Antonietta Ferrari - Poesie

Accettazione

 

Di getto una canzone

a te l’interpretazione.

Parole avvolgenti

come una ragnatela

che su una vela 

spinta dai venti

si allontana

vana..

 

Non siamo amanti

perchè troppo distanti.

Rimaniamo cari amici

saremo più felici;

coraggio non ne abbiamo

forza, diamoci la mano.


Coraggio!

 

Buona sorte

per tutta la vita

a chi è nato con la camicia;

AUGURI a chi con la propria croce

nasce, senza avere alcuna voce.

 

Stringi i denti 

e vai avanti,

chiudi i battenti 

e prega i Santi.


Agressione gratuita

Mena e Mena per il naso

 

Ma quanti umani

sono poco sani?

 

Vanno e vengono

pregano e mentono.

 

Poco di tutto

portano lutto

e sono pure aiutati 

dai divini magistrati.

 

Non hanno amori

solo scambi di favori

conflitti di interessi

e ci fanno tutti fessi.

 

Non c’è posto per gli onesti

sono troppo maldestri;

loro così fini

noi troppo genuini.

 

C’è chi porta una divisa

firmata Mona Lisa

ma non sai chi la indossa

ti può buttare in una fossa.

 

Sei al più alto grado?

Tu MENA

Questo è il motto

di un vero complotto.

 

Mena…e mena per il naso.

Voi siete questo”

 

Dedicata all’ impunito


Pensiero

 

Essere speciale

nel bene, non nel male

che sia Capodanno

o Natale.

 

Un inno sonoro

per allontanare ogni danno

anche a coloro

che non meriterebbero nulla

i quali freddi

stanno nella loro culla

senza gioire..

per poi morire

nella solitudine


Mi sento uno straccio

 

Troppo peso sulle spalle

troppi pensieri per la testa

e non è mai festa.

 

Una fronte corrugata

grondante di sudore

che bagna il suolo

in cerca di un suo ruolo.

 

Non è ancora sera,

i panni vanno lavati e stesi…

Ora sono appesi.

 

Quel cencio tutto stropicciato,

logorato, ..mi fa l’occhietto?

Lo scruto petto a petto.

 

Mi avvicino e cosa vedo?

Una bocca increspata e storta

grande come una porta.

 

FLASH: <<il ritratto di Dorian Gray>>

..vidi il film a Ortisei.

 

Mi sento uno straccio!

foto


Tu sei

 

Tu sei

l’uccellino “Torcicollo”

ma io non ti mollo,

continua a roteare la testa..

perderai la cresta.

 

Tu sei il mio chiodo fisso

ma non cadrò nell’abisso,

ti aspetterò pazientemente

senza chiederti niente.

 

Tu sei nei miei pensieri, ogni giorno,

non riesco a levarti d’attorno,

attendo ogni tuo cenno

senza uscire però di sènno.

 

Tu sei

la chiave della mia vita

articolata e infinita,

un pentagramma di note musicali:

sulle cinque righe tu scendi e sali.

 

Vola, vola leggero qua e là,

un giorno il mio amore ti acchiapperà.


Vittima

 

Alla parola Tribunale

già mi sento male.

La legge è uguale per tutti

ancor di più per i farabutti;

per quelli onesti,

delinquente resti.

 

Dagli avvocati

non siamo aiutati;

lavorano su carta

come una sarta.

 

Subisci una violenza?

bene..bene.. bene..;

mancano la Detti e la Tello?

salta la sentenza..;

cala il sangue nelle vene..?

non si va al “triello”…

 

Il fatto c’è ma non sussiste

il testimone c’era ma non esiste

non c’era intenzionalità

tu che fai? 

cambi nazionalità

per trovare un po’ di serenità.

 

I pioppi crescono a dismisura

non basta una buona potatura

la violenza di ogni genere

riduce tutti in cenere..

 

Che tutti gli alberi come i pini

bevano acqua e non troppi vini;

che vengano controllati e letti

ben che vada …benedetti.

 

Non è mai un caso 

quando ci menano per il naso;

oltre la beffa l’inganno:

<<Sii contenta se non ti condanno!>>


Anima sua

 

L’anima sua 

vagava nei cieli

composta da variegate immagini;

inafferrabile

fluttuava nell’aria

per poi svanire.

 

Se ne andò l’amore,

rimase il dolore.

foto












Made in Modena

Il gergo giovanile degli anni 70-80

 

Via Giardini, in una domenica di pomeriggio. Alcuni ragazzi discutono sulla strada. 

