Angelo Brandi - Poesie

Una leggera brezza

aleggia nell’aere

in questa notte stellata

di fine luglio.

L’afa che ha accompagnato i dì

trascorsi  con te nei miei pensieri,

pare mitigata

da una corrente settembrina

che riporta il cuore 

e fredde e desolate

stagioni della mia vita.

Eppure sei sempre nei miei pensieri,

con la stessa maniacale 

intensità del nostro primo incontro!

Da tempo immemore 

ho smesso di credere in quell’amore

che da sempre

poeti di ogni dove

han decantato

in miriade di versetti mielosi.

Amore! Amore?

È fors’esso un sentimento infantile?

No! Nooooooo!

È l’apoteosi di una volontà divina!!!!

 

Cuor che impazzi d’amor

per  colei 

che ha risvegliato

i tuoi sensi,

congela il tuo ardor,

e,

ridestati dal tuo peregrinare,

con la fantasia,

verso verdeggianti valli

che impediscono la vista

di orizzonti ben più prossimi a te!

Perché non ti accorgi che aneli un amor negato?

Ad Eros ti tocca dimandar l’aiuto!

Solo un suo dardo,

vibrato,

sul suo generoso petto,

potrebbe condurla

tra le tue braccia!

Allor e solo allor,

potrai adagiarla 

sul tuo arido talamo,

e,

consumare la notte

sui tuoi candidi panneggi.

 

Ogni pensier soave,

ogni parol d’amor

che conforta il mio cor,

sovviene a me 

osservando i tuoi occhi cristallini,

dalle cui profondità,

traspare,

come in un mar limpido e contaminato,

un mondo di purezza,

uno spazio temporale statico,

in cui si riversano

i colori dell’arcobaleno,

e,

il grigio tetro 

delle nere emozioni,

s’infrange sui fiordi di un animo irreprensibile.

Oh, musa ispiratrice 

d’innumerevoli fantasie,

semmai un dì,

tu t’accorgessi di me,

sappi che ,

mi vedresti attraverso i miei occhi!


Il cuore mio esulta

se solo ti veggo,

raggiante e maestosa, 

di gioia vestita.

L’amore 

che sento,

in fondo al mio cuor,

accende in silenzio,

una grande passion.

È quella di averti,

per sempre,

mio amor,

accanto a me solo,

in gioia e dolor!


Di nero vestita,

la pelle abbronzata,

gli occhi suadenti,

le curve maestose.

L’amore tu incarni,

oh mia splendida dea,

tra tutte le donne,

più bella tu sei!

Nessuna io guardo,

fuorchè tu,

colei,

che il cuore malato,

di stò disgraziato,

col solo 

tuo sguardo

tu hai risanato.


Cade dal cielo,

leggera la pioggia,

un rivolo tristo

percorre il mio viso,

e come le nubi

il mio animo è grigio,

perché la mia amata,

non pensa che a lui.

Di nero mi vesto,

il guardo un po’ perso,

d’amore il mio cor

è cotto di lei.

Mi basta 

ascoltarla,

che è subito giorno,

e,

quando la veggo,

stè nubi imbrunite,

scompaion,

per contro,

il suo splendido Sol.


Ricordo quel dì

fugace di agosto,

il sole raggiante,

tu bella e splendente.

Una pallida rosa,

sul petto portavi,

che il cuore tuo,

d’oro,

un po’ lei celava.

L’amore lì siede,

mia splendida Dea.

L’amore che dai,

a chi te lo chiede.

Così fu l’amore

cotanto donato,

che il cuore di un uomo,

crudele e scontroso,

col dardo di Eros

riuscisti a forar.

Quell’uomo ti ama,

d’amore sincero,

profondo e totale,

l’amore più vero.



SOGNO DI UN Dì DI MEZZA ESTATE

 

Nuda sulla tiepida rena,

giacevi assopita,

in sur calar del sole,

e,

non ti accorgevi 

che all’orizzonte,

la rosea corolla di fuoco,

s’inabissava

nelle tiepide acque del mare.

