Angela Di Paola - Poesie

ECLISSI

 

Quando il sole s’eclisserà

ricorda che quel buio

non sarà mai eterno…

e quando le parole

non saranno suoni leggeri

che l’aria dissolve,

ascoltale lo stesso

e senza paura ricordale

e quando infangheranno il tuo onore

continua a credere

a vivere con valore

abbracciando, amando quella Croce.

Quel giorno, con il Signore

morì anche il sole

ma non vi fu mai gloria maggiore

della sua Risurrezione.

 

Nel tempo la luna si sposterà

rivedrai il vero volto

di quello che tutti chiamiamo mondo,

che tutti studiamo

osserviamo, percorriamo

senza mai capirlo, in fondo.

Ci sono domande sbagliate

perché non andrebbero mai formulate

ci sono silenzi

che parlano a tutti i sensi

e oscurità

che aprono i sentieri ai raggi di un sole

che è sempre lì, al suo posto,

or, soltanto, nascosto.


ANGELO

 

C’è una cattiveria a questo mondo

che fa paura avvicinarla

                            anche se solo sul rigo

                           alla dolcezza del tuo viso.

 

La morte e la Risurrezione,

oh padre, è nelle tue mani

quel povero cuore

e se la morte lo trovasse in queste ore

non avrebbe alcun timore

perché nulla più di vivere

adesso gli fa orrore.

 

Chiederebbe l’assoluzione

con pentimento e dolore…

e se gli venisse dato

lo giura,

sempre veglierebbe su te, angelo,

dall’alto del Creato.


ROMA

 

Sui tuoi ponti e tra le tue vie

soffiano rime

e come lacrime scivolano

nelle anime

che ancor lì son vive.

Spiriti inquieti

vagheranno per sempre

come per sempre

la mano del poeta posò i suoi versi

donandoli al tempo.

Custoditi

li senti ancor leggere nel vento

e accompagnare i tuoi passi

sui tuoi ponti

tra le tue vie

i tuoi antichi, maestosi,

imperiali sassi.


LA  META

 

Raccontiamo l’incurabile

per dare cura a un cuore

che batte, invisibile e potente,

mentre nessuno sente.

 

Nel frastuono delle corse

si crede di ingannare la morte,

la gara dove il più veloce perde.

 

La vita non attende

la vita non si offende,

la vita è il presente,

è invisibile, fragile soffio

che increspa l’orizzonte,

che oltre quella linea vede e sente:

Qui non è per sempre.

                                         

                                          Meta tra la vita e la morte

                                          solo l’amore apre le porte.


SU

 

Il silenzio di una lacrima

ha lo stesso valore del fragore di una risata

ma  fa molto più rumore

nei giorni sulla strada.

 

Scava sentieri di domande,

forma colline d’incertezze

e poi ti fa salire

su in cima

e al cielo ti avvicina.


QUELLO CHE SIAMO

 

Siamo artisti

e siamo sempre affamati

perché l’intangibile che ci ciba

non ci stanchiam mai di assaporare.

 

Siamo come le città che non si fermano mai

e insonni, gli occhi

continuano a brillare

di quelle luci che non potranno mai tramontare.

 

Sono loro che illuminano

quello che invisibile resta

a chi non è uscito a cercare lacrime

in una notte di temporale.

 

Il fischio del treno che parte

rimbalza tra le pareti di una stanza

dove l’aria con i sogni danza

e con essi diventa un’immagine

che si scolpisce su queste pagine

 

per morirci e per rinascere

come una fenice

nei prossimi respiri di un vento

che a noi troppo piace

troppo lice

 

perché più ci scompiglia

più ci bisbiglia

quello che vogliamo sentire

quello che vogliamo condividere:

tutti i brividi del vivere.



LA TUA VOCE

 

Mi mancherà la tua voce

l’unica all’unisono con questa inquietudine,

che assopita nel giorno

sale poi a sera come la marea.

Tra gli echi del passato

sull’onda che porterà a domani

mi parli

come sempre mi parli

con la tua decisione, la tua prorompente bellezza

che naturale, selvaggia

l’anima accarezza

e come un canto culla

addolcisce gli spigoli di questa vita,

facendo scorrere endorfine

verso un mare meno inquieto

ma non per questo piatto o addormentato.

 

Nel cuore,

lì dove tutto arriva, tutto riparte,

ci sarai, sarai presente, come ci sono

come sentiamo, come si fanno sentire

le piccole grandi cose che non abbiamo più

le grandi care persone lontane,

assenti e per questo

ancor più presenti

con le loro voci

meravigliose voci

fari nelle notti insonni

e rotta per porti sicuri del marinaio

che solitario sulla sua imbarcazione

sogna e già vede casa

sogna e ama il mare solcato

il mare inesplorato.



