Anna Malgeri - Poesie

DALLA NOTTE ALLA NOTTE

 

L’ombra della sera

costeggia le mie gote

che improvvisamente si fanno rosse

al chiarore del tuo sorriso.

Non cercare in me la via di uscita

dai tuoi mali e i tuoi affanni,

ma prendi poco a poco quel che di mio

chiamo libertà.

Vivida è la notte

che col suo far leggero

solletica il mio collo.

Non sono pronta ad abbracciare

quelle stelle che si pongono sui miei occhi.

Chiedo solo tempo e pazienza

perché tutto si trasformi in amore.

Ho visto l’alba mentre te mi dormivi accanto.

Ho assaggiato il latte mentre te mi parlavi.

Il rumore delle tazze e il suono dello zucchero

mi cullano i pensieri

ed io mi addolcisco tra le tue braccia.

Calore che improvviso sovvieni al mio cuore

riscalda le mie mani,

perché freddo io sento,

mentre il tempo sembra scorrere velocemente.

Così arriva il tramonto con il suo sguardo rivolto ad est.

Non sono più spaventata dell’ombra.

Dietro di me sento un abbraccio

e mi lascio avvolgere dai mille baci

che ora mi rendono più viva.


 

LA LOCRIDE

 

Moventi sabbie marine,

sede di achei e locresi,

impronte scolpite su un terreno arido e aspro.

Gente buona e ricca, 

valori e saggezze riecheggiano 

in un’aria tersa e sempre estiva.

Calma apparente di una terra maledetta,

casa natìa del dolce bergamotto,

il rosso vivo dei fichi indiani maturi, 

giallo di nespole 

e verde di olivo.

Mondo storico, 

vivo e morto, 

profumo di gelsomino 

e suoni di tarantella.

Amore intenso, 

sapore di pane e biscotto appena sfornato.

Sale di mare 

e fresco d’Aspromonte.

Radici d’albero crescente,

dimora sicura della mia vita.


 

CANTA MARTINO

 

Canta Martino

nell’estate più fredda

di questo autunno sorridente.

Il sole mi abbraccia

anche se l’amore durerà poche ore.

Poi giungerà la pioggia

e il castagno si rallegrerà.

I colori delle foglie

incorniciano la tua venuta.

Quanto è bello assaporare

il gusto intenso di un bruno vino.

Quanto è buona da assaggiare 

quella mora rossa

che ti dipinge i denti.

Ah, per un attimo il tempo sembra essersi fermato.

Fa caldo,

ma è solo un’illusione.

Domani il freddo sarà più intenso,

le mani più gelate,

il naso più rigido. 

Riesco già a vedere

il fumo che esce dalla mia bocca.

Riesco già a sentire

il solletico della brina sulle mie guance.

Martino non andartene proprio ora,

attendi almeno che il sole vada a dormire.

Perché da ora in poi

le notti saranno più notti

e le mattine saranno più mattine.

Arriveranno i venti

che danzeranno i nostri capelli

e la pioggia che disseterà i nostri piedi.

Le passioni saranno consumate

negli isolati letti caldi.

Poche strade saranno percorse,

solo macchine sfrecceranno

e gli ombrelli voleranno

ad ogni suono di libeccio che ruberà i cappelli.

Ah, novembre quanta malinconia tu conservi.

Sei così soave e leggera.

C’è chi mal ti tollera,

invece sei una dolce e fedele compagna

che riporta tutti noi a vivere il trapasso dell’avvenire.

Ora vai Martino,

il tuo amore così fugace mi ha allietata.

Conserverò il tuo calore nel mio cuore.

Ad ogni battito ricorderò

il rumore dei tuoi richiami dietro la mia finestra.

Sono tua figlia che scelse di venire

dopo che Morfeo ti prese con sé.

Non dimenticarmi quando sarò vecchia.

Ad ogni tua venuta, io,

sarò pronta a rinascere.


 

MIA ANIMA

 

Tremava per amore,

le mie carezze le sentiva

come brividi d’emozione 

e il suo battito era intenso

come il blu di quel mare 

che attraversa lo stretto tra le due terre.

Diffidate da chi la sensibilità non conosce,

da chi non prova l’amore per le creature.

Il cane sa quanto dolore faccia la sofferenza.

Il cane sa la gioia di un sorriso al suo richiamo.

Morirebbe per la tua eterna essenza.

Ascolterebbe il tuo respiro

mentre fuori danza una tempesta.

Amore vivo ed immenso,

quanta emozione può dare un piccolo cuore.

Mio battito cardiaco.

Mia anima.

Mio angelo dagli occhi grandi.


 

SORELLA FELICITÀ, FRATELLO OTTIMISMO

 

Cara sorella felicità

e fratello ottimismo,

vi scrivo per dirvi

che sono come una libellula che vola in cielo.

Ho scoperto un nuovo amore

che si chiama libertà,

che mi ha infuocato l’anima e il corpo

e mi fa ballare come le notti più felici.

