Accettazione
Di getto una canzone
a te l’interpretazione.
Parole avvolgenti
come una ragnatela
che su una vela
spinta dai venti
si allontana
vana..
Non siamo amanti
perchè troppo distanti.
Rimaniamo cari amici
saremo più felici;
coraggio non ne abbiamo
forza, diamoci la mano.
Coraggio!
Buona sorte
per tutta la vita
a chi è nato con la camicia;
AUGURI a chi con la propria croce
nasce, senza avere alcuna voce.
Stringi i denti
e vai avanti,
chiudi i battenti
e prega i Santi.
Agressione gratuita
Mena e Mena per il naso
Ma quanti umani
sono poco sani?
Vanno e vengono
pregano e mentono.
Poco di tutto
portano lutto
e sono pure aiutati
dai divini magistrati.
Non hanno amori
solo scambi di favori
conflitti di interessi
e ci fanno tutti fessi.
Non c’è posto per gli onesti
sono troppo maldestri;
loro così fini
noi troppo genuini.
C’è chi porta una divisa
firmata Mona Lisa
ma non sai chi la indossa
ti può buttare in una fossa.
Sei al più alto grado?
Tu MENA
Questo è il motto
di un vero complotto.
Mena…e mena per il naso.
“Voi siete questo”
Dedicata all’ impunito
Pensiero
Essere speciale
nel bene, non nel male
che sia Capodanno
o Natale.
Un inno sonoro
per allontanare ogni danno
anche a coloro
che non meriterebbero nulla
i quali freddi
stanno nella loro culla
senza gioire..
per poi morire
nella solitudine
Mi sento uno straccio
Troppo peso sulle spalle
troppi pensieri per la testa
e non è mai festa.
Una fronte corrugata
grondante di sudore
che bagna il suolo
in cerca di un suo ruolo.
Non è ancora sera,
i panni vanno lavati e stesi…
Ora sono appesi.
Quel cencio tutto stropicciato,
logorato, ..mi fa l’occhietto?
Lo scruto petto a petto.
Mi avvicino e cosa vedo?
Una bocca increspata e storta
grande come una porta.
FLASH: <<il ritratto di Dorian Gray>>
..vidi il film a Ortisei.
Mi sento uno straccio!
Tu sei
Tu sei
l’uccellino “Torcicollo”
ma io non ti mollo,
continua a roteare la testa..
perderai la cresta.
Tu sei il mio chiodo fisso
ma non cadrò nell’abisso,
ti aspetterò pazientemente
senza chiederti niente.
Tu sei nei miei pensieri, ogni giorno,
non riesco a levarti d’attorno,
attendo ogni tuo cenno
senza uscire però di sènno.
Tu sei
la chiave della mia vita
articolata e infinita,
un pentagramma di note musicali:
sulle cinque righe tu scendi e sali.
Vola, vola leggero qua e là,
un giorno il mio amore ti acchiapperà.
Vittima
Alla parola Tribunale
già mi sento male.
La legge è uguale per tutti
ancor di più per i farabutti;
per quelli onesti,
delinquente resti.
Dagli avvocati
non siamo aiutati;
lavorano su carta
come una sarta.
Subisci una violenza?
bene..bene.. bene..;
mancano la Detti e la Tello?
salta la sentenza..;
cala il sangue nelle vene..?
non si va al “triello”…
Il fatto c’è ma non sussiste
il testimone c’era ma non esiste
non c’era intenzionalità
tu che fai?
cambi nazionalità
per trovare un po’ di serenità.
I pioppi crescono a dismisura
non basta una buona potatura
la violenza di ogni genere
riduce tutti in cenere..
Che tutti gli alberi come i pini
bevano acqua e non troppi vini;
che vengano controllati e letti
ben che vada …benedetti.
Non è mai un caso
quando ci menano per il naso;
oltre la beffa l’inganno:
<<Sii contenta se non ti condanno!>>
Anima sua
L’anima sua
vagava nei cieli
composta da variegate immagini;
inafferrabile
fluttuava nell’aria
per poi svanire.
Se ne andò l’amore,
rimase il dolore.
Made in Modena
Il gergo giovanile degli anni 70-80
Via Giardini, in una domenica di pomeriggio. Alcuni ragazzi discutono sulla strada.
Sono a piedi. Decidono di fare l ‘autostop.
