Angelo Bartolini - Poesie e Racconti

Primavera

E’ ancora
grigio il cielo
– vieni?
passiamo
per l’ultima neve dei campi.
E’ fredda l’aria?
– vieni
corriamo
in questo sottile
profumo. E’ nuova
la brezza
– vieni!
voliamo
leggeri
alla primavera.

 


 

A teatro

Ciascuno muore
Inchiodato al suo spartito.
Io non odio
chi mi ha detto
che la Vita non finisce
né quelli
di parere contrario
sono molto stanco
sebbene lottare
non sia la cosa più difficile.
Ciò che mi preoccupa
è questa atroce capacità
di desiderio e alienazione
come
quel dolce corpo di fanciulla
che l’infermiera deve alzare di peso.
Solo sul palco
ogni amore è possibile
– dietro di noi in piedi
i gendarmi.

 


 

E arrivi tu

Generosa
esuberante
splendida:
ti sei mossa
con la dolcezza
di un petalo di fiore;
sorprendente
e attesa da sempre.

 


 

Bloody Vlady

Ogni giorno ascoltiamo
fiumi
di parole che non bastano:
non abbiamo, in tutti,
abbastanza mente per cogliere
la mostruosa ingiustizia
degli scheletri delle case,
della vita in metropolitana,
dell’espatrio a milioni,
delle bombe ipersoniche,
fino alle fosse comuni…
ma nemmeno bastano
i cuori di tutti
per ammirare i nuovi partigiani,
persone come noi,
che non avevano ancora
toccato un fucile e oggi
per un’idea
affrontano la morte.

 


 

Perché non nel mio giardino?

