Antonietta Salvatore - Poesie

Notte Santa

Breve storia di un piccolo
Angelo nella Notte di
Natale

Era la notte di Natale, un
piccolo Angelo di nome Edoardo stava tornando a casa dopo aver vagato nei giardini immensi del Cielo,
illuminati dalla Stella Cometa.
Il Firmamento risplendeva di
luci indescrivibili, da lontano;
un coro di Voci Celestiali si diffondeva in tutto il creato.
L’Angioletto Edoardo, mentre
proseguiva il suo viaggio verso casa, fu rapito da un’ineffabile, potente Luce
Divina; assorto e incantato si avvicinò alla piccola grotta.
Era finalmente davanti alla culla di Gesù Bambino, ma notò subito che nel coro mancava un Angelo,
così decise di fermarsi per cantare: “Tu scendi dalle Stelle”.
Angelo Edoardo era il più piccolo, ma il primo del coro!
L’assolo della sua voce risuonava altissimo, fino a raggiungere il Cielo; fu invaso da tanta gioia e tanto amore.
Gesù Bambino gli sorrise e senti’ sulle sue ali e nel suo cuore l’incanto meraviglioso della Notte Santa.

 

 

 

Ricordi

Seduta al pianoforte
rincorro immagini colorate,
ricordi spensierati e lontani
riaffiorano nella mente;
nell’aria danzano le note
volteggiando come farfalle,
inseguendo le rondini
nell’immenso cielo azzurro.
Quanta nostalgia
nel mio cuore,
quanti messaggi remoti
ritornano nel tempo;
fantasie inventate
sussurrate dal vento,
vissute solo nei sogni,
come l’ultimo volo della sera
ormai malinconico e stanco;
raggiunge il tramonto
e svanisce per sempre.

 

 

 

Corsa contro il tempo

(Ispirata ai tragici eventi
dell’Afganistan)

Gli uomini lottano
con il tempo
come ridicoli balocchi,
crudele corsa
in un mondo pazzo e folle;
sporcato di fango e sangue.
Fiori calpestati
in prati senza erba,
anime spazzate via
come rocce sciolte al sole;
mai nessuno le ha raccolte!
L’eco pauroso della vita
incombe tra la folla
che muore,
senza più lacrime;
cuori smarriti di bimbi,
confusi nell’oblio.
Perché???
Afferrare mano tese
all’estremo delle forze,
pallide speranze
di salvezza.
E voi,
burattini del nulla;
sordi e ciechi
al grido di troppi,
mostri di rovi e di spine
infestati da ormai
sterile anima.

 

 

 

Vorrei la pace

Dolce cuore di mamma,
vorrei nasconderti
nel più profondo dell’anima
mio piccolo pargolo;
fra le mie braccia
ti stringo forte,
quasi a placare
paura e terrore
nei tuoi grandi occhi.
Qui sulla collina,
nascosti e tremanti
quasi a trattenere il respiro;
s’odono pianti e lamenti
disperati,
spari e bombardamenti
devastano la città
quasi rasa al suolo;
la nostra povera casetta
è ormai sotto le macerie.
Fermateli per pietà,
mai più la guerra!
Vorrei per te
un mondo di pace,
un’immenso prato verde
dove giocare
e rincorrere gli aquiloni;
un limpido ruscello
dove dissetarti,
vorrei solo la pace!!!

 

 

 

Concerto alla vita

Ho camminato a piedi nudi
per le vie del cuore
senza risposte
ai miei “perché”,
fino all’angolo
più intimo e segreto;
lontano dal mondo
lontano dal mio vivere,
nell’angolo dei sogni!
Il cielo, il mare, l’infinito
e un piccolo scoglio nascosto
abbraccia le onde
e la tenera carezza
del mare azzurro e trasparente.
La poesia
di mille gabbiani in volo
si confonde
con la melodia degli Angeli!
La voce del cuore
si diffonde soave
nel magico incanto
di un concerto alla vita!

 

 

 

Grazie di esistere

Lontano,
oltre i confini della terra,
dove l’orizzonte
diventa un piccolo puntino
disegnato da una matita;
riecheggia il tuo canto
o Signore,
il canto del Creato!
Fra valli e monti
fra cielo e mare
nell’infinito!
Il mio cuore palpita veloce,
come un turbine
mi scoppia dentro;
eccomi!
ci sono anch’io al mondo,
è un sogno,
penso per un’istante;
“no” mi ripeto,
è la vita;
la vera vita!
grazie di esistere
o Signore.

 

 

 

Lembo di paradiso

Mamma, mammina mia
è dura questa vita!
Carezze gelide di nebbia
ghermiscono una lacrima,
pesanti passi avanzano lenti.
Mamma!
L’eco della tua voce
mi scuote l’anima,
ma il tuo volto
si allontana fra le tenebre;
è stanco il mio respiro!
Adagio chiudo gli occhi:
prima, adesso, dopo……
Tutto si annulla e svanisce,
solo domani
riprenderà la mia corsa.
Ecco!
Un lembo di Paradiso
quasi mi travolge
e il tuo viso mi riappare,
Tendimi la mano mamma;
portami con te
per un momento
la’, nell’angolo dei sogni;
la’ dove il cielo
è un prato immenso
di margherite.

 

 

 

Il tempo

Ho ascoltato il tempo
narrare storie al silenzio,
pagine di vita
scandite dal respiro del vento;
scrivere versi incancellabili
d’un antico poeta,
note inconfondibili
d’un pianoforte che sogna;
sogna da sempre
melodie lontane
d’un tempo ormai remoto.
Il tempo!
mite e solitario
prosegue il suo cammino,
senza meta e senza sosta
come un vagabondo.

 

 

 

Candida neve

Adagio,
candida e leggera
come bianche farfalle
danza la neve.
Un magico scenario
disegna il mattino
ancora addormentato.
Un pigolio frettoloso
attraversa il viale,
poi scompare.
Silenziosa,
Senza far rumore
copri ogni cosa
con un fresco manto,
il mondo tace incantato!
Solo per un attimo,
m’illudo, forse invano;
che tutto il male del mondo
si cancelli sotto la neve.