LA PIù MERAVIGLIOSA

La più meravigliosa delle farfalle volava alta, ma non trovò nessuno a quell’altezza, se non uccellacci, così si sentì sola, si rinchiuse nelle sue meravigliose, forti ali e aspettò, di guarire sola dalla solitudine, non poteva volare più in basso tra le altre farfalle, lei era fatta per volare alto..così racchiusa, dall’albero cadde in un abisso, e sconfinato fu il dolore. Ma piano piano raccolse quel che ne era avanzato, e ritornò come prima, o anche meglio, una nuova piccola farfalla con nuove vesti, stesso cuore, che chissà dove volerà…….


COLSI LA METAFORA DELLA MIA VITA

Era il 16 agosto, il giorno dopo ferragosto quindi, passato gagliarda a fare i balordi sulla spiaggia a Vieste, io, romantica com’ero, fui la prima a svegliarmi e feci uno spettacolare bagno all’alba in solitudine, tornata al mio telo vidi un cagnolino che percorreva tutta la riva correndo allegro, non so più in là che andatura ebbe, se incontrò un sasso e divenne zoppicante, ma lì ci vidi la metafora della mia vita.


 

IL MARE IMPLACABILE

Il mare…

Il mare non tace, e io non mi stanco mai di sentirlo. Il mare giunge verso di noi, quasi a volerci toccare, o portare tutto, di noi. Il mare è così grande che è impossibile ritrovare quello che di noi è nel fondale. Come quando si è abbastanza tristi da sentire “il fondo della vita”, il fondo del tuo ventre. Ma le onde sono implacabili, continuano a segnarci lo scorrere del tempo, che ci piaccia o no lui non si ferma.


 

L’AMORE

I suoi occhi brillavano, sempre, e fisso era il sorriso, nonostante le sue occhiaie si accentuassero e il corpo dimagriva. Risaltavano nel biancore del suo viso. Lei continuava a svegliarsi con il profumo estivo, sabbia bianca, con il suo dolce bagnoschiuma dopo aver sognato forte, l’amore, abbracciava il cuscino e guardava il cielo; lei sola nell’universo, si riempiva delle storie della sorella, chiedeva al vento di toccarle la pelle! La vita non le concesse mai un turno, un giorno in silenzio perse le speranze e ne morì.


 

AMARE LA VITA CON DISPERAZIONE

A volte la vita, come un amore che finisce, la devi amare con disperazione.


 

COME UN ANIMALE AFFAMATO

Quei occhi avevano ansia di vivere, come un animale in un incendio in una foresta. Di emozionarsi, ancora, e ancora, e ancora. Ma delle cavolate, gli bastava guardarsi attorno. Del succo, della linfa, e basta. Nonostante il dolore, nonostante l’agonia. Sta tutto lì: lo schifo, e l’amore. L’errore che spesso si fa è ancorarsi a qualcosa e non lasciare che siano i desideri più reconditi a decidere, anche quando ci si trova bene in un ambiente: non sai cosa c’è dietro l’angolo, mai! E’ non essere affamati d’esperienza, di quello  che la vita ci offre. Non voglio non cercare di correggere i miei difetti caratteriali, non voglio bastarmi, farmi bastare cose che non mi rendono felice.”L’uomo ha sempre barattato un pò di felicità con un pò di sicurezza.” disse Freud. Adesso ne colgo il più vero senso, ma oltre a tenermi le cose care e non ostinarmi, guarderò sempre anche oltre, la maggior parte della gente mi ha detto di non sapere cos’è la felicità! io lo so.


 

SOLCHI DI PASSIONE

Così in quel momento era più passionale guardarsi l’uno di fronte l’altro che fare l’amore. Se vorrai starmi accanto, dovrai scalare gradino alla volta la montagna, e solcare i fiumi della mia pelle, baciarli, i fiumi bagnati di sangue, conoscere le mille radici e scovarmi dal petto i desideri più reconditi.


 

L’ALBA

Svegliarsi all’alba è meraviglioso, è come dare anche tu il via allo spettacolo, assisterci dal principio, dalla nascita, e abbandonando il bluetto del cielo, quel sole forte spunta, il cielo sfuma dal rosa, all’arancio, al dorato. Come dare un perché al susseguirsi della giornata. E a quest’ora io sono troppo entusiasta dell’alba, dell’esordire di un nuovo inizio, che chissà cosa ci attenderà.


 

UN’ANZIANA CHE NON VUOLE MORIRE

Vidi una donna anziana, alta, ben pettinata, cappellino viola, un bello scialle, con tacchi. Barcollava un pò. Mi fece ridere e provai stima allo stesso tempo: un’anziana che non accettava di esserlo, nonostante la saggezza che per forza di cose gli anziani hanno. Non accettava di non vivere come gradiva, non voleva morire…ho pensato che al posto del cuore aveva un marchingegno. Questo quando vedeva quel ragazzo che la faceva sorridere, se lo sentiva pieno, e tenero. Forse non voleva ricordare tutte le cose che aveva già vissuto. La seguii per un pò e poi quel suo marchingegno si spense come se il cuore non ci fosse più, sostituito dal vuoto e lì capii dal suo volto che nè fiori, nè cieli, nè una bella alba potevano riattivarlo.


 

VIVERE

Abissi densi

di perfe zione insopportabile

vertigini

misterioso fascino

mentre penetra l’aria rinfrescante

vivere.