Splendidamente estetici
Straziata e trafitta al cuore
l’anima nel corpo esangue
raschiata profondamente
con parole zuccherate-
splendidamente estetici
con disumana arroganza
distruggiamo con il sangue
l’amorevole natura.
Adesso in solitudine
derisi e dimenticati
dall’indifferenza che ieri
era prassi condivisa-
dobbiamo allevare utopie
per rinnovare lo sguardo
rivolto all’altro, all’altrove,
a ciò che esiste e non vedi.
2020
Il mattino di notte
All’improvviso un mondo nuovo
nel caotico miraggio quotidiano
annichilito in cose da fare,
da dire, in silenzio fremente,
in attimi fermi, primordiali
e asprigni, scorticati, ingolfati
da merci opprimenti, inutili
all’abbraccio pelle a pelle
nel buio del mattino di notte.
2020
Le querce
Le parole non dette non tornano
nei ricordi, sono ombre impinte in luci
soffiate dal vento- tra rami e tronco
abbracciano autunni stratificati
in foglie cadute senza rumore,
ricamano mosaici profumati,
armonizzano il cielo con la terra,
creano ombre orizzontali, lisergiche.
2018
Televisionati al guinzaglio
Distesi al sole ad asciugare
con auricolari all’orecchio,
a piedi scalzi senza pietà
calpestiamo plastica esangue
con sorrisini condivisi
e ruggine ferrosa negli occhi
incarnata con fuoco a freddo.
Il tuo volto disegnato a contorno
di labbra molli, socchiuse e bagnate
nei sospiri a gambe divaricate,
tra morbide carezze innamorate,
dubbi senzienti, incomprensioni vane.
Inzuppando biscottini nel caffè
davanti al televisore al guinzaglio
ci piace molto questo anestetico
tepore per non pensare all’altrove
che aggranchia i nostri passi quotidiani:
ci piace così, perché dubitare?
2020
Simbiosi
C’incontriamo in attimi balenati
in lampi profondi e sincopati
in meccaniche armonie imbronciate,
dilatate in respiri incantati,
straziati all’inverso, innamorati,
stupefatti, abbracciati, estasiati.
2020
Scusa se non ho risposto
Negli anfratti ragnati dei muri
chimere afasiche sussurrate,
di notte i nostri sguardi a matrioska
scolpiti a rovescio nello specchio-
nell’abbraccio che ci univa in soffi
spinati frammenti nella carne
sanguinano nel ricordo di te
che non brucia e non s’estingue.
2019
Ogni attimo è un dono
Per un attimo sembrava
che i nostri occhi sillabati
avrebbero creato un canto
con afrodisiaci incanti-
bofonchia tepore e sbuffa
delicata in ebollizione
moka sul calore del gas:
dal blu fiammante esce il caffè
che degusto con piacere
con distillato irlandese,
con il caminetto acceso
che scoppietta nel silenzio.
2019
Ipotesi per un abbraccio
Salice piangente senza lacrime
sembra neve sudata il bianco del buio
che respiro accanto a te e non ascolti
il frastuono del silenzio appassito.
Con mielose menzogne pasticciate
scrivi sul tuo quaderno imbalsamato
frequenze improbabili, tranquillate
a stento, arrancando euforie infatuate.
Sarà giunto di cardano verace
l’unità in quieti abbracci imporporati
di ricordi ineffabili, impagliati
con gesti a specchio e riflessi truccati.
2020
Mascherine
Le maschere che indossavamo prima
per ingannare l’altro e la verità,
adesso non servono, perché il virus
incoronato dall’egoismo umano
ci schianta allo specchio dell’ipocrisia
che abbiamo costruito a norma di vita-
adesso sono gli occhi che parlano
adesso è la paura che pone dubbi
incertezze sulla strada percorsa.
Forse un cambio di rotta è necessario
forse non amiamo abbastanza l’altro
probabilmente non c’innamoriamo
così tanto per elevarci al cielo.
Lascia esplodere ogni canto del cuore
urla ciò che senti e fallo volare
dove osano le aquile con ardore.
2020
Implacabile sorriso
Ironizzando alla sorte
paure ancorate a tempeste
tormentate, a volte folli,
mentre piove, la nebbia inerte
c’attrae in attimi iconici-
il tuo sorriso sorprendente
implacabile avvolge il volto
simpaticamente assorto.
