Anna Iride - Poesie

Arrivi come il vento misterioso

 

Arrivi come il vento misterioso,

sei il sogno nell’imbrunire,

la quiete ristoratrice del mattino.

Sei la mia tempesta,

che mi incanta

e mi riporta dove finalmente vissi.

E sono qui che ti aspetto,

ogni giorno,

camminando sulle orme sicure

che hai lasciato,

perdendomi nell’eco

delle parole ormai svanite.

Arrivi come il vento misterioso

e porti via con te

le parole che non sono mai riuscita a dirti.


Tu sei senza tempo

 

Tu sei senza tempo,

silente lo hai fermato.

Blocca le lancette,

imprigiona il sole al suo est,

dì al gallo di dormire un sonno profondo,

ferma la rotazione della terra

e le maree incessanti…

E dammi tempo

per ammirarti all’infinito.

Non hai tempo, tu,

sapiente lo hai fermato.

Ma concedimi ancora tempo

di ammirarti un altro po’.


Tutti i giorni in avvenire

 

Voglio iniziare così

Tutti i giorni in avvenire,

guardando il sole che albeggia

specchiarsi nei tuoi occhi,

respirando la brezza del mattino

su di te.

Pensa che bello sarebbe!

Come se non ci fossimo mai lasciati,

pur non essendoci mai conosciuti veramente.

I giorni in avvenire

voglio iniziarli così,

con il tuo sorriso che dissipa ogni incubo

e le tue mani che mi parlano di sogni reali.

Pensa che bello sarebbe!

Come se ci fossimo sempre conosciuti,

pur essendoci appena trovati.


Notte di pioggia

 

Tintinnìo,

ticchettìo di pioggia,

ora lenta,

ora violenta,

sei lo scandire

di maledette notti

di magie d’amore

solo agognate,

il ritmo della mancanza

dell’amore mio.

Notte in tempesta,

assassina della mia ragione,

fammi cadere nell’oblìo

il più in fretta possibile,

non resisterò ancora a lungo

a quest’agonìa senza lui.


Se fossi io Cupido

 

Se fossi io Cupido

darei ad ognuno l’amore suo.

E poi…

e poi, la freccia più bella,

quella più preziosa ed efficace,

la terrei per me.

Tenderei l’arco con maestrìa

e la scoccherei con cura,

questa obbligata messaggera,

perché per te

serve quella più convincente

e sacra.

La sua potenza attraverserebbe

ogni tempo conosciuto

e leggi fisiche.

Deve arrivare a colpirti

nel profondo dell’anima

e lasciarti senza dubbi.


Taggia

 

Dei tuoi sempreverdi olivi,

di cui dalla mia umile finestra

mi saziavo la vista,

in solitudine godevo della tua bellezza.

E piccole vigne

e alberi da frutto

sulle colline entro le quali sorgi.

La chiesa misteriosa con il suo vecchio campanile,

tetti silenziosi nelle calde ore d’estate,

finestre che parlano di storie della mia gente.

Mi hai visto nascere,

crescere nella tua culla.

Mi impregno nell’incredibile storia che di te è stata,

respiro aria di vita,

di casa,

del mio reale essere

quando tra le tue mura mi accogli,

quando tra le tue vie mi proteggi.

Posso sentire la tua voce

perché fai parte di me

e conosci le mie sofferenze

quando da te sono lontana.

Non può capire

chi in te non ha posato radici,

Taggia.


Amerigo Vespucci

 

Il mattino dopo non c’era più

la tua sagoma inconfondibile.

La tua maestosa presenza mancava,

che riscaldava gli animi

e vigilava su di noi.

Allora vai, Amerigo Vespucci,

solca i mari più lontani

e fatti ammirare

da ogni essere vivente!

Al tuo passaggio

tutti di questa patria

si sentono un po’ eroi

e immaginano di condurti

con vanto ed orgoglio

verso selvaggi o placidi tramonti.

Và, non fermarti,

spiega le tue vele al massimo

e raggiungi

misteriosi orizzonti di sogno,

per riportarci,

ricordati,

la tua gloria.

Come cuori che palpitano

sono le tue vele al vento,

i cuori di tutti i tuoi figli d’Italia.


Due luci

 

Due vivide luci

scorgo nel buio.

Han forme armoniose.

E si cercano,

si avvicinano,

si sorridono,

si sfiorano come per abbracciarsi.

E girano

e danzano.

Finalmente insieme.

Fluttuano felici

oltre il tempo di ogni tempo,

oltre lo spazio mai esistito.

Sono le nostre anime,

che quando siamo inermi,

si chiamano e si trovano,

almeno di notte sono libere.

E sono finalmente insieme.


Ti avevo costruito

 

Ti avevo costruito

una scintillante corona,

fatta d’oro e d’argento

e incastonata delle gemme più preziose.

L’avevo costruita proprio bene,

con le mie esitanti mani,

semplici ed ingenue.

E ti ho fatto regnare

sul trono più potente,

il mio cuore,

perché quello era il tuo posto per me.

Ma è stato un regno di bugie,

il tuo.

Mi hai ucciso ancora una volta

e l’hai fatto nel modo più atroce:

guardandomi negli occhi

e sorridendomi ammaliante.


Non ti ho perso

 

Non ti ho perso,

ti ho solo smarrito per un po’.

Così il mio cuore non andrà a spasso

nell’oblìo più oscuro e terrificante.

Ci incontreremo a metà strada,

tu ed io.

Tu mi verrai incontro

stordito dal tuo errante passato

ed io con la certezza

di non perderti più.

Si, ci rincontreremo, finalmente

ed il tempo che ci ha separati

non sarà mai esistito.

Non ti ho perso,

la tua anima è sempre stata mia

e ti ritrovo in ogni cosa

tutti i giorni.

No, non ti ho perso.

La mia attesa

è pari a quella della rosa

che attende l’alba per schiudersi.