RIME  DELLO CHEF  IN SALSA DEL VERSO

 

I  cibi…

delizia del palato

croce di chi è ammalato!

 

La natura ne offre una copiosa varietà

e tra ricette e mille pietanze

la Clerici apre le danze

e ballano le papille gustative,

s’inebria la vista come l’olfatto,

sale una passione che

tanto più è forte

tanto più velocemente si consuma!

 

Da questo grande piacere

occorre togliere l’inganno

quello che non fa gola al cuore

ma causa affanno,

perché il cibo è arte, cultura

gioia e cura,

ma se non c’è equilibrio

può esser tuo nemico.

 

Il cibo è un po’ un limbo

per noi comuni mortali

che si, appunto, ce ne dobbiam cibare

ma non per questo osannare,

perché fatti non fummo

per vivere da oziosi panciuti

ma per seguir la conoscenza!

E allora si ben venga

brindare e degustare

ancor meglio se in compagnia

il nettare che dà energia

il carburante sulla via

per continuare a crescere, a imparare

a vivere con pienezza questa vita.


NON È PIÙ

 

Dove finiranno i giorni

divorati dal martellante pulsare…

 

Cheti come acque, consumano le nostre vite…

rimangono le stanze vuote

senza il riso dei tempi

i ricordi belli, imperfetti,

senza calore, umidi come queste lacrime.

 

I sapori malinconici,

i silenzi struggenti

le membra rinnovate e invecchiate.

 

Nel posto dove tutto non è più

andrò a riprendere quello che è mio,

ritroverò la strada.

 

Nell’attesa, ricordo

poi, verrà il giorno dalle piene stanze

di luce, d’amore

festa per il cuore

naufrago nello stretto del dolore.


TESORO            

   

Forse non avremo mai tutto ciò che vogliamo,

ma sapremo apprezzare

ciò che è stato sudato e guadagnato,

ciò che il tempo ci ha donato.

 

Forse non avremo mai l’amore di chi vogliamo,

ma almeno avremo amato,

non importa come,

conta quanto ha significato,

quanto comunque a quell’amore hai dato.

 

Forse non avremo il tempo di fare tutto ciò che vogliamo,

ma, sicuramente, avremo un attimo

per ascoltare in silenzio

chi veramente siamo.

 

Forse ci odieremo,

per non riuscire ad essere veramente chi vogliamo,

ma andremo orgogliosi

per gli sforzi che facciamo

per essere autentici e, comunque,

sempre a noi stessi identici.

 

Forse, forse

soltanto forse

perché il tesoro non è da cacciare,

il tesoro ci ha già trovato,

siamo noi che, nella confusione veloce

dei giorni fugaci,

lo abbiam dimenticato.


Miracolo

 

Assisti muto

al miracolo che ogni giorno si compie:

della madre per il figlio,

della terra per l’albero,

della pioggia per il mare,

della mente con il corpo,

dei sorrisi su quei visi,

del brivido di pace

nei cuori di chi si ama,

 

della morte che dà una nuova vita,

della vita in un uovo,

della vita che dà un grembo,

della dolce potenza di un bimbo

che impara a camminare,

del segreto che è nel cielo,

di te stesso

in mezzo a tutto questo mistero.

 

Miracoli che non fanno rumore,

ma potenti si manifestano in queste ore.

Perché tu possa toccarli, vederli, sentirli

devi soltanto andare per il mondo

con occhi da bambino

e la saggezza che cresce nel cammino.



Nel viaggio

 

Lungo la strada il suono dei passi,

il silenzio dei  pensieri

che si fonde con quello di mille invisibili lacrime

che rigano il volto,

le implosioni del cuore

nei rumori e nelle luci delle città.

 

È strano come

alcuni momenti possano diventare eterni

innalzare grattacieli nell’anima,

fortezze da difendere.

 

Troppe lacrime arrugginiscono il cuore,

ma lui non si arrende mai

trova sempre il modo di continuare ad amare

anche se fa male

anche se nulla sarà più uguale.

Non  passerò più di lì

ma non vorrei mai non esserci stata,

la felicità in questo viaggio passa

e non per questo si smette di seguirla

come passeggero passa e impara,

impara a riconoscersi e a difendersi,

impara  a vivere,

a non farsi intimorire

dal destino di tutti i viaggi

di noi altri detti comuni mortali.



Me stessa

 

Adesso la mia tristezza

mi fa sorridere

e mi consola.

