Antonietta Natalizio - Poesie

Arcobaleno di luce

Faro arroccato,
arcobaleno di luce…
l’estrema cima,
illumina la mente!
Ridipingo il mondo,
pennellate di viole, mughetti,
gelsomini e rose incipriate,
avvolte con fiocchi
di gratitudine… e gentilezza.
Maggior pienezza…
al risveglio!
Sii felice adesso,
come l’unica stella
a splendere
e scaldare il cuore,
di chi bussa alla tua porta
con amore!
L’occhio di Dio
è più in alto.

 


 

La follia del mondo

Il girasole… cerca con coraggio
il profumo delle viole,
gira lo sguardo al caldo sole,
è cocente il suo tepore!
Ruota intorno alla sua aiuola…
con stupore e vero amore.
Vorrebbe risvegliarla
con coccole e parole…
allo spuntar del primo fiore.
La bellezza dei suoi sogni…
mettono radici nella buia
e amara terra,
quando esplode in tutta fretta
una fitta e rigogliosa frode!
Ne rifiuta a priori
la fragranza ed i colori!
E la lungimiranza…
del loro cieco sguardo?
Occhi spalancati per vedere
una pagliuzza da così lontano,
e chiusi per guardare…
da vicino la propria trave!
I pensieri si accavallano,
si rincorrono tra loro
in una voce solitaria,
affannata e inascoltata.
Spaziano lontano, e senza meta…
Imprigionati… da un inaccettabile rituale,
soffocante, e sempre attuale.
La linfa si è svilita…
affievolita, e poi azzittita.
Frutto di un inganno?
O forse…
del suo cieco
e avverso anno?

 


 

Abisso

La ninfa del mare
emerge dal profondo abisso.
Come un leone rampante
sbandiera la sua storia,
il viaggio dell’eroe.
I raggi del sole l’avvolgono
tra l’oro,
mentre il vento
le porge una carezza
sulla folta chioma.
Tra le onde increspate bianche
ondeggia.
Il mare la contempla.
Gli echi del passato
scindibili dal presente
riemergono alla luce.

 


 

I violini parlano

Tutto è avvenuto in silenzio,
e con ampio spazio d’anticipo…
tutti sapevano e nessuno parlava,
mentre troppi piangevano
nella totale indifferenza
di chi dirigeva il potere,
e lo condivideva con chi
non voleva vedere.
Con tono perentorio: si parte,
si lascia la casa… quando? Subito.
Ed eccoli rapiti,
uomini, donne, bambini,
-scarpette rosse n°24,
né il pianto, né le urla,
di un angelo terreno han potuto smorzare
il fuoco ardente di odio e di vendetta
di quel nero cuore di ghiaccio –
anziani, malati,
minorati e handicappati.
Milano, binario 21, il viaggio della morte,
da tutte le parti si partiva…
Roma, Firenze, Bolzano, Fossoli…
Quanti binari, tanti… troppi.
Con vagoni ben sbarrati,
senza aria ed il respiro in agonia,
e soffocati dal terrore.
Vagoni bestiali, e come bestie ammassati,
su di un pagliericcio fetido e lercio.
Bastonati, sputati, picchiati, avvelenati
e poi bruciati.
Mentre le anime si disperdevano
in un fumo nero a lutto,
il cielo si tingeva di grigio dal dolore,
e per l’orrore.
Una coltre di cenere restava,
e come un drappo nero si è posata
sui sogni di una vita all’indomani.
-Campi di sterminio e di lavoro –
Il dito come il pendolo decideva l’ora,
destra, sinistra, sinistra, destra,
il destino dell’altrui persone,
e senza poter fare obiezione.
Orrore e disperazione,
spogliati di ogni dignità,
a tutte le età e senza pietà.
La morte nella sofferenza,
tutto in un silenzio irreale,
e per i carnefici sembra abituale.
Sterminio di massa, era solo un dettaglio
per gli aguzzini.
Silenzio carico di urla.
Sensazioni irreali,
non è possibile capire, ma ricordare…
è un dovere di tutti.
-Alcune parti della mente
sono inaccessibili alla ragione –
È un dato di fatto,
ne prendiamo atto.

 


 

Calde sere d’estate

Figlia dell’elisir delle notti
di mille profumi… nelle calde
sere d’estate,
tra la brezza di quel timido
vento affannato,
poté cogliere il fiore
di quel fato,
con la dolcezza dell’avvenente
fanciullezza.
Dove il passato torna a vivere
con vigore…
nel dolce presente!