2020
Il tuo corpo in approdo su di me
nutre un canto d’ erba bagnata,
tra un sole affabile e l’ ignoto
togli anche l’ ultimo vestito.
Spiaggiate sul mio corpo esiliato
le tue labbra simili a balene,
come ciglia tratte dagli occhi
quasi mistiche gocce distillate.
Ritmo di stelle allineate al suolo
mi ricordano un tempo antico,
quiete note cascanti nel buio
indicibili, complici, discrete.
2016
PSEUDOROMANTICA
Traspari in fino cotone
mentre ti guardi allo specchio
non sei più sola – in ginocchio
a bordo letto in ottone
con mano gentile spalmo
senza fretta il tuo piacere,
languide carezze, a volte
non so veramente chi sei.
2008
OGNI RICORDO E’ UNA SCUSA
Caustico e improvviso ogni tuo silenzio
distrugge opinioni fraintese a vuoto -
sfuma ogni incanto, ogni attesa pretesa,
la fretta in abbrivio oltre l’ evidenza.
Resti assente mentre ovviamente squilli
al telefono sfumature che poi
tornando verso casa non cambiano
d’ una virgola il consenso che ottieni -
trasuda il tuo odore come di pietra
il mio cuore unito al tuo per non morire.
2010
Deborda dall’ uscio di casa
amore travisato dal terrazzo
panni stesi ad asciugare. Non sai
quanto male ho fatto
a me a dirti no
non potevo dire si
e parlando dissi niente.
Cosi senza fiatare
ci siamo allontanati
tenendoci per mano
io con le mie fisime
tu con i tuoi sofismi.
Adesso che ti cerco nel pagliaio
tra frangenti flutti senza voce
mi sorridi per non dirmi
che il desiderio mio è tuo -
tracce balenano in volto
per vie traverse tutti
parlano qualcosa nostra
differenze sopportate a stento.
Forse non ci siamo capiti
forse non era il momento
“ ma no, non glielo dare
sennò mi chiama sempre! “
Fotogrammi di passione malata
intensamente detestati
non voglio rivedere domani -
un’ altra solitudine rastrella
incubi sotto sale e carezze
fuorviate e trafitte dal tempo.
Dovrei uccidermi per capirti
dovrei ucciderti per sapere chi sei
per dimenticare basta un saluto
digerito male. A traverso in gola
un rutto inespresso mi dice
che non vuoi crogiolarti con me
perché stai centellinando un altro,
giorni trascorsi in silenzio
come desiderio ingolfato.
Troppo tardi esilarare
adesso devi andare
non ci vedremo più
nessun male stagnante
nessun tedio.
2006
Igneo definitivo
mi spoglio di me -
sembra apparenza shakerata
quello che vedo e sento
contrazioni di nervi incrociati
al bivio posteriore umettato,
sussurrando sorridi
sospirare ti piace.
Pacificata inquietudine distilla
un amore valanga slavina terremoto,
sembra un film e invece
concreta realtà morbida attrae
a sé tutte le cose come miele
gli orsi le api mosche zanzare cavallette
e tu
silenziosa mi catturi,
bracconiera del cuore
come civetta a cancellare
con il canto un dolore aguzzo
fitto come vespa che punge
la caviglia mentre
semplicemente la barba
mi faccio senza pensare
al dolore che aumenta inesorabile
2006
Fotoricordo
Calpestando a piedi nudi la terra
stratificata bellezza distorta
trafitta in suoni aspri dopo la guerra
come un ombrello appoggiato alla porta.
Chiacchiere in ozio per strada la sera,
non mi piace la tua calma chimera
non ti riguarda la mia inquietudine
mentre ognuno ha bisogno dell’ altro.
Stasera senza te in solitudine
voci impercettibili all’ apparenza
mentre il pensiero s’ allontana scaltro,
senza memoria, un vuoto intransigente.
Bagnasciuga triste senza conchiglie
non t’ appartiene più quest’ evidenza
che traspare nell’ acqua intensamente,
nel frigorifero pieno di voglie.
2012
Forse il cipresso per caso
senza rami accasciato
al suono dei nostri passi
sembra una seduzione che riflette
vaghi desideri senza rumore –
canto leggero, alito fragile,
come stelo di fiori lontani
che il silenzio immagina
e nessuno conosce.
