Arrivi come il vento misterioso
Arrivi come il vento misterioso,
sei il sogno nell’imbrunire,
la quiete ristoratrice del mattino.
Sei la mia tempesta,
che mi incanta
e mi riporta dove finalmente vissi.
E sono qui che ti aspetto,
ogni giorno,
camminando sulle orme sicure
che hai lasciato,
perdendomi nell’eco
delle parole ormai svanite.
Arrivi come il vento misterioso
e porti via con te
le parole che non sono mai riuscita a dirti.
Tu sei senza tempo
Tu sei senza tempo,
silente lo hai fermato.
Blocca le lancette,
imprigiona il sole al suo est,
dì al gallo di dormire un sonno profondo,
ferma la rotazione della terra
e le maree incessanti…
E dammi tempo
per ammirarti all’infinito.
Non hai tempo, tu,
sapiente lo hai fermato.
Ma concedimi ancora tempo
di ammirarti un altro po’.
Tutti i giorni in avvenire
Voglio iniziare così
Tutti i giorni in avvenire,
guardando il sole che albeggia
specchiarsi nei tuoi occhi,
respirando la brezza del mattino
su di te.
Pensa che bello sarebbe!
Come se non ci fossimo mai lasciati,
pur non essendoci mai conosciuti veramente.
I giorni in avvenire
voglio iniziarli così,
con il tuo sorriso che dissipa ogni incubo
e le tue mani che mi parlano di sogni reali.
Pensa che bello sarebbe!
Come se ci fossimo sempre conosciuti,
pur essendoci appena trovati.
Notte di pioggia
Tintinnìo,
ticchettìo di pioggia,
ora lenta,
ora violenta,
sei lo scandire
di maledette notti
di magie d’amore
solo agognate,
il ritmo della mancanza
dell’amore mio.
Notte in tempesta,
assassina della mia ragione,
fammi cadere nell’oblìo
il più in fretta possibile,
non resisterò ancora a lungo
a quest’agonìa senza lui.
Se fossi io Cupido
Se fossi io Cupido
darei ad ognuno l’amore suo.
E poi…
e poi, la freccia più bella,
quella più preziosa ed efficace,
la terrei per me.
Tenderei l’arco con maestrìa
e la scoccherei con cura,
questa obbligata messaggera,
perché per te
serve quella più convincente
e sacra.
La sua potenza attraverserebbe
ogni tempo conosciuto
e leggi fisiche.
Deve arrivare a colpirti
nel profondo dell’anima
e lasciarti senza dubbi.
Taggia
Dei tuoi sempreverdi olivi,
di cui dalla mia umile finestra
mi saziavo la vista,
in solitudine godevo della tua bellezza.
E piccole vigne
e alberi da frutto
sulle colline entro le quali sorgi.
La chiesa misteriosa con il suo vecchio campanile,
tetti silenziosi nelle calde ore d’estate,
finestre che parlano di storie della mia gente.
Mi hai visto nascere,
crescere nella tua culla.
Mi impregno nell’incredibile storia che di te è stata,
respiro aria di vita,
di casa,
del mio reale essere
quando tra le tue mura mi accogli,
quando tra le tue vie mi proteggi.
Posso sentire la tua voce
perché fai parte di me
e conosci le mie sofferenze
quando da te sono lontana.
Non può capire
chi in te non ha posato radici,
Taggia.
Amerigo Vespucci
Il mattino dopo non c’era più
la tua sagoma inconfondibile.
La tua maestosa presenza mancava,
che riscaldava gli animi
e vigilava su di noi.
Allora vai, Amerigo Vespucci,
solca i mari più lontani
e fatti ammirare
da ogni essere vivente!
Al tuo passaggio
tutti di questa patria
si sentono un po’ eroi
e immaginano di condurti
con vanto ed orgoglio
verso selvaggi o placidi tramonti.
Và, non fermarti,
spiega le tue vele al massimo
e raggiungi
misteriosi orizzonti di sogno,
per riportarci,
ricordati,
la tua gloria.
Come cuori che palpitano
sono le tue vele al vento,
i cuori di tutti i tuoi figli d’Italia.
Due luci
Due vivide luci
scorgo nel buio.
Han forme armoniose.
E si cercano,
si avvicinano,
si sorridono,
si sfiorano come per abbracciarsi.
E girano
e danzano.
Finalmente insieme.
Fluttuano felici
oltre il tempo di ogni tempo,
oltre lo spazio mai esistito.
Sono le nostre anime,
che quando siamo inermi,
si chiamano e si trovano,
almeno di notte sono libere.
E sono finalmente insieme.
Ti avevo costruito
Ti avevo costruito
una scintillante corona,
fatta d’oro e d’argento
e incastonata delle gemme più preziose.
L’avevo costruita proprio bene,
con le mie esitanti mani,
semplici ed ingenue.
E ti ho fatto regnare
sul trono più potente,
il mio cuore,
perché quello era il tuo posto per me.
Ma è stato un regno di bugie,
il tuo.
Mi hai ucciso ancora una volta
e l’hai fatto nel modo più atroce:
guardandomi negli occhi
e sorridendomi ammaliante.
Non ti ho perso
Non ti ho perso,
ti ho solo smarrito per un po’.
Così il mio cuore non andrà a spasso
nell’oblìo più oscuro e terrificante.
Ci incontreremo a metà strada,
tu ed io.
Tu mi verrai incontro
stordito dal tuo errante passato
ed io con la certezza
di non perderti più.
Si, ci rincontreremo, finalmente
ed il tempo che ci ha separati
non sarà mai esistito.
Non ti ho perso,
la tua anima è sempre stata mia
e ti ritrovo in ogni cosa
tutti i giorni.
No, non ti ho perso.
La mia attesa
è pari a quella della rosa
che attende l’alba per schiudersi.