Adoro il mio amico passato,

che sa di pioggia

come questi pomeriggi di novembre.

Voglio bene al coraggio,

caldo come il camino che pizzica le mie mani.

Sento dentro di me la gioia,

che come arcobaleno mi concede la grazia di vivere,

senza paura dell’altro.

Senza paura di chi mi sta accanto.

Scelsi col cuore il cambiamento,

con la mente l’avventura,

perché io sia più donna,

perché io sia più io.

Cara felicità, caro ottimismo,

tenetemi stretta,

non abbandonatemi,

perché siete la mia droga più buona,

la mia follia più bella.


 

IL SUO PIANTO IL MIO SANGUE

 

Luce che illumini il mio cammino

mi hai portato lontano

dove nel deserto sorge la città di Dio.

Colori misti a frutti selvatici,

i romani provarono a farla loro

ma Gerusalemme sa a chi appartiene.

Tappeti e crocifissi si abbracciano lungo il sentiero

e le menorah brillano di sale marino.

Qui si respira la storia,

si bacia il caldo,

si vive di pane.

Confondi il proprio io

con la voce di una donna ebrea,

con il sorriso di una donna islamica.

Ma cosa sono io

e chi sei veramente tu Gerusalemme?

Quel muro colpisce il mio cuore,

il suo calore la mia pelle

e il suo pianto il mio sangue.


 

MIO E TUO NOME

 

E ti sento addosso

lungo la mia pelle

soffice seta che avvolgi le mie braccia.

Pensavo di non aver niente di te

eppure sono vicina al tuo cuore

e alle tue mani,

che accolgono i tuoi anelli,

che come perle brillano

sulle mie dita.

Ridò l’odore del mare

ad una giacca che per troppo tempo ha dormito

e il tocco dell’acqua ad una fede

di un amore che mai si è assopito.

Sarà la primavera che colora questi cieli,

sarà maggio che dipinge d’azzurro

questo infinito risveglio

che risuona in casa

al suono del mio e del tuo nome


 

UN GIORNO

 

Un giorno vorrei tornare

a risentire il cuore battere

e quel fiume scorrermi nella pancia.

Aprire le braccia per un sentimento ancora orfano

e assaporare le carezze lungo le dita

che mi disegnano sul palmo un’autostrada

in cui le macchine corrono ad alta velocità.

Quella frenesia che mi travolge la mente

e mi fa percepire il sole più caldo

e la notte più fredda.

Voci alle orecchie

che sanno di fresco e di neve.

Quel profumo di primavera

lungo il collo che separa le mie labbra

dalle sue,

perché sua voglio sentirmi

e viva

viva d’amore e di emozione,

per una sera di passione e sentimento,

per un giorno di musica e follia,

per una vita di gioia e di poesia.

Un giorno ancora lontano

la mia libertà diventerà la sua corona

e la sua sapienza la mia bevanda più buona.

Un abbraccio avverrà dinnanzi ad un tramonto

e ad un oceano ricco di pesci

sotto un cielo stellato di comete.

Non ci sarà un’orsa maggiore ad illuminarci

ma Cassiopea che volgerà il suo sguardo sulle mie guance

più rosse di quell’alba di inizio autunno.


 

TRENO DELLA VITA

 

Treno portami ovunque,

verso le strade del mio cuore,

verso luoghi leggendari,

ma le vie mi sono sconosciute.

Treno che attraversi infiniti binari,

che cavalchi su rotaie di fumo,

ascolta il vento come chiama

e il caldo primaverile di questo aprile verde.

Treno dai mille volti vola

su città multiformi e centenarie,

non fermare il tuo movimento

ma lascialo andare

verso mete misteriose,

ricche di storia e colori,

amori e passioni,

gioie e dolori.

È il treno della vita.

È il treno del tempo.

È il treno dei viaggi.

Piove il cielo ad ogni saluto.

La mia casa è il vagone,

la mia vista preferita è la terra.


 

SEMPRE TUA

 

Agosto abbraccia,

dopo tanto patire,

e sopraggiunge l’eterna fine di chi seppe voler bene.

Abbandona ogni forza,

Lentamente lasciati avvolgere

Dal calar della sera.

Afosa l’estate

Di un caldo che riscalda

La mente di chi piange la tua assenza.

Stringi le mani,

la morte avanza

come la tristezza che strazia il cuore di due bambine.

Soffre quel fiore d’autunno sul tuo petto,

quel cuscino che seppe spesso sorreggere le sue lacrime.

Ritorna a baciarlo nelle notti profonde,

mentre Morfeo l’accompagna nei dolci sogni dell’avvenire.

Una paperella che volge lo sguardo verso un cielo infinito,

vede la tua stella, 

la più intensa, 

la più viva.

Voce che risuona nelle mie orecchie,

primo amore dagli infiniti baci,

carezze sul mio volto ormai cresciuto.

Chissà dove sei.

Chissà se ti rivedrò.

Ma sempre sarò tua 

negli infiniti giorni di questa vita.