Capiterà in forma ardita
brama verace di carne e sangue
distillato sudore clandestino –
l’ attesa ci rende affini
amanti deliziosi
sopravvissuti al dubbio
e a filastrocche inutili
lungo rotte frammentate
improvvise fermate
ripartenze improvvisate.
Ci stiamo cercando
ci troveremo.
2013
EUFEMISMO
Le carte sul tavolo sparse a caso
le dimentichiamo in consuetudine e
non serve lo sguardo che non ci sei mai
riflesso in trasparenza senza volto.
Forse non ci capiamo a prescindere
mister, monsieur, saluti divertenti –
schianto di testa a piombo contro il letto,
tra un tempo indiscreto e l’ altro dovevo
fare ciò che non ho fatto dovevo
dire ciò che non ho detto. A margine
scaraventato a terra senza pietà
neanche ci piace il ricordo e gli errori
solitari, inquieti, non condivisi –
complesso odore la nostra passione
come buio sotto casa urlato a salve
da ‘sta strana distanza a defedare.
2014
Denso di polveri sottili il vento
Denso di polveri sottili il vento
tira alla sorte nuvole radianti -
sotto un sole d’acqua e fango
slitta sull’asfalto verniciato
a strisce pedonali pittate male
il tuo sguardo più bello
già incluso nel mio,
per simbiotica alterità
ogni distanza s’estingue
al termine del tuo sguardo.
2017
Solo per noi
Solo per noi
la quiete del cuore
colpi unisoni alla pelle
sento battere le ciglia.
Forse ti amo
forse il tuo cuore è come il mio
perché mi manchi
sotto lenzuola di notte
pensieri di miele scuro
chimere d’amore.
Tra lussuria e giochi ebbri
parole steccate a tempo
con il sorriso intorno
l’erba che calpestavi
quando cantavi il tuo nome
non esistevano paure.
Cosa è sogno
cosa è vero domani
mentre ieri non esiste più.
Quasi metallo
quasi oro
le parole che dici lontano
la tua febbre sarà la mia?
Saprò amarti come vuoi?
Mentre i miei occhi dormono
passerai da me la sera
alla finestra a scrivere
il tuo nome?
2006
Rosa cipria
Con il tempo scomparso al mattino
salato urlo il tuo, quasi dolce
orlata rosa cipria a morsetti -
dentro te il silenzio amplificato
incontra il mio abbandono senza fiato
intimità ridono ovunque -
tra le tue gambe quasi folle
scivola copiosa rugiada
tra le tue spalle lungo schiena
acqua cheta dopo il quieto dormire.
Trasparente al risveglio senza veli
come bagnante in ebbra abluzione
cuspide cerbiatta aneli
con passo misurato il canto.
2017
Ho perso i tuoi auguri per strada
Attrae e attende armonie
quel tuo gusto mordente
strozzato a forza di jazz -
capricci e dubbi in subbuglio
stridono e frigge il cuore
tra incudine e martelli sordi
uggiosa pioggia la tua assenza.
L’orizzonte era scomparso
nessuno se ne accorse
non era importante
e di parole non dette
è satura la nebbia -
le tue risate rovesciate sul tavolo
tra ghigni e soffitto ogni speranza
inciampa e la morte fraseggia
turba e scompare a mezzodì.
2018
Le volte che non t’ho accarezzato
Confuse tra pasqua e ferragosto
parole stanche quasi per caso,
la tua voce altoparlata al telefono
è una maglietta indossata al contrario.
Sillabe di silenzio in ebbrezza
tra buio e sole rifratto negli occhi
il nostro istinto fragile in attesa -
mentre sfuggi in tenerezza la sera
il tuo nome complice in lontananza
ad intervalli futili, senza desiderio,
quando il vento è troppo forte
ogni rosa ha un petalo che vola via.
2017
Buone feste
Un’illusione dopo l’altra
per esorcizzare l’anima
e rendere ogni spazio inutile
per l’evoluzione di sé -
non avrai scelta se t’innamori
dell’altro che accanto a te
ti disturba cantando, certe volte
dialogare in disparte è difficile.
Quotidiano che ripete ogni istante
colmo in gocce a scivolo dagli occhi,
t’ho abbandonato per un attimo
con le spine nel cuore in tanti giorni.
2017