         Adesso che tu non ci sei più

         adesso ti vedo chiara

         nell’anima mia,

chiara come il cielo all’alba,

come sole, come acqua

come chiari sono gli occhi tuoi.

 

                    Vita, cara vita mia

ora ti vedo e sei tu

ora che quella lacrima non c’è più,

il sorriso risplende in volto

la speranza, il coraggio

                     e ti voglio bene ancor di più.



SULL’ONDEGGIAR

 

Rapita… dal tuo parlare solenne

dai tuoi infiniti mormorii segreti

dalla tua rabbia impetuosa

sei quasi l’eterno

illimitato specchio di bellezza e potenza.

 

Sei tu, caro amico mare,

tu che, anche oggi, tutto sornione

fai vagar ove ti pare

la mia gioia e il mio dolore.

Rubi un po’ delle mie ore

però…che grande onore.



PERDERE  QUALCUNO

 

Vivere sempre e comunque,

qualunque cosa accada,

vivere e pur sempre continuare,

continuare  a lottare,

a sperare, a camminare

quando soltanto vorresti annegare

in un muto, eterno,

mare fermo.

 

Vivere e chiedere forza,

ancora forza perché il cuore batta,

quel povero cuore ridotto a brandelli

fra tutti i frammenti

dei momenti brutti e di quelli belli.

 

Quando perdi qualcuno,

hai paura, hai freddo

hai pianto

e ormai hai soltanto

l’immagine di quel redentore al tuo fianco

bello, alto, radioso più del sole,

il suo sorriso dolce, tenero, ammaliatore

che or ti trapassa e ti stringe il cuore.



Autunno

 

Medaglie d’oro e di bronzo

cadono nell’aria dolce

di un ambrato tramonto,

mestizia e letizia

della natura che celebra

il suo trionfo…

 

Pace nei viali,

riflessioni tra i passi e le ore

in questo dipinto

del divin autore.

 

Oblio del quotidiano,

buongiorno e addio

e conquista dell’eterno

nel fluttuare placido, lento

di anime leggere

che, a nuova vita, torneranno.


 

Senza risposta

 

Chissà se nel grande quadro

fu dipinta la pace

per i giorni dimenticati dal sole…

Se mai un tempo

fu vestito di soli giustizia e amore…

 

Sai soltanto

che il quadro che vediamo

non si può commentare

perché

più della stessa immagine

nessuna parola può impressionare.

Se fummo dal nulla

scolpiti per soffrire

e se anche dalla sofferenza può

nascere qualcosa di buono,

dov’è ora in questo frastuono?



In  silenzio

 

Hai rinnegato il tuo cuore

chiuso, soffocato, impacchettato.

Ora vive sepolto in una scatola

sul fondo della tua anima

e quando il suo volto riappare

ecco che la corrente risale!

 

Può un segreto essere custodito in eterno?

In fondo a questo oceano tutto è possibile.

 

Continuerai ad amare in silenzio,

come la Primavera che nulla chiede

e zitta, placida e paziente

la vita dona

alle morte fronde.

 

E nell’anima ci sarà sempre

un cielo di luci, tempeste

notti che l’amore accende e

sospiri di alisei.  



MACCHIE DI POESIA

 

Voglio macchiarti d’inchiostro

pallido e vuoto foglio

…. Anche per non scrivere nulla…

Forse soltanto

       per creare qualcosa

       per dare forma all’informe

       per farti sorridere

       per vincere il nulla

      per rubare un attimo all’eternità.

 

Forse soltanto

     per parlare a qualcuno

     in questo frammento di tempo

     preciso e pur sempre fuggevole

     per consegnare qualcosa all’eterno

per ricordare, un giorno,

me stessa, in questo momento,

forse perché così nasce

                  “POESIA”

delicata e ignara fanciulla,

piccola potente dea dell’Eternità,

sogno che tra due mondi vaga.



L’albero di Natale

 

Nel silenzio di un bosco cresceva

umile, stupendo.

 

Un giorno, arrivò il gelido vento

che spezzò le sue giovani fragili fronde.

Si ammalò

dal verde manto aghiforme

la linfa come lacrime scivolava.

 

Venne a trovarlo una bambina,

gli disse “Caro albero, perché piangi?

Natale è vicino e tu sei prezioso per ogni bambino.

Ti prego cresci verde  e forte,

solo la tua luce abbatte

il buio di un’eterna notte!”

 

L’albero le diede ascolto,

ripetè quelle parole al vento

il vento le disse a ogni foresta.

 

Da allora, in tutti gli angoli del mondo,

a dispetto di qualunque tempesta,

brilla e risplende

e, silenziosamente, attende

che la sua luce arrivi

e continui a splendere

nel cuore della gente.