Era nella tipica situazione di svegliarsi da un brutto sogno e ricordare… ricordare che il sogno era vero. Per Carlo Cerutti era diventato abituale. Non faceva differenza che il suo incubo non si fosse in realtà ancora avverato: lui ne era comunque certo; e non faceva differenza che la scienza ufficiale non si curasse affatto di eventi come quello da lui intuito e vi attribuisse implicitamente probabilità nulla. Era certo anche che ne sarebbe stato testimone, ossia vittima, insieme col resto dell’umanità, dei pianeti abitati, e di tutte le galassie allora esistenti. Una vita del tutto normale, la sua: corso di sudi umanistici sulla natale Terra, emigrazione, scontata, su uno dei pianeti molto più progrediti nel Sistema di Orione, la famiglia, il normale lavoro di storico nell’archivio della Federazione.
Ma non sarebbe toccato a lui scoprire i primi sintomi di ciò che stava per accadere.
La fisica teorica aveva compiuto grandi progressi da quando si erano perfezionati gli acceleratori orbitanti ad energia solare, affettuosamente detti ‘i dadi di Dio’ in onore del famoso gigante della scienza del primo millennio. La meccanica sub-nucleare si era tolta di dosso il concetto di probabilità con l’enorme aumento del potere risolutivo conseguito: l’osservazione dei minimi dettagli degli scambi di energia nelle particelle elementari aveva reso esattamente prevedibile ogni tipo di evento, con la corretta interpretazione delle sequenze causa-effetto, o meglio con la rivelazione diretta di stadi intermedi fino ad allora non osservabili: l’antico misterioso ‘entanglement’ era considerato alla stregua dei miti omerici. Anche la teoria del ‘multiverso’ era stata abbandonata quasi sul nascere dopo le osservazioni astronomiche portate indietro nel tempo fino a pochi millisecondi dall’esplosione iniziale.
La precisione nelle misure si assestò rapidamente su un numero altissimo di cifre significative, fino ad un centinaio, il che faceva ritenere, non senza un certo orgoglio, di poter escludere ogni ipotesi alternativa alle leggi fisiche che se ne erano dedotte.
La terminologia scientifica, corrente fino a qualche secolo prima, era stata relegata nei data-base quantici degli archivi storici. Con la scoperta e la realizzazione delle velocità super-luminari era tra l’altro iniziata la colonizzazione delle regioni della Galassia più vicine al Sistema locale, e si era interpretata l’espansione dell’Universo con un nuovo concetto di curvatura dello spazio-tempo. I più grossi finanziamenti andavano ora alle ricerche sui dettagli fini di tale curvatura, per realizzare quei viaggi nell’iperspazio, oggetti di tante fantasticherie dei millenni passati, simili al racconto che tu stai leggendo; solo che l’autore non è poi diventato abbastanza famoso da entrare nell’archivio di cui Carlo Cerutti era un semplice programmatore esperto in dinamica storica; ma degli sviluppi in tutte queste ricerche si interessava da qualche tempo come se si trattasse di una questione di vita o di morte; o almeno, così dicevano i suoi colleghi.
“Tenente, venga a vedere questa registrazione: sembra l’emissione di un normale quasar, solo che non se ne trova traccia negli archivi”. Otto Schranz si riteneva soddisfatto della propria carriera militare da quando aveva ottenuto l’incarico di responsabile dei sistemi di avvistamento nella flotta di sorveglianza dei confini della Federazione, tuttora in rapida espansione. Non amava la vita sedentaria ambìta dalla maggioranza dei suoi colleghi. Le previsioni di reali scontri con altre civiltà si erano andate riducendo man mano che l’umanità scopriva di essere la sola nell’Universo… a produrre armi e ad averne fatto uso: tra i sistemi viventi incontrati, le specie di origine terrestre non finivano di stupire per la loro aggressività; ma, si diceva, bisogna pur abituarsi a vedere di tutto.
La flotta di sorveglianza era dunque l’ultimo apparato militare tuttora in servizio stabile. Il suo scopo principale era l’avvistamento di eventuali forme di vita che si dimostrassero potenzialmente ostili: i rivelatori di concentrazioni artificiali di energia erano lo strumento di lavoro del nostro ufficiale e dei suoi subalterni.
“Distanza?”, “nessuna stima, finora”, “voglio una registrazione più prolungata, su tutte le frequenze osservabili, con l’esame crittografico dei segnali e possibilmente con indicazioni sui dati fisici: distanza, velocità relativa, energia globale. Ci si rivede tra un paio di giorni”.
Carlo Cerutti era lusingato e contrariato ad un tempo di dover preparare una conferenza di storia della scienza per un gruppo di studenti; forse i giovani avrebbero discusso volentieri della sua ipotesi, ma sapeva anche che le critiche non sarebbero mancate: si trattava in fondo di un evento semplicemente non escluso da una teoria abbandonata da secoli; ma a qualcuno doveva pur dirlo.
“L’oggetto è scomparso, o meglio, emette quasi esclusivamente onde radio su uno spettro ristretto. Abbiamo però recuperato una immagine di campo di due settimane fa: le stelle non sono più al loro posto: abbiamo calcolato massa e distanza della lente gravitazionale che spieghi lo spostamento: una massa galattica media a cento milioni di anni-luce; quello che non si spiega è una strana sfocatura delle immagini delle stelle, come se la ‘lente’ avesse una aberrazione di coma crescente verso il centro”, “bene, è ora di darci una occhiata direttamente con un buon ingrandimento, e, ah sì, con la funzione stroboscopica inserita nel monitor”. “Le stelle di campo si muovono!”, “vorrà dire che il nostro ‘omino verde’ sta variando di massa o densità”, “a frequenza radio?”, “beh, non si vede? comunque sembra un fenomeno fisico: continuate ad osservare, io intanto preparo un rapporto: la cosa interesserà più a qualche astronomo che al quartier generale”
Carlo preparava scrupolosamente la sua conferenza; stava rivedendo alcune antiche ipotesi sull’origine dell’Universo, quelle che gli avevano dato i primi sospetti che le teorie correnti non fossero ancora del tutto esatte e che… ma nessuno, allora, si era arrischiato ad immaginare cosa ci fosse ‘prima’: condizioni iniziali, evoluzione, segni premonitori od altro: dicevano solo che ‘dopo’ ci sarebbe stata una esplosione di una energia fantastica. Da uno squilibrio casuale del vuoto.
Per lui la centesima cifra non significava certezza; era ormai tra i pochi a sapere quante certezze scientifiche si fossero dimostrate degli errori. Così, un giorno, aveva riattivato al computer quelle equazioni che stavano lì nel suo archivio; data la loro complessità fece ricorso all’interattivo mentale, anche se la cosa gli dava sempre un po’ sui nervi: da buon letterato preferiva il classico proiettore olografico multidimensionale, meno invadente, tra l’altro… ed aveva iniziato a ‘pensare’ di muoversi a ritroso nel tempo: docilmente, la macchina gli fece immaginare le galassie in avvicinamento, il dominio della radiazione, e tutto il resto della teoria, singolarità iniziale compresa; con un certo sforzo, volle proseguire, però la scena era improvvisamente ripartita dall’inizio – ecco un’altra teoria tautologica – si era detto, ordinando un po’ bruscamente la disattivazione. La sua mente aveva poi impiegato qualche giorno ad uscire da questo autoinganno ed a portare a livello cosciente la risposta a quell’ultima osservazione. Già, lo spazio-tempo assume incessantemente tutte le configurazioni possibili; tra l’altro, una piccola zona può addensarsi in un punto ‘degenere’: l’evento, scattato casualmente, si dissolve se è compensato da una sufficiente energia circostante, di cui il programma dava solo un valore approssimativo; in caso contrario, il collasso può autoalimentarsi, col tipico andamento esponenziale, simile alla ben nota inflazione, però questa volta implosivo, fino a divorare tutto quanto. Tra l’altro, l’ipotetico universo di prima assomigliava un po’ troppo a quello attuale.
E se… l’universo stesse attraversando proprio in questi tempi quella densità critica di energia?
“L’oggetto non mostra estensione apprezzabile: la variabilità nell’effetto gravitazionale continua a ridursi in frequenza e aumentare in intensità ma non gradualmente: a scatti, piuttosto; se non sapessi di dire una eresia penserei a salti quantici nella massa totale: un aumento di massa potrebbe essere correlato con una riduzione nella frequenza propria, rotazione o pulsazione che sia; ma dove la trovi, la nuova materia, questo proprio… “, “dalle zone adiacenti ma non per l’usuale effetto gravitazionale, almeno da come la ‘lente’ si modifica; e vorrei anche sapere se tende verso una configurazione stabile, oppure se c’è un valore della massa oltre il quale… “, “comunque, non è affar nostro: ne sapremo qualcosa di più fra qualche mese dai notiziari della Società Astronomica”. Per il tenente Schranz il caso era già da archiviare con poche altre osservazioni, più che altro per scrupolo.
– Ultime notizie! una strana scoperta astronomica: una nuova galassia peculiare in apparente contrasto con le leggi fisiche: si esclude che sia il prodotto di una civiltà tecnologicamente avanzata: è in preparazione un programma osservativo; nessun pericolo per le specie viventi – per il dottor Cerutti non fu difficile nascondere la propria agitazione agli amici del circolo, distratti dal proiettore olografico che continuava a scaricare concetti e immagini nelle loro aree percettive; si alzò e se ne tornò a casa prima del tempo.
Nessuno fece caso allo strano modo con cui aveva salutato. Si mise a letto con la sua ossessione e non avrebbe mai più saputo se stava sognando o se era sveglio quando vide quella terribile luce.