Sguardi indiscreti,

ammiravano le sinuosità,

di una Venere ancor

sì vigorosa,

da lasciare il fiato in gola.

Un vecchio in preda ad un’extrasistole,

si accascia al suolo.

Un uomo imbarazzato,

tiene a stento a freno

i suoi istinti.

Un pittore abbozza,

estasiato,

il panorama su di una tela 

ancor vergine.

Ed io accanto a te……..


Il tempo và e passa,

e con lui le stagioni.

L’amore rimane,

in fondo al tuo cuore,

se sai come è fatto

e continua a sfamarti.

Son pochi gli umani

che sanno apprezzarlo,

perché senza amore,

non sai dove andare.

A volte è un calesse,

a volte è per sempre.

Dipende da te,

dai gusti che hai.

Se cerchi un amico,

ben presto ti lascia.

Se cerchi un tesoro,

con lui dormirai,

tra tenere braccia,

saziata di baci.

La notte dei tempi,

con lui attenderai!


All’alba la spiaggia

è ancora più bella.

Un tiepido sole

si affaccia sul Mondo.

L’acqua salmastra

Accarezza la rena,

solcata dal piè,

di chi come me,

vaga silente,

in cerca di te.

Le orme scompaion,

lavate dal mare,

l’amore rimane

se scritto nel cuore.

E l’anima vaga,

urlando l’amore

per quella fanciulla

a cui 

lui sta a cuore.

L’amore per ella,

è cosa assai grande,

di quelli che il tempo

non riesce a cambiare.

Se l’orma è lavata,

almeno rimane,

il ricordo di un giorno 

trascorso sul mare.

 


Tetre nubi oscuravan il ciel 

In un dì d’ottobre, con il freddo alle porte.

L’afa che ininterrottamente aveva irrotto nei giorni di sole,

era ormai un vago e sbiadito ricordo.

Eppure, come un presagio di bella stagione,

apparve LEI, e fu subito estate!

Di una bellezza sì disarmante,

che terreni eufemismi non posson descriver.

La storia ha ricordi di donne sì belle,

lassù nell’Olimpo, di splendide Dee.

Ma certo io sono, che pure Afrodite, 

arrossirebbe d’invidia, per LEI, la più bella.

Il core mio impazza se solo la veggo.

Negli occhi suoi belli, l’AMORE ristagna.

In essi intravedo orizzonti lontani, paesaggi incantati, mari pacati.

Ed è subito quiete in fondo al mio cor.


Da tempo remoto

non ho più rapporti,

nemmeno ci penso,

e rifiuto ogni invito.

Non so che è successo

al mio povero cuore!

Mi ha detto il dottore:

“hai un gran mal d’amore!”

“Esiste una cura?” spedito gli dissi.

Ma lui mi rispose: “lo sa solo Dio!”.

Col capo chinato,

in preda al malor,

raggiunsi una Chiesa,

e col Padre parlai.

Ad Egli io dissi:

“Ad una io penso da sera a mattino,

sin da quel momento

che gli occhi incrociammo.

In essi mi perdo,

e,

ritrovo stranito,

tra fiori d’arancio

e farfalle impazzite!

Con candide vesti,

la sogno ogni dì,

capelli curati

che paion di seta,

la pelle scurita

dai raggi del sole,

l’amore lei incarna 

col suo belvedere!”.

Il Padre si rizza,

afferra i capelli,

in preda alla rabbia,

comincia a gridare:

“SACRILEGIO!”
“SACRILEGIO!”

“VAI FUORI DI QUI GRAN DISGRAZIATO!”

“è FORSE MARIA, LA TUA INNAMORATA?”.

Col cuore malato,

vò ancora vagando,

in cerca di te,

di un tuo tenero bacio.