Ad un tratto questi scompaiono dietro all’unico albero esistente in zona:
<<Attenti alla pula! Ci sono anche i caramba ! >>
Il suono delle sirene si allontana e torna il silenzio.
Finalmente una macchina si ferma:
-<<Dove dovete andare?>>
- Al Picchio Rosso di Formigine
- Ah siii?? ..ma che è?
- E’ il locale più bello d’Europa. e…..si cucca!
L’autista incuriosito:
- <<…si tira ?..>>
- Noo, beh…volendo…ma niente di che..
- Salite ragazzi , ho fretta..
Davanti al locale i ragazzi scendono:
- <<Ti ringraziamo un casino eh..
Nella mitica discoteca una esclamazione echeggia: <<che Disco ragazzi! È proprio fico!>>
- Dai, andiamo a ballare gli sceic!
- Guarda quella che bona..
Una ragazza osserva la pista da ballo, è timida; vorrebbe imbarcare un bel mago, ma è troppo pitocca!
Gli amici si incontrano e commentono:
- <<Che pacchia!.. con tutto questo bel divertimento….che squanterno di gente favolosa!>>
- E quelli? Che toghi..vestiti così! La caccia per loro è sempre aperta…
- Guarda là quei due come limonano.
- In questo casino madornale nulla può andare male.
- Viva gli anni 70-80!
Un oggetto non perduto
Succede che la gente abbia bisogno di emozioni forti, nel vedere un film, giocare con la play station,
uno sport pericoloso, buttarsi allo sbaraglio.
Spesso non ci si accorge invece, degli oggetti che ci circondano e vediamo tutti i giorni ma invisibili
ai nostri occhi. I pensieri vanno all’aldilà della routine di tutti i giorni, come quando si va al lavoro
e si prende sempre la stessa strada; non ti accorgi di qualche cambiamento, un cespuglio in fiore
dopo un lungo inverno, oppure di uno scuretto che prima era sempre chiuso ora vive con la casa.
Poi capita che in un momento di sconforto non c’è posto per i problemi esistenziali e si cerca di
tornare indietro col tempo magari con gli oggetti che ti circondano.
Ci si mette in viaggio meditando tra una cosa e l’altra: ti si presenta un catalogo con tante opportunità
e non sai quale tour scegliere.
Prima non ti rendevi conto, ora è come avere a portata di mano una Agenzia di Viaggi.
Beh a questo punto occorre sceglierne uno, quello forse più importante.
Difficile è la scelta per non fare preferenze.
Già il vaso in sé rappresenta un viaggio, fatto ad arte. Di forma cilindrica, realizzato a mano, di
ceramica grezza, colore verdastro e mattone. Ricorda molto la Torre di Babele, di Pieter Bruegel.
Mancano solo le nuvole minacciose del cielo.
Nel mio vaso vorrei che però non regnasse il caos, bensì pace e silenzio, quella serenità che spesso
si perde nella realtà, ossia “ smarriti nel mondo e per quello che riguarda Dio”. Lasciando da parte la
metafora di Bruegel osservo una certa discordanza nell’incisione e questa imperfezione lo rende
ancor più bello. Ha un disegno geometrico stilizzato con i suoi archetti, piramidi e linee elementari
lavorati in senso orizzontale e verticale, quasi voler rappresentare, in alto, una libreria circolare.
A modo suo il vaso è rimasto fedele, ha rischiato di essere totalmente frantumato. L’ho protetto da un
destino funesto; è caduto, riparato e quindi ho ristabilito, di conseguenza, una continuità affettiva,
che mi accompagnerà nel tempo.
L’opera restaurata non è riuscita al 100% e come nella vita le ferite lasciano spesso cicatrici.
Ora è in fase di obsolescenza, come il mio essere; chissà forse moriremo insieme o forse no, dipende
a chi andrà in eredità.
Il vaso contiene sensibilità, cura, sentimento da chi me lo ha regalato ed io lo amo, diventando parte
integrante della mia identità.
Gli oggetti, a mio avviso, assorbano ricordi, aspettative, passioni, sofferenze e gioie.
Questa è la storia di un solo oggetto, un solo viaggio gioioso e amorévole a dispetto di chi ci vuole
male. Con loro possiamo vivere anche il meglio della nostra espressione.