 


 

26 VI 66

Resta
bassa
nell’aria
la nota della cicala.
Il corpo abbandonato
nella penombra calda
non ha
e non chiede nulla.
Pagine estranee
si animano
a passi continui
di segni familiari.
Il mondo che mi è passato
davanti
nasce, vero,
in me
completo, per sempre.
Io divento nuovo
e la canzone d’amore
piena,
franca
silenziosa.

 


 

9 III 70 Tunisi

Ho visto partire una nave,
un grande
bianco
gioiello sul tramonto;
ragazzette che rincorrono sul molo
attaccate agli scialli,
protese
lì, verso una mano,
…quella!…
poi
indietro
i gabbiani,
vana cornice
di un sole ormai vuoto.

 


 

26 IV 1971 Tunisi “cigarettes!”

Spingi la tua carretta
schiavo,
gioca col tuo pallone di pezza,
figlio di schiavo;
ma non annoiate,
schiavi,
i vostri
molti
padroni, al di qua del mare
e al di là:
non vi ammalate,
non cercate
un lavoro migliore ma
soprattutto
non chiedete loro
la dignità di uomo:
è la sola merce
che non si trova
nei loro grandi empori.

 


 

15 XI 77 Romania

Amore perduto
dove ti sei fatto incontrare?
bellezza aridità
nel rosso ammonitico
sforzo attività corsa
completare il cammino
per l’universo
ritrovare i miei passi
tremando di emozione
– affresco del dodicesimo secolo –
una casa
tra alcune altre
oche e bambini
sulla strada di terra
noi due sull’uscio
con vestiti
fatti per essere tolti
impercettibilmente
e solamente
felici
di esistere
un giorno
o quest’anno
nel sole che indugia
e gioca
e colora
– esistere
scendere
dal tapis roulant
del manicomio
questo è ancora possibile –
il tuo triangolo
nero scompare
sotto di me;
poi
la danza finisce
si resta a lungo
vicini
– luce
consistenza, forma, respiro.

 


 

23 II 2017 Gracias a la vida

Siete tutti qui
maestri – quanti?
Joan come Fiorella
Agostino come Galileo
E il severo Mantegna
e i quattro elementi,
cogito ergo…
e l’Unto di Dio,
As-shamsu u el Kamaru (il sole e la luna),
Giacomo il gigante
e Saffo che cura
direttamente
le ferite dell’anima
e il sogno di Martin
-per Turing ho pianto-
per guidarci
in questa formidabile essenza,
sconfinato universo profondo,
forza e sapienza
che ci fa essere
-essere!-
grazie,
Giordano martire-profeta
dei mille mondi
e Platone speleo sotto l’apparire
e gli altri
e quelli che non conosco,
a tutti:
gracias!

