alla vetrinetta e si verso il solito Port Ellen, premurandosi più di finire la bottiglia che di non riempire oltremisura il bicchiere, per poi sedersi di nuovo, questa volta sulla sua amata poltrona color vinaccia; stancamente il medico pigiò un tasto su un piccolo telecomando posto sul bracciolo: dalle piccole casse nascoste fra i cassettoni del soffitto s’alzò una musica calda che avvolse l’intera stanza come un rassicurante abbraccio materno nel buio d’una notte insonne.

“And now, the end is near,

and so I face the final curtain,

my friend, I’ll say it clear,

I’ll state my case, of which I’m certain

I’ve lived a life that’s full

I’ve traveled each and ev’ry highway,

but more, much more than this,

I did it my way…”

Sua moglie non sarebbe rimasta fuori ancora a lungo, il tempo, anche questa volta, non era dalla sua parte. Gli occhi grigi, rivolti al maestoso soffitto, erano più gonfi e stanchi del solito, le grandi mani, notoriamente salde, tremavano in un gelido sudore e le gambe, che spesso lo avevano sorretto nelle lunghe notti passate in sala operatoria, sembravano crollare sotto un peso ben superiore a quello del suo esile corpo. La gola bruciava ancora quando distolse lo sguardo ora posatosi sul camino dove la fiamma, debolissima, sembrava aver esaurito le proprie forze…Volta tornò verso la scrivania, apri una vecchia ribalta di fine ‘800 ed estrasse la sua Smith&Wesson calibro 22, gelosamente custodita nel doppiofondo di un cassetto a scomparsa; ritornò a sedersi e, accarezzando la canna della pistola, osservo il fuoco spegnersi per sempre, mentre Sinatra continuava il proprio assolo, ignaro del fatto che stesse accompagnando il suo unico spettatore verso il proprio beffardo destino…

“Regrets, I’ve had a few,

but then again, too few to mention,

I did what I had to do

and saw it through without exemption.

I planned each charted course,

each careful step along the byway,

but more, much more than this,

I did it my way…”

Uno sparo sordo, come un grido d’aiuto soffocato in gola, la pallottola trapasso le tempie…nessun flash corse nella sua mente, nessun pensiero attraverso quell’interminabile istante imprigionato al confine tra alfa e omega.. l’arma cadde pesantemente sul parquet con un tonfo secco e privo d’eco, le note incessanti in un imponente crescendo a riempire il silenzio…Da quell’anestesia non ci sarebbe stato risveglio.


(Tratto dal romanzo inedito “Acqua sporca” – di Andrea Bettini)

 


 

 

LICI SPARSE - MINISITO_html_998d0f1c08d4e203

 

 

 

 

 

 

 

Dopo la tempesta

 


 

 

LICI SPARSE - MINISITO_html_71b7ac83bed94d47

 

 

 

 

 

 

 

Tramonto

 


 

 

LICI SPARSE - MINISITO_html_db3d2941e009c560

 

 

 

 

 

 

Meditazione

 


 

“E poi arriva il momento in cui ti devi fermare,

non perché sei stanco o vedi la fine, al contrario,

solo per rifiatare.

Perché sai che la strada è lunga e le gambe tremano

E nessuno correrà al posto tuo.

Ed è allora, quando ti fermi, che senti il vento sulla pelle,

i polmoni che bruciano, il cuore che scoppia.

Ed è allora che ti guardi indietro

E per quanta strada tu abbia ancora davanti,

ti accorgi che quel che hai fatto il segno l’ha lasciato.

Ed è allora che capisci che sì, nessuno correrà mai al tuo posto

Ma al tuo fianco forse sì.

Ed è allora che ti senti vivo.

 

(tratto dalla raccolta “Credo in un sono IO – pensieri scomposti di un nessuno qualunque”) 


 

LICI SPARSE - MINISITO_html_63d9b3ef1d60d05c

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

LICI SPARSE - MINISITO_html_9928dc436e5248b8