Sono a piedi. Decidono di fare l ‘autostop.

Ad un tratto questi scompaiono dietro all’unico albero esistente in zona:

<<Attenti alla pula! Ci sono anche i caramba ! >>

Il suono delle sirene si allontana e torna il silenzio.

Finalmente una macchina si ferma:

-<<Dove dovete andare?>>

  • Al Picchio Rosso di Formigine
  • Ah siii?? ..ma che è?
  • E’ il locale più bello d’Europa. e…..si cucca!

L’autista incuriosito:

  • <<…si tira ?..>>
  • Noo, beh…volendo…ma niente di che..
  • Salite ragazzi , ho fretta..

Davanti al locale i ragazzi scendono:

  • <<Ti ringraziamo un casino eh..

Nella mitica discoteca una esclamazione echeggia: <<che Disco ragazzi! È proprio fico!>>

  • Dai, andiamo a ballare gli sceic!
  • Guarda quella che bona..

Una ragazza osserva la pista da ballo, è timida; vorrebbe imbarcare un bel mago, ma è troppo pitocca!

Gli amici si incontrano e commentono:

  • <<Che pacchia!.. con tutto questo bel divertimento….che squanterno di gente favolosa!>>
  • E quelli? Che toghi..vestiti così! La caccia per loro è sempre aperta…
  • Guarda là quei due come limonano.
  • In questo casino madornale nulla può andare male.
  • Viva gli anni 70-80!

Un oggetto non perduto

 

Succede che la gente abbia bisogno di emozioni forti, nel vedere un film, giocare con la play station,

uno sport pericoloso, buttarsi allo sbaraglio.

Spesso non ci si accorge invece, degli oggetti che ci circondano e vediamo tutti i giorni ma invisibili 

ai nostri occhi. I pensieri vanno all’aldilà della routine di tutti i giorni, come quando si va al lavoro

e si prende sempre la stessa strada; non ti accorgi di qualche cambiamento, un cespuglio in fiore 

dopo un lungo inverno, oppure di uno scuretto che prima era sempre chiuso ora vive con la casa.

Poi capita che in un momento di sconforto non c’è posto per i  problemi esistenziali e si cerca di 

tornare indietro col tempo magari con gli oggetti che ti circondano.

Ci si mette in viaggio meditando tra una cosa e l’altra: ti si presenta un catalogo con tante opportunità 

e non sai quale tour scegliere.

Prima non ti rendevi conto, ora è come avere a portata di mano una Agenzia di Viaggi.

Beh a questo punto occorre sceglierne uno, quello forse più importante.

Difficile è la scelta per non fare preferenze.

Già il vaso in sé rappresenta un viaggio, fatto ad arte. Di forma cilindrica, realizzato a mano, di 

ceramica grezza, colore verdastro e mattone. Ricorda molto la Torre di Babele, di Pieter Bruegel.

Mancano solo le nuvole minacciose del cielo.

Nel mio vaso vorrei che però non regnasse il caos, bensì pace e silenzio, quella serenità che spesso 

si perde nella realtà, ossia “ smarriti nel mondo e per quello che riguarda Dio”. Lasciando da parte la

metafora di Bruegel osservo una certa discordanza nell’incisione e questa imperfezione lo rende 

ancor più bello. Ha un disegno geometrico stilizzato con i suoi archetti, piramidi e linee elementari 

lavorati in senso orizzontale e verticale, quasi voler rappresentare, in alto, una libreria circolare.

A modo suo il vaso è rimasto fedele, ha rischiato di essere totalmente frantumato. L’ho protetto da un

destino funesto; è caduto, riparato e quindi ho ristabilito, di conseguenza, una continuità affettiva, 

che mi accompagnerà nel tempo.

L’opera restaurata non è riuscita al 100% e come nella vita le ferite lasciano spesso cicatrici.

Ora è in fase di obsolescenza, come il mio essere; chissà forse moriremo insieme o forse no, dipende

a chi andrà in eredità.

Il vaso contiene sensibilità, cura, sentimento da chi me lo ha regalato ed io lo amo, diventando parte

integrante della mia identità.

Gli oggetti, a mio avviso, assorbano ricordi, aspettative, passioni, sofferenze e gioie.

 

Questa è la storia di un solo oggetto, un solo viaggio gioioso e amorévole a dispetto di chi ci vuole 

male. Con loro possiamo vivere anche il meglio della nostra espressione.