 


 

24 V 2018

Ad una ad una
con l’arroganza
di colpi di mitra
ad un ad una
con la suasione
del tenero amplesso
mi vengono addosso
non restano qui
non posso fermarle
mi muovo
sto fermo
non conta
non cambia
ho perso il respiro
ad una ad una
tutte
mi vengono addosso
le nostre spine
le nostre rose

 


 

23 X 2018 Le ave Marie

Così al paese si dice
della campana dei vespri:
l’hanno scelta
i fedeli di allora ‘in minore’:
chissà, forse la malinconia
induce a meditare…
La immaginavo
muoversi nello spazio
nei primi giorni
di consapevolezza
-il terrore
alla notizia
dell’atomica-
“ma chi farà coraggio
a mamma e papà
con i temporali?”
– Poi l’adolescenza
con le crisi di tutti
e magari
qualcosa di più.
– Ho preso il mare aperto
e ovunque
mi segue
la sua voce:
una compagna
discreta e amata
– un po’ la temo –
invisibile
tappeto magico
e insieme
sottile
lama
tagliente.

 


 

11 X 61 La dichiarazione

E’ sbocciato così
quest’esile
fiore
bellissimo
della notte:
col primo raggio
dell’alba
è appassito
nell’aria serena.

 


 

26 I 63

Non ho voglia
di pensare.
Ho spento la radio
il disco aspetta tranquillo
la sigaretta
dorme nel posacenere.
Anche il lavoro
può aspettare
e il silenzio
e la quiete rivestono
ogni cosa.
Ascolto
perduto dentro di me
il nuovo fiume di vita
che un’anima
viva
ha riversato in me.

 


 

6 VII 63

C’era tutto –
il verde, l’azzurro,
la luce;
la loro distanza
colmava
il mio cuore chiuso
di tristezza.

 


 

26 XI 63

I pensieri mi volano
via d’un tratto
nel vento fresco;
nel buio
una pioggia leggera
corre lungo i muri.
Luci lontane pulsano
– cuori di purezza –
I pensieri
tornano
dove io ero
tornano dove sei tu
amore
volando via
nella notte.

 


 

Pasqua 66

Ciao,
cosa fai
domani? – e il filo di sangue
scompare
sotto la carezza di gioia
e vive.

 


 

30 X 70 Sousse

Ciel d’Afrique
toi qui regardes
et caches
une infinie beauté
une infinie sufference,
toi marveilleux
toi terrible
pour autant de peuples
pour autante de siècles
en toi aussi,
infiniment perdu,
le mystère
d’une vie.

 


 

25 X 77…dunque

Poesia
cioè parole senza paura
del commento
del voto
del rimprovero tecnico.
Parole in cerca
di sé stesse
sì parole silenziose
– nella stanza di fianco
c’è allegria, beati loro.
oggi abbiamo tormentato
un paziente per un’ora
macchine e lamiere insieme
di una fabbrica di assurdità
– deserto –
pare che il nulla
si divida in due categorie
il nulla buono
e quello cattivo
l’acqua contro la polvere, per dire,
il seno buono e quello cattivo
l’uno a sinistra
e l’altro a destra
o viceversa, questo
poi dipende…
bla, bla, bla, bla.
Ma perché l’abolizione
dell’amore?
io devo sapere ciò che mi piace
– non era lontano
il paradiso terrestre:
perché abbiamo creato
la paura?
La mia tristezza
non ha niente di diverso
da quella degli altri
– dico così giusto per paura
dal commento traditore
del voto di concentramento
del rimprovero che mi uccide
per poi ignorarmi.
Ma non finisco con frasi
ad effetto, perché vi odio
e anche l’odio
è stato rubato
io non voglio diventare ricco
per poter poi amare e odiare
– ridatemi subito
me stesso!
– che gran battuta.
Detta da un povero, poi.

 


 

2 III 87 Sulle Vette

non scendere
sera
sui monti
lontani
non scendere
sulla mia
inutile fatica
il vuoto profondo
nero da sempre
è dietro di me
sebbene
una lacrima
di luna
indugi sopra
il mare di nubi

 


 

18 VII 2017 La corta ottica

Tra quelli che ringhiano
“è un’invasione”
o grugniscono “no jus soli”
o sentenziano “a casa loro”
o altre genialità…
forse non tutti sanno
che non è vero che noi siamo
ricchi
E
loro sono poveri:
noi siamo ricchi
PERCHE’
loro sono poveri.
– FORSE –
MA lo sa
chi li manda in miniera
per rubare loro
il petrolio, i diamanti,
il coltan e via saccheggiando
e vende i manufatti
a prezzi occidentali.
MA
lo sa anche chiunque sia stato

abbastanza tempo
per vedere,
liberandosi
dall’inguaribile
COMODA
miopia
dell’uomo bianco.

 


 

24 IX 2018 Adesso

Adesso che ci siamo detti
tutto quanto restava da dire
che ci siamo ringraziati
perdonati
riconosciuti
accettati per quello
che siamo stati
realmente
salutati come diligenti
viaggiatori
adesso,
solo
adesso,
scende leggero
il pianto
sul nostro amore.