Anna Maria Salsano

Poesie


Preghiera all’amore

All’altare della mia religione
Vengo a pregare ,Amore
A te dedico il mio canto di libertà
Sei presenza ed essenza
Dei giorni miei
Ti vedo ovunque e ti sento in me
Tu illumini la mia strada
E cospargi di rose i miei pensieri .

Credo nella tua incarnazione
Vieni a me con i tuoi doni più belli
I sensi incantati la mente stregata
Insieme andremo
Verso il Sole che sorge

 


 

Il pianeta è malato

Il pianeta è malato
Ha la febbre, il respiro affannoso
Digerisce a fatica. Arranca.
Inutile il compianto delle stelle,
L’uomo, stolto, continua a far festa
Mentre una giovanissima Greta urla il disastro:
Una foresta brucia ,un ghiacciaio si scioglie
Il mare e la terra soffocano di plastica.
Il limone è spremuto fino all’ultima goccia.
Impossibile proseguire.
Urgenti i rimedi o l’apocalisse:
un tuffo nel vuoto della madre
con tutti i suoi figli

 


 

La recita della vita

E’ la vita la grande sartoria
Che adatta ad ognuno l’abito per la recita
Sul palcoscenico del mondo.
Gli attori entrano ed escono di scena,
La compagnia teatrale continuamente si rinnova.
Non cambiano invece gli scenari
E il pubblico che siede sulle poltrone dell’Universo,
In prima fila il Sole, e poi la Luna
E l’immensa platea di stelle

 


 

Fiore fuori stagione

Sei bellissimo, fiore fuori stagione
Sei il fascino della sorpresa
Sei il miracolo della Natura.
Hai lasciato i tuoi simili
Nel sonno dei semi interrati
E hai sfidato strade impervie
Pericolose per sbucare all’aperto
Trasgredito di regole fisse.
Cogliere il fiore? Il dubbio trattiene la mano.
La mente si tinge di luce…
E intraprende il cammino del girasole ribelle
In un mattino d’inverno…

 


 

Tramonto

Il giorno affaticato va a dormire
dietro l’orizzonte
porta con sé fasci di spighe e tralci d’uva.
Oltre la pineta il mare lo saluta
di onde schiumose tinteggiate di rosso,
lo saluta il cielo di pennellate sempre più scure
spalmate sull’aria trasparente
che assorbe i pensieri del mondo.
Lo coprirà la notte con una coperta
trapunta di stelle
quando ogni cosa scivola
nel silenzio cupo del mistero antico.

Sarà l’occhio del faro la sveglia
per le ore addormentate