Antonio Di Legge - Poesie

Apparirà la luce

 

Nel nostro cuore c’è speranza,

quando per altri ci si impegna,

di trasformar tutto in sostanza

e rispettar l’agognata consegna.

Le promesse van mantenute,

pur se la strada va in salita,

ché dal ciel non vengon piovute

né sfogliando una margherita.

Non v’è sempre certezza

d’ottener, sicuri, il risultato

se non s’ha nel cuor fortezza

e alla fede l’animo educato.

Pur se fortemente si crede,

ma con l’altro non v’è accordo,

il risultato non si possiede

e le promesse saran sol ricordo.

Guardiamo in viso la realtà!

Se io ci credo e tu sogghigni

ci saran sempre difficoltà

e gli ostacoli diverran macigni.

Ma se vuoi un sicuro risultato

metti al cuor speranza e pace,

non sterrar il seme piantato,

e da lontano apparirà la luce!


 

Ci fu Baglioni

 

Cantavam:”Son solo canzonette”

ma arrivavan in tutte le casette,

risuonavan sempre nelle teste

allietando tutte le feste.

Anni d’oro furon quelli,

con tutti splendidi ritornelli.

Non v’eran motivi

belli, brutti o cattivi,

ma semplici canzoni

che suscitavan emozioni

e dipigevan di vivo colore

ogni volto dell’amore.

Era così Sanremo,

ed è così che lo riudremo,

espressione del bel canto

e della musica sicuro vanto.

D’essa è sacro tempio

che diffonde melodia

e ai giovin dà esempio

di intonare a non aver fobia.

Ciò da tempo ci si aspettava

e la gente sempre l’obiettava

a tutti quei capoccioni,

Poi, per fortuna, ci fu Baglioni.


 

Gli opposti

 

Siamo due perfetti opposti,

l’un all’altra non nascosti,

per il semplice motivo

d’esser positivo e negativo.

Siamo il sale nella minestra,

il raggio di sole alla finestra,

siam il freddo e il caldo

che l’amore fan saldo.

In continuo sostegno

al nostro impegno

e, se pur litighiamo,

la pace poi facciamo.

Non fare così,dai! Guardami,

smetti il broncio e baciami.

facciamo pace, ti prego!

La mia colpa non nego.

Spalancami il cuore

non portarmi rancore,

vedi, mi sono arreso,

al tuo sì son sospeso.

Stiamo bene noi due

se uniamo il nostro sangue,

evitiamo il doloroso inferno

e saremo amanti in eterno.


 

Convinzione

 

Nel soffrir non v’è tregua

ma pugna non s’abbandona,

pur se la lotta si fa strenua

sol la vittoria  emoziona.

Stretta e cara si ferra la fede

pur se toccato s’è il fondo,

stretti i denti si va e si crede

e deciso va dato l’affondo.

Elevonsi in campo corpo e anima

e tutto si cancella d’attorno,

fiacca non v’è, manco minima,

sol desio di riveder il giorno.

A levante flebile un’aura

appar rosea e radiosa,

a nunziar che, senza paura,

tenacia si fé vittoria gloriosa.


 

La mia passione

 

Ormai non dormo più

se non ci sei son giù.

Sei il mio chiodo fisso

che mi trae dall’abisso

dalla cupa angoscia

della stretta gabbia

della mia solitudine.

Tu sei la mia abitudine,

come il caffè la mattine

e le tue fusa da gattina.

Senza te non so stare

e non riesco a riposare,

e non v’è alcuna filosofia

che sollevi l’anima mia.

Con te un eroe mi sento

quando esalti il mio talento

e se stretta non ti tengo

pian piano mi spengo,

ma i tristi pensieri svaniscono

ai tuoi baci che mi riaccendono.

Con te è scritto il mio destino,

lo è per volere divino,

e c’è una spiegazione:

solo tu sei la mia passione


 

La vocazione

 

E’ stato solo un attimo,

l’incontro di uno sguardo

e vivemmo l’incantesimo,

penetrò profondo quel dardo

che i nostri cuori infuocò

e così tutto fu deciso.

Tra noi lo steccato crollò

e si accese un bel sorriso

che ci aprì alla confidenza.

Le mani, forte, si legarono,

sparì la pudica prudenza

e le labbra si sfiorarono.

Spiccammo allor il volo

e vagammo tra alte cime,

forte si fece il nostro vincolo

da fondere le nostre anime

in un tenero amplesso

e ardemmo come fiaccole.

Alla vita aprimmo l’ingresso

e incontrammo la nostra prole.

Trasaliron i cuori di gioia,

vi fu grande soddisfazione,

scomparve anche l’angoscia

e seguimmo quella vocazione.


 

L’elemosina

 

Per le strade del paese,

passeggiando tra la folla

attratti dalle vetrine accese,

sembra non accada nulla.

Il giorno appar normale,

ognun vuol sorridere,

ignorar l’impegno campale,

e della libertà vuol godere.

Il luccichio tutti abbaglia,

v’è frastuono, v’è rumore,

par vocio d’una battaglia,

ma una cosa spegne il fragore.

Buttato lì, come straccio,

ormai privo della sua stima,

tende la mano un poveraccio

per chiedere una parte minima

di quella provvida abbondanza.

Quel buco cambia lo sfondo,

smorza ogni arroganza

e il pensier rende profondo.

Ciascun si chiede

se gli è dovuto

d’esser mezzo di mercede

e sostanziar il suo aiuto.

Ma se, a chi chiede elemosina,

non si dà aiuto con decisione

e dall’impegno ci si declina,

s’è parte di quella aberrazione.


 

Metti il cuore

 

L’amore non è semplice,

lo scopri ad una certa età.

Prima ti è complice

poi si riveste d’incapacità.

Ti compaiono i limiti,

non li avresti mai pensati,

ti colgono i fremiti

ché non s’eran mai appagati.

Or che accumulati si son gli anni,

non puoi dar tutto te stesso

ché il corpo ha i suoi malanni,

e di più non t’è concesso.

Tutto crolla, cosa rimane?

Se ben pensi non dei disperar.

Ti sembrerà cosa immane,

ma qualcosa puoi inventar.

Quando in te ancor scorre la vita

sai che indietro non puoi andare

perché c’è l’hai fra le dita

la soluzione spettacolare.

Puoi di più amare,

se in campo metti il cuore,

perché amore

ben s’abbina con donare.


Son vero nonno

 

Ciao nonno! Una vocetta

sento d’improvviso,

mi volto a quel sorriso

un incanto là m’aspetta.

Braccia tese verso me

a dirmi abbracciami,

non importa come,

provaci ed allacciami.

Non ci pensavo ieri,

lontano è quel giorno,

credevo! In me ritorno

e nei miei pensieri.

Apro anch’io le braccia,

m’investe d’impatto

e siam faccia a faccia,

ma son felice come un matto!

Un profumo m’inebria,

il cuor mi si scioglie,

un impulso mi coglie

e strettolo si dirada la nebbia.

Ora è certo, è sicuro,

lo sono davvero!

Ho da far il nonno vero.

Sarò all’altezza, lo giuro!                    


 

La menzogna

 

S’affollan i nuovi messia

in questi tempi di passaggio,

ogni credo si commercia

per validare il messaggio.

S’avvalgon persin di scienza

a sostener, da ogni altura,

senz’anima e conoscenza,

la loro infeconda cultura

e con enfasi e solennità

e con far impudente,

proclamar che loro verità

è la più conveniente.

Non serve essere acuto

per svelare la menzogna

e offrir deciso rifiuto

all’immane vergogna.

La verità è solo una,

non s’ha da scordare,

che tutti ci accomuna

a poter migliorare.

Serve aver salda fede

in Colui che tutto si donò

e tener saldo il piede

sulla via che ci spianò.

Favorire la sua azione

perché il cambiamento

sia il saldo fondamento

della nostra resurrezione.