Anna Annarumma - Poesie

Vorrei prendere il tuo male

 

Tutto sembra un film.

Tu, con lo sguardo vuoto 

mi guardi

cercando delle risposte

ai tuoi perché.

Un moto di paura e smarrimento.

Non un ricordo,

solo il nulla!

Tutti noi volati via,

chissà dove.

Nascosti forse 

nei meandri del tuo inconscio:

un aggroviglio di esseri umani

a cui non dai un nome.

A singhiozzi piangi 

ed io… impotente.

Ti stringo fra le mie braccia

sapendo che, per te, 

non sono null’altro che un’estranea

che cerca di consolarti.

Rabbia per quell’identità strappata.

Frustrazione.

Vagabondo,

niente ha più senso.

Vorrei prendere il tuo male

ma reprimo il dolore

che sta sgretolando 

come briciole 

la mia integrità.

Pochi attimi

e mi rendo conto 

di averti perso 

in quel tunnel 

senza luce.


 

Prima di te

 

Ho tra le mani  foglie rinsecchite, ingiallite

di diari tanto cari:

emozioni passate ma mai dimenticate. 

Prima di te il deserto,

il vuoto dentro.

Con un cuore raggrinzito dal dolore

ero così sprofondata 

in una fitta oscurità.

Chiusi me stessa

in una trappola senza scampo

consapevole e tenace 

a non volerne uscire.

Ma poi…

ho assaporato la tua allegria 

che ha spazzato via 

le mie tempeste interiori.

Finalmente respiro amore!


 

Brezza

 

Nell’ombra del silenzio 

alitava sulle acque 

e cullava le onde

strappando dolcemente 

sussurri alla luna.


 

Muoio

 

Grida 

di un silenzio soffocato.

Occhi arrossati,

labbra tumefatte:

disperazione pura.

Lacrime

squarciano il viso:

solchi profondi 

che non andranno più via

diventando segni indelebili 

di un passato 

che sarà sempre presente.

Vergogna, 

umiliazione, 

sensi di colpa,

ribrezzo verso un corpo 

che non sarà più mio.

Prigioniera di un bozzolo

scalfito e poi deturpato,

muoio.


 

Finalmente vedo

 

Occhi insaziabili 

di conoscere la truce verità

ma restii ad accettare 

quei sapori amari, aspri.

Finalmente vedo 

con le mie mani.

Ho imparato ad uscire

dall’oscurità.

Incapace del più piccolo movimento, 

rinasco.

Germoglio dopo germoglio,

cresco.


 

Che sa d’immenso

 

In riva castelli di sabbia,

ciottoli e conchiglie.

Tra grida e pianti

mi immergo 

in un sogno 

di echi lontani;

nuoto in un mondo 

che sa d’immenso.


 

Te dentro me                        

     

                             A te che non hai un nome

 

Ore contate, 

sogni infranti 

come stelle cadute a pezzi. 

Rassegnazione.

 

All’improvviso il caos.

Io come un automa 

senza connessione alcuna.

I sentimenti si confondono.

 

(Silenzio)

 

Gli occhi si schiudono

tra le ombre che mi fissano.

Sento la vita.


 

Sognante vagabonda

 

Sognante vagabonda

mi nutro di te.

La penna scivola,

parole e parole 

si ergono in volo.

I sentimenti affiorano

ed io finalmente libera 

piango.


 

La ricerca di me

 

Quante volte 

ho cercato rifugio 

in quella stessa caverna 

che aveva ospitato 

anime senz’ali 

come la mia.

Vi cercavo il silenzio

per cucire i brandelli 

della mia vita surrogata

e poi abbandonavo me stessa 

in lugubri, oscuri incanti.

Sentimenti spenti

giacevano nell’ombra debole e scoraggiata

fino al tuo arrivo.

Radioso e aureo   

mi apparivi come l’unico, 

forse, magnifico miraggio 

in un vortice di illusioni.


 

Persa per sempre

 

                        A Vi che ha “colorato” la mia vita

 

Persa per sempre

nei tuoi occhi 

lontano dalle ambiguità della vita.

Vivo 

essendo solo 

me stessa

spogliata delle amarezze,

dolci ipocrisie 

di una necessaria finzione.

Seguo le onde

di una bocca fruttuosa

che mi parla 

di infinite felicità

non più inafferrabili.

Ti schiudi e mi avvolgi

di un inebriante profumo

che sa di amore intenso.