IO T’AMO, PAPÀ
Tra orgoglio e premura
con te ho superato ogni altura
Non bastan parole
Ti guardo, ti ammiro
E non cambio pensiero
Sei cuore, sei testa
Ma anche cielo tempesta
Alle tue braccia celesti
raccomando paure
incertezze, sventure
Non temo il giudizio
Nessun precipizio
Sei roccia, sei grande
La tua mente è un Atlante
i tuoi occhi lo sanno
Quanto ti amo, papà
Io t’amo, papà
NEGLI OCCHI TUOI
Lacrime: avanzai sospiro…
come minuziose perline salate
Tasselli di emozioni accampate
E qui, le nostre pupille
a rincorrersi come libere anguille
Cielo: limpidi organuli blu cera
ove se la vita è una fiaba
Tu sei l’isola che non c’era
A MIA NONNA
Nelle giornate più belle
e contro quelle più avverse
Sei qui a sorreggermi
Sempre pronta a difendermi
Il tuo profumo fa capolino
come il sole dietro una nube
Te che entri nei miei pensieri
vorrei che tre anni fossero ieri
per rivederti e stringerti forte
Cento secoli ancora
per allontanare la morte
E invece ci è rimasta la notte
dove la ragione fa a botte…
perché da te non esiste materia
da noi invece ogni cosa è deleteria
Ma continuerò a credere in Te
e senza remore alcuno
di quel regno, lo sai
Io ascolterò il Re
SE FOSSE CASA MIA
S’inspira un profumo nuovo laddove iniziano i sogni…
Son morbidi e incantevoli angeli nel loro tepore di mezzanotte.
Hanno le guance calde e le mani bianche e son forse la cosa più bella ch’esista al mondo
-quello vero- perché puerile sarebbe pensare che questo squarcio di terra sia tutto quello che abbiamo.
Io leggevo le rughe del mio viso, guardandomi allo specchio ogni sera prima di coricare i pensieri e dietro ogni ruga, una storia. Mi piacciono i racconti, raccontarmi qualcosa. E se ti chiedessi di farlo?
Sai, io non potrei fare a meno di calarmi nei personaggi, sentir mie le loro più recondite paure.
E’ sensazionale, perché ti senti pieno.
E’ sensazionale, perché non ti senti solo.
Alla gente piace la compagnia, quella invece mi è frivola.
Io della compagnia non saprei che farmene, non avremmo niente da dirci noi due.
Sarebbe uno di quei silenzi sordi che fa l’acqua quando cade nel pozzo.
Ti senti soltanto più triste.
E sono tutti così, troppo attenti e distratti dai loro problemi.
Tu invece mi sorprendi.
Mi fai il dono di un’attenzione.
MAMMA
Mamma, tu sei il fiordaliso
che delle mie emozioni
ha il più bel sorriso
I fiori son la luce del colore
ma io nei tuoi occhi
Quel giorno…
ho visto solo dolore
Nessuno è mai pronto
al cospetto del gran male
E io a quella parola
so solo che tutto
divenne nugale
Ma tu sei forza,
esempio e coraggio
Alla vita lo hai detto:
‘’Resto qui per un altro viaggio’’
SOLO E SOLTANTO PER TE
E’ per te che ai cigli della strada crescono, floridi, violacei giacinti.
Per te che il sole decide la ritirata solo dopo averti dato tutto il fervore del suo cuor e la luna, vivida soglia di pace, s’offre d’allietarti i pensieri scuri con le sue premure di buon latte.
La luna accoglie i misteri dell’uomo tanto da non aver proprio nulla da invidiare agli altri astri.
Ha in sé leggenda, storia e fantasia. Non accetta che di buon grado il desiderio di una virtù, subordinato all’ampolloso e retorico monologo della buonanotte. Al rito segue l’abbraccio dell’alba.
Questa è l’accondiscendenza delle belle arti.
A me i pensieri non vanno a letto, ma a letto restano svegli
La notte è la mia Musa, la luna il mio abito bianco
COME BACK HOME, A.
E se in punta di piedi le carte cadessero?
Il gioco francese finirebbe e io uscirei dal labirinto mentre or ora gioco all’angolo del pruno coi micini e inseguo i conigli bianchi che zampettano veloci da una prateria all’altra.
Sono velate, le praterie.. come se fossero la solitudine, la nostalgia, il sole che si rammarica della pioggia. Sono l’imbrunire dei pensieri e l’infanzia assieme. Le adoro.
Alle mie spalle e tutt’intorno: uno scampanellare continuo, le risate lontane dei bambini,
l’aria che ti punge le guance e un flebile richiamo…
Io continuo a saltellare nel mio vestitino azzurro coi calzoni bianchi e le scarpine nere (..)
TI AMO
Nobile affanno
del cuore tiranno
malanno fugace
che investe
il pensiero
Ti amo
MARGOT E LE SUE FOLLIE
Cerchiamo il mite, il generoso, il cuore buono, credendo e a volte sbagliando che tutti abbiano le nostre stesse similitudini di ragioni e di intenti, semplicemente che siano le nostre membra trasportate dalla più sincera e attitudinale empatia dei sensi. Non sempre accade e questo Margot lo sapeva bene che decise di andarsene per una di quelle terre lontane ove non si parla la stessa lingua, ma si canta lo stesso cuore.
(..) Scegliete sempre la pace, è l’ideale migliore.
A tutti diceva ‘’se non sai chi sono, non saprai mai dove sto andando’’
ETERNA POESIA
Quell’unica cosa
che ti distingue
dalle stelle
è la tua